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From "Fronte Internazionalista per la Liberazione del Tapiro" <tapiro@kyuzz.org>
Date Thu, 11 Sep 2003 12:06:07 +0200 (CEST)
Subject [hackmeeting] [OT] ridete con silvio

http://www.repubblica.it/2003/i/sezioni/politica/berlugiudici/spectator/spectator.html

La seconda parte dell'intervista ai giornalisti inglesi
"Mussolini mandava la gente in vacanza al confino..."
Berlusconi: "Il duce meglio
di Saddam, non ha ammazzato"
"Dai giudici solo teoremi su di me: o governo o rispondo alle accuse"


ROMA - La differenza tra Saddam e Mussolini? "Che il duce non ha
ammazzato". Opinione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
confessata a Boris Johnson e Nicolas Farrel, gli stessi giornalisti
cui il premier disse, in un incontro a Portorotondo ad agosto, che
"i giudici sono persone mentalmente disturbate". Parole che,
pubblicate sulle colonne della Voce di Rimini e su quelle del
settimanale brittannico The Spectator il 4 settembre scorso,
provocarono l'ennesimo vespaio politico.

Oggi appare la seconda parte di quella stessa intervista, pubblicata
sui medesimi giornali, in cui Berlusconi affrontando vari temi, tra
cui quello dell'Iraq, fa un paragone tra l'ex rais di Bagdad e
Benito Mussolini: la differenza tra i due, secondo il premier, è che
il regime del duce non fu feroce come quello iracheno. Perché,
secondo il premier, quella italiana "era una dittatura molto
più...". "Benevolente", suggerisce Nicholas Farrell, "o benigna",
traduce l'interprete del presidente del Consiglio. Riprende
Berlusconi: "Sì, Mussolini non ha mai ammazzato nessuno, Mussolini
mandava la gente a fare vacanza al confino".

Più in generale sul Medio Oriente e sull'Iraq, il premier giudica
"positivo un intervento che ha posto termine ad una dittatura e che
può essere paradigmatico per tutta la regione". Ma il discorso
diventa più ampio, continua Berlusconi, "siamo di fronte ad un nuovo
scenario mondiale. E' finita la contrapposizione dell'Occidente con
il patto di Varsavia. Ora la federazione russa ha deciso, attraverso
Putin, di far parte dell'Occidente, questo è un grande fatto...".
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Berlusconi poi passa a uno dei suoi argomenti preferiti, la
persecuzione cui si sente sottoposto dai magistrati: "Ho avuto
qualcosa come più di 500 visite della Guardia di Finanza, più di
novanta indagini, cosa si deve pensare di fronte ad una cosa di
questo genere? Qual è il rimedio? Ci sono intere procure, come
Milano e Palermo, che non fanno altro che inventarsi teoremi contro
di me. Qual è il rimedio? Io devo governare o rispondere a tutte
queste accuse continue? O governo o rispondo alle accuse".

La magistratura, politicizzata: "Solo l'8 per cento degli italiani -
ribadisce il premier - si fida della magistratura, anche a sinistra
capiscono che la magistratura è politicizzata". Di qui lanecessità
del "Lodo Maccanico": "L'unico rimedio che sembrava possibile era
dire: capo dello Stato, presidente del Consiglio, presidenti di
Camera e Senato e il presidente delle Corte costituzionale hanno
sospesi i processi per il periodo in cui sono al servizio dello
Stato. Sospesi, non chiusi. In Francia e Spagna è la stessa cosa. Io
ero contrario a questo provvedimento anche perchè mi restava solo un
processo, gli altri li ho vinti tutti, ma stavano facendo quello che
hanno fatto nel 1994".

"Nel 1994 - ricorda inoltre Berlusconi - il mio governo è caduto
perché mi hanno accusato di corruzione e poi io sono stato assolto
in Appello e in Cassazione, dopo sei anni, per non aver commesso il
fatto. Eppure hanno fatto cadere il mio governo con quelle accuse.
Perché il capo dello Stato di allora (Oscar Luigi Scalfaro, ndr) ha
chiamato Bossi e gli ha detto "guarda che è sicuro che Berlusconi
cada e ti porta con lui nel baratro" e Bossi poi me lo ha
raccontato. E quindi hanno cambiato la storia d'Italia non
attraverso la verità ma attraverso delle accuse false. Adesso gli
stessi giudici, della stessa procura fanno la stessa cosa con un'
accusa falsa sulla Sme, dove io ho detto che voglio la medaglia
d'oro perché Prodi aveva svenduto tutto della Sme, e questo verrà
fuori". Di qui, il lodo Maccanico: "E' sembrato un rimedio condiviso
da tutti, anche dal capo dello Stato".

Tra i perseguitati, anche Dell'Utri, su cui il premier mette "la
mano sul fuoco. Non ha nessun rapporto di nessun tipo con la
criminalità. Perché è un cattolico, un credente, un uomo di cultura,
ha una straordinaria famiglia, ha un padre che era un dirigente
benestante di un'azienda americana".

Berlusconi, da imprenditore, confessa di muoversi con difficoltà tra
le regole istituzionali: "Per chi non ha fatto politica è un grande
sacrificio adattarsi alle istituzioni della politica". "Per me -
aggiunge - non potere agire con la libertà dell'imprenditore è
sempre una diminuzione. Certe volte è drammatico perché io vedo
quello che si potrebbe fare ma non posso farlo. Mentre molto spesso
nell'imprenditore tra la decisione e la realizzazione c'è una linea
retta, in politica c'è un blocco bizantino, un arabesco".




(11 settembre 2003)


l'originale in inglese della prima parte:
http://www.spectator.co.uk/article.php3?table=old&section=current&issue=2003-09-06&id=3469


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