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CORRIERE DELLA SERA, 19 maggio 1998

Dopo l’occupazione dei locali della Lega il sindaco aveva chiesto le scuse e la proprieta’ insiste per lo sgombero entro maggio
Il Leonka vuole comprare la sede
Gli autonomi scrivono al sindaco:dateci tempo, stiamo lavorando per una fondazione

Il sindaco Albertini lo aveva detto esplicitamente: "I ragazzi del Leoncavallo devono chiedere scusa e sconfessare l’occupazione della sede della Lega". Eravamo a marzo. Siamo a maggio. Gli autonomi non arrivano al mea culpa, ma fanno un passo indietro: per la prima volta scrivono al sindaco Gabriele Albertini chiedendo altro tempo.
Anche perche’ il 28 aprile scorso i proprietari dell’area si sono rifatti vivi con Albertini, prefetto e questore, dando 30 giorni per sgomberare l’area.

Non e’ la lettera di scuse che a Palazzo Marino si aspettavano, ma si cerca di ricucire. "Intendiamo utilizzare questo periodo - scrivono Daniele Farina, portavoce del centro e Luciana Castellini, delle mamme del Leonka - al fine di interloquire ulteriormente con tutte quelle istituzioni che, per svariati motivi, possono possono favorire la trattazione e la realizzazione del nostro progetto". L’obiettivo? Arrivare a costituire una fondazione che acqisti l’immobile.
Il progetto punta a "sistematizzare la permanenza del centro in via Watteau". Ed ecco il problema. L’area occupata dai leoncavallini in zona Greco appartiene alla societa’ l’Orologio, che fa parte della Brioschi, che e’ controllata dai Cabassi. I Cabassi stanno aspettando che qualcuno si decida a pagare l’affitto: il Comune e Albertini in prima persona avevano riaperto i rapporti con il centro sociale, la Fondazione Cariplo si era detta disponibile a versare un contributo o addirittura a farsi carico dell’intera locazione (calcolata fra i 600 milioni e il miliardo). E poi?
Tutti i buoni propositi si sono frantumati il 3 febbraio scorso, quando alcuni giovani autonomi hanno occupato la sede del gruppo consiliare leghista per protestare per la carcerazione del loro compagno Luca Ghezzi. Albertini non ha digerito il raid, l’assessore Sergio Scalpelli ha parlato per lui: "E’ un atto di intimidazione politica molto grave che ci impedisce di continuare a trattare con il centro".
Tutto finito? Per un po’ di tempo non e’ accaduto nulla. Poi, il 28 aprile scorso, i Cabassi sono tornati sulla questione ribadendo l’impossibilita’ di procedere oltre senza chiarezza sulla situazione:"Entro 30 giorni, l’area va lasciata libera". I leoncavallini chiedono tempo. I lavori di ristrutturazione dell’immobile, spiegano nella loro lettera, costeranno in sei anni "circa 2 miliardi e 400 milioni". C’e’ poi la seconda fase "di vera e propria acquisizione dell’immobile mediante una fondazione appoasitamente costituita che attribuirebbe poi alla cooperativa o a un altro soggetto prescelto il diritto di utilizzare l’immobile per le proprie finalita’". Rispondera’ il sindaco.

Intanto, i leoncavallini si occupano anche della campagna elettorale di Luca Ghezzi, candidato al collegio 6 per la Camera. Ghezzi nel frattempo e’ stato assolto dall’accusa di tentato omicidio di un poliziotto: per lui gli autonomi hanno scelto uno slogan provocatorio: "Mandereste un teppista in parlamento? Noi si’".

Elisabetta Soglio