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From Ferry Byte <ferry.byte@ecn.org>
Date Thu, 17 Jan 2002 15:09:00 +0100
Subject [HaCkmEeTiNg] doverose domande da rivolgere a Rapetto

Spettabile redazione di Radio Capital

dal sito web capital.it si evince che Umberto Rapetto tiene una 
trasmissione quotidiana alle 15:45 dal titolo "c'era una volta il Web".

Vista l'ultima operazione di polizia scaturita dal suo gruppo speciale che 
insieme a molti altri episodi di repressione recentemente registrati in 
Rete portera' forse un domani a fare una trasmissione titolata "c'era una 
volta la liberta' d'espressione sul web" sarebbe quanto meno opportuno che 
Rapetto rispondesse a qualche interrogativo che in moltissim* si stanno 
ponendo in questo momento in Rete

1) Dall'irruzione alla scuola Diaz all'ultima notizia dell'utilizzo durante 
il G8 di Genova di lacrimogeni di tipo CS che, secondo studi e ricerche 
epidemiologiche effettuate in tutto il mondo, provoca danni permanenti alla 
salute tanto da essere stato proibito dalla Convenzione mondiale sulle armi 
chimiche (vedi a tal proposito l'inchiesta del senatore Verde Francesco 
Martone); le forze dell'ordine - guardie di finanza incluse - non hanno 
mostrato al mondo intero una grande immagine di se' di efficienza e di 
rispetto delle leggi; forse questa operazione cosi' ben illustrata 
mediaticamente ha anche lo scopo di riacquistare un certo credito e una 
nuova immagine agli occhi di molti?

2) Come mai l'operazione "high-tech hate" arriva ora dopo tanti mesi? E' 
vero che e' stata necessaria una lunga e laboriosa competenza privata 
esterna di una ditta di Ravenna?

3) Non pensate che la legislazione italiana in materia di reati informatici 
sia del tutto inopportuna in generale e nello specifico del caso anche? Ad 
esempio lo stesso Rapetto potrebbe essere denunciato ed indagato in quanto 
coautore di un libro sulle tecniche di intercettazione e 
controintercettazione telefonica e ambientale: ha infatti diffuso 
"indicazioni o istruzioni idonee" a compiere reati anche di tipo 
informatico (Art. 615-quater - Detenzione e diffusione abusiva di codici di 
accesso a sistemi informatici o telematici. - Chiunque, al fine di 
procurare a sé o ad altri un profitto o di arrecare ad altri un danno, 
abusivamente si procura, riproduce, diffonde, comunica o consegna codici, 
parole chiave o altri mezzi idonei all'accesso ad un sistema informatico o 
telematico, protetto da misure di sicurezza, o comunque fornisce 
indicazioni o istruzioni idonee al predetto scopo, è punito con la 
reclusione sino ad un anno e con la multa sino a lire dieci milioni).
La legislazione italiana sull'argomento quindi non solo e' spropositata dal 
punto di vista repressivo ma anche inadeguata, prendiamo ad esempio il caso 
dei log, strumento sicuramente adoperato anche in quest'ultima indagine: 
alla domanda "che valore hanno i log?" l'autorevole Andrea Monti cosi' 
risponde... "Da soli, praticamente nessuno, visto che non sono generati e 
memorizzati in modo che nessuno possa alterarli. In altri termini, alla 
fine della fiera un log e' un file di testo. Se un provider consegna un log 
alla magistratura, e se non vengono seguite alcune cautele, come si fa a 
dire che quel file descrive esattamente quello che e' successo su una certa 
macchina? Puo' sembrare un cavillo avvocatesco, e probabilmente lo e', ma 
nei processi esiste la regola che una cosa sono le prove, una cosa sono le 
congetture e le deduzioni. Un log senza alcun riscontro (analoghe entry 
presenti in server remoti, elementi riscontrati sulla box del sospettato 
ecc.) e' carta straccia." (testo trovato dopo ricerca su google con stringa 
Legge e conservazione dei log all'indirizzo 
http://www.sikurezza.org/ml/11_01/msg00222.html).

4) Pensate davvero che i responsabili dei servizi in cui e' stato fatto il 
defacement non hanno nessuna responsabilita'? Qualora contenessero dati 
personali ricadrebbero nel reato introdotto dalla legge 675/96: "omessa 
adozione di misure di sicurezza" sanzionato penalmente con la reclusione 
fino a due anni. Adempimenti noti come "misure minime di sicurezza" 
previsti nella L.675/96 e codificati nel DPR 318/99 di carattere sia 
tecnico che amministrativo sono infatti obbligatori. (vedi anche: 
http://www.interlex.it/675/dispsic.htm). Su un piano piu' genericamente 
politico davvero fra un adulto super-pagato da importanti istituzioni e un 
quindicenne smaliziato e' il quindicenne a dover pagare per un server 
configurato ingenuamente da un punto di vista della sicurezza?

5) Pensate davvero che a fronte di quanto sta succedendo nel mondo, un 
giovanissimo che entra in un server, non danneggia niente ma commette un 
atto pacifico, immediatamente controvertibile e squisitamente simbolico e 
politico come apporre un testo di denuncia delle ingiustizie ed orrori del 
mondo debba rischiare tre anni di galera?

In attesa di un riscontro i miei piu'

Cordiali Saluti

p.s.
la missiva e' spedita per conoscenza a liste di discussione e media 
interessat* all'argomento

--

Ferry di Isole nella Rete
Key fingerprint =  A5 F9 A5 D3 35 70 BF 25  25 90 C1 18 ED B8 AC 64

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