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From <uomonero@ecn.org>
Date Wed, 11 Jun 2003 11:49:35 +0200 (CEST)
Subject Re: [hackmeeting] Jaromil: 'Tecnica=fine o mezzo?'

>
>
> La trasformazione della tecnica da «mezzo» in «fine»
> [...]
> Infatti, finché la strumentazione tecnica disponibile era appena
> sufficiente per raggiungere quei fini in cui si esprimeva la
> soddisfazione degli umani bisogni, la tecnica era un semplice mezzo il
> cui significato era interamente assorbito dal fine, ma quando la
> tecnica aumenta quantitativamente al punto da rendersi disponibile per
> la realizzazione di qualsiasi fine, allora muta qualitativamente lo
> scenario, perché non è più il fine a condizionare la rappresentazione,
> la ricerca, l'acquisizione dei mezzi tecnici, ma sarà la cresciuta
> disponibilità dei mezzi tecnici a dispiegare il ventaglio di
> qualsivoglia fine che per loro tramite può essere raggiunto. Così la
> tecnica da mezzo diventa fine, non perché la tecnica si proponga
> qualcosa, ma perché tutti gli scopi e i fini che gli uomini si
> propongono non si lasciano raggiungere se non attraverso la mediazione
> tecnica.
>
>
> Se la tecnica diventa quell'orizzonte ultimo a partire dal quale si
> dischiudono tutti i campi d'esperienza, se non è più l'esperienza che,
> reiterata, mette capo alla procedura tecnica, ma è la tecnica a porsi
> come condizione che decide il modo di fare esperienza, allora
> assistiamo a quel capovolgimento per cui soggetto della storia non è
> più l'uomo, ma la tecnica che, emancipatasi dalla condizione di mero
> «strumento», dispone della natura come suo fondo e dell'uomo come suo
> funzionario. Ciò comporta una radicale revisione dei tradizionali modi
> di intendere la ragione, la verità, l' ideologia, la politica, l'etica,
> la natura, la religione e la stessa storia.
>
> [A me interessa l'etica e quindi a tal proposito...]
>
> L'etica, come forma dell'agire in vista di fini, celebra la sua
> impotenza nel mondo della tecnica regolato dal fare come pura
> produzione di risultati, dove gli effetti si addizionano in modo tale
> che gli esiti finali non sono più riconducibili alle intenzioni degli
> agenti iniziali. Ciò significa che non è più l'etica a scegliere i fini
> e a incaricare la tecnica di reperire i mezzi, ma è la tecnica che,
> assumendo come fini i risultati delle sue procedure, condiziona l'etica
> obbligandola a prender posizione su una realtà, non più naturale ma
> artificiale, che la tecnica non cessa di costruire e render possibile,
> qualunque sia la posizione assunta dall'etica.
>
> [...]
>
> In un simile contesto, essere ridotto a funzionario della tecnica
> significa allora per l'uomo essere «altrove» rispetto alla dimora che
> ha storicamente conosciuto, significa essere lontano da sé.
> (Umberto Galimberti - http://www.lastoria.org/xxsecolot.htm)
>
>
> Direi che è proprio brutto essere funzionari della tecnica, e
> aggiungerei se si è lontani da sè...come si può stare insieme agli
> altri, per esempio all'hackmeeting? :)
>
>
> Ciao Ciao
>
> Dame`
>
> L'accesso A TUTTO CIO' CHE POTREBBE INSEGNARE QUALCOSA SU COME FUNZIONA
> IL MONDO dev'essere assolutamente illimitato e completo.
>
>
bello

nonuomo



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