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From caparossa <caparossa@autistici.org>
Date Wed, 25 Jun 2003 13:01:28 +0200
Subject [hackmeeting] Re: transhackmeeting 

[Il 25/06/2003, alle 08:38] => asbesto scrive:

> Il Wed, Jun 25, 2003 at 10:13:46AM +0200, marcoc1@dada.it rigurgitava:
> 
> > > allora, famo che ognuno sta per la sua strada, e tutti contenti.
> > > peró, per favore, disiscrivetevi anche da sta lista, e non rompete piú
> > > i coglioni.
> > Caparossa, ma ti sei bevuto il cervello ? Ti ricordi chi sono ?
> > O se l'affermazione e' troppo filosofica, cosa faccio ?
> > O se un messaggio e' abbastanza per rovesciare un giudizio,
> >  cosa ho fatto fino all'altro ieri ?
> 
> e' stress da dopo-hackit :)
 
 non c'ero.
 ero bello rilassato a casa.

 [...]

> perche' rischiamo sempre piu' di ghettizzarci nella nostra scatoletta
> chiusa e portare avanti le ns idee cosi' diventa alquanto difficile eh
> 
> come dice il mio amico morpheus, 
> se devi pitturare una stanza, devi prima entrarci dentro
> 
> e come dico io
> se devi pulire un cesso, devi mettere le mani nella tazza e 
> sporcarti di merda.
 
 e lo si fa non nascondendo ció che si é per "attirare" piú gente,
 semmai il contrario.

 la "particolaritá", e la forza, di hackit é sempre stata, a mio avviso,
 proprio il coniugare tecnica pura a tecnica sociale, cercando di
 contestualizzare la tecnologia nel contesto sociale in cui é inserita.
 e criticando, quando necessario, un certo tipo di uso politico della
 tecnologia da parte del "potere".
 e cercando, quando possibile, di far emergere gli aspetti "liberatori"
 della tecnologia, se usata consapevolmente.
 in un contesto che cerca, con mezzi anche assai differenti, di
 "modificare lo stato di cose presenti".

 se poi, per far ció, si crede ancora alla favola che "le cose si
 cambiano dal di dentro", allora consiglio una ripassatina alla storia
 del secondo novecento: non ha MAI funzionato. MAI.
 anzi, é sempre stato il modo comodo usato da chi non aveva piú voglia
 di "modificare lo stato di cose presenti".

-- 
caparossa
"la guerra rimane / nel buco di un millennio speso a riparare ogni
frontiera artificiale / nell'odio sceso dentro le coscienze umane / 
la guerra chiede sempre il conto a chi rimane / e oggi faccio il mio
dovere: il sabotatore"				    Assalti Frontali

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