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macchina <candida@tiscalinet.it>
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Date
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Tue, 16 Apr 2002 16:03:29 +0200
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Subject
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[HaCkmEeTiNg] Digital_is_not_analog, Milano 17-18 Aprile
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Digital_is_not_analog / Incontri
Interfacce culturali e giochi identitari nel tempo di Internet
17 Aprile ore 19,30-21,00
18 Aprile ore 19,30-22,00
Infopoint di Via del Laghetto, 2 - Milano
Ingresso Libero
Prenotazione obbligatoria allo 02-57404540
xpo@libero.it
::: Digital_is_not_analog ::: www.d-i-n-a.net ::: è un circo itinerante
dedicato alla cultura di rete, alla net.art e all’uso tattico e imprevisto
dei nuovi media.
Articolato in un ciclo di incontri, festival e seminari con i protagonisti
della net.culture internazionale, Dina ha piantato le sue tende a Bologna
nel 2000 e 2001, per poi migrare a Barcellona (Ottobre 2001) e approdare in
questa occasione a Milano.
Lo fa con esponenti di rilievo della scena internazionale: Andy Bilchbaum e
Mike Bonanno degli Yes Men e Matthew Fuller (solo il Giovedì) del
collettivo londinese I/O/D, i milanesi epidemiC e la romana Macchina del
progetto ID_Runners. I quattro gruppi o individualità operano in settori
apparentemente diversi eppur collegati, dalla performace politica sospesa
tra rete e realtà, alla critica del software come artefatto culturale, al
gioco identitario in Internet.
Su Dina vedi anche
http://www.rai.it/RAInet/smartweb/cda/articolo/sw_articolo/1,2791,71^157,00.html
Una premessa sulla net.art
Parlare di net.art significa innanzitutto sgombrare il campo da alcuni
equivoci che comunemente si associano a questa pratica. Innanzitutto
l’equazione tra web art e net.art. La Web art si limita ad utilizzare il
Web come mezzo di illustrazione e distribuzione di opere o oggetti fruibili
anche indipendentemente da Internet. La prova del nove, la si fa scaricando
l’intera struttura di un sito di web art, trasferendola su un cd-rom e
osservando come la fruizione dell’ “opera” stessa non vari se non per la
diversa allocazione dei files (nel caso del sito i files saranno su un
server remoto, nel caso del cd-rom su un disco locale). La Web art esiste
dunque indipendentemente dal supporto che la veicola (sito, cd-rom, floppy
disk, dvd, ecc)
Noi invece parliamo di net.art. E cioè di un’arte, o di una pratica, che
può esistere solo attraverso Internet. Una pratica che può essere
sintetizzata come “l’arte di fare network” e che sostituisce le opere con
le operazioni, la rappresentazione con l’innesco di nuovi circuiti
comunicativi e di senso.
La net.art dunque, funziona solo in rete e prende la rete o il "mito della
rete" come tema. Ha spesso a che vedere con concetti strutturali: un gruppo
o un individuo progetta un sistema che può essere espanso da altre persone.
Non è infatti un caso se un sistema operativo aperto e modificabile come
Linux, abbia vinto il premio della categoria net.art ad Ars Electronica nel
1999. Linux non è forse nato con uno scopo estetico, tuttavia il fatto che
sia stato premiato proietta la net.art oltre i limiti dell'arte
tradizionale, in un dominio molto più accessibile a tutti coloro che
mettono le mani sulla tecnologia.
Tra le operazioni di net.art possono infatti essere incluse le
sperimentazioni più diverse. Mailing list, web ring di siti collegati,
browser alternativi a quelli standard, il plagio di siti, il dirottamento
dai motori di ricerca, l'uso creativo dei Moo, del CuSeeMe, dell'e-mail e
dei mille protocolli e canali di comunicazione di cui è fatta la rete.
Matthew Fuller e gli Yes Men
Nel nostro caso, siamo particolarmente fortunati di avere a Milano due tra
i maggiori esponenti di questa scena, Matthew Fuller del collettivo
londinese I/O/D e Andy Bilchbaum e Mike Bonanno degli internazionali The
Yes Men. Matthew Fuller è uno dei maggiori teorici e critici della scena ed
artista esso stesso. Insieme al collettivo I/O/D ha creato nel 1997 il Web
Stalker, un browser che consente di visualizzare la struttura dei siti web
attraverso una mappa grafica che rappresenta le singole pagine come cerchi
e i links che le collegano come punti. Vincitore dei Webby Awards nel 2001,
il Web Stalker ha aperto la strada a un nuovo modo di percepire la rete,
svincolato da un approccio funzionalistico e dalle logiche riduttive
dell’usabilità. Più in generale, Fuller ha introdotto nel dibattito critico
il concetto di “software come cultura”, inteso come studio della
Weltanschaung e delle ricadute socio-culturali implicite in ogni software,
cioè nel modo in cui manipoliamo le informazioni.
A Milano Fuller presenterà il suo progetto più recente, TextFM
(http://basecamp.netbase.org/e_textfmhowto.html) realizzato insieme a
Graham Harwood (ex-Mongrel Project). TextFM è un software di sintesi vocale
che “legge” i messaggi testuali inviati a un apposito server tramite SMS, o
tramite web. Gli stessi messaggi sono ascoltabili, dopo pochi secondi,
dagli utenti stessi tramite lo streaming su Internet o le frequenze radio.
Stiamo attualmente esplorando l’ipotesi di realizzare un esperimento a
Milano, tramite una radio locale.
Siti di riferimento:
www.axia.demon.co.uk
www.backspace.org/iod/
www.tate.org.uk/webart/
Se TextFM è uno strumento aperto alla sperimentazione sociale, le cui
possibili applicazioni verranno determinate dalle comunità che ne faranno
uso, downJones sendMail (http://www.epidemic.ws/downjones/index.php)
sovverte i mecccanismi della comunicazione macchinica, introducendo
un’anomalia nello strumento più usato di Internet: la posta elettronica.
Scritto da epidemiC, collettivo milanese che ha posto al centro della sua
ricerca estetica il codice sorgente del virus informatico, downJones
sendMail emula il funzionamento di un virus non aggredendo l’hard disk di
chi lo riceve, ma il corpo dell’e-mail stessa, in cui infila una frase
imprevista dal suo autore. La demo del software è consultabile sul sito di
epidemiC.
Per approfondimenti,
http://www.rai.it/RAInet/smartweb/cda/articolo/sw_articolo/1,2791,129,00.html
Siti di riferimento:
www.epidemic.ws
Questa attitudine verso la sovversione linguistica, rientra anche, sia pur
su un piano prettamente performativo, nelle modalità comunicative adottate
da Andy Bilchbaum e Mike Bonanno degli Yes Men. In questo caso, “l’arte di
fare network” riguarda molto più la capacità di intrecciare diverse
discorsività. Il gruppo è balzato agli onori della cronaca (il New York
Times gli ha dedicato un’intera pagina) grazie alla sua straordinaria
capacità di presentarsi in contesti corporate come rappresentante del WTO,
realizzando una serie di presentazioni al limite del surreale. Il tutto
ovviamente nasce dalla rete, dove il gruppo gestisce un sito web molto
simile a quello dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Lo scambio
identitario si è dimostrato comunque assai gradito agli organizzatori delle
conferenze cui gli Yes Men partecipano, grazie al convinto “sì alla
globalizzazione” di cui il gruppo si fa assertore.
Siti di riferimento:
www.theyesmen.org
www.rtmark.com
Sul versante della performance di rete, vi sarà l’intervento di Agnese
Trocchi (a.k.a Macchina) che presenterà una caccia al tesoro che prevede
l'impiego creativo della Freenet, una rete sperimentale peer-to-peer per la
libera circolazione delle informazioni su Internet. Il progetto che avrà
una prima release a maggio, è sovvenzionato da "The Kingdom of Piracy"
(http://kop.adac.com.tw/).
Dal 1999 Agnese collabora con Diane Ludin (USA) e Francesca Da Rimini
(Australia) ad "Id_Runners, refleshing the body", un progetto che interseca
il percorso narrativo di tre personaggi Discordia, Efemera e Liquid_Nation
attraverso i tre continenti. Le tracce del percorso si manifestano su
Internet e nella carne in occasione di eventi multimediali (2000 Parsons
School of Design, Ny, Maid in cyberspace, Montreal, 2001 Tilt festival,
Sydney, Cyberfem Spirit The spirit of Data, Oldenburg, Germany).
Siti di riferimento
http://www.idrunners.net/.
http://z.parsons.edu/~ludin/final_pages
http://candida.kyuzz.org
L’intera serata è ideata da Marco Deseriis (a.k.a Snafu), che introdurrà
gli speakers e farà da moderatore. I suoi articoli sul portale della Rai
(www.rai.it/smartweb) e sul nodo italiano del network di The Thing
(www.ecn.org/thingnet) riflettono sulle implicazioni estetiche e
tecno-sociali dell’arte in rete. Lo scorso anno, Snafu ha moderato il
Festival di Bologna Digital is not Analog (www.d-i-n-a.net). E’ inoltre
autore di numerosi saggi (anche in inglese) e di un libro sull’argomento in
uscita per un editore Italiano.
...jingle my words...
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macchina
http://candida.thing.net "la prima televisione elettrodomestica"
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