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From Vittorio Bertola <vb@bertola.eu.org>
Date Wed, 10 Dec 2003 14:57:15 +0100
Subject Re: [hackmeeting] Linux, ovvero l'intelligenza anticapitalistica

filippo[at]linuxelba.org ha scritto:
> Linux, ovvero l'intelligenza anticapitalistica
> 
> Una rete di sviluppatori ormai divisa tra «neo-aziendalisti» e liberi creatori 
> che socializzano la proprietą intellettuale
> ARTURO DI CORINTO

(quoto)
Come sostiene Jaromil, programmatore e artista, «il software definisce 
il modo in cui noi comunichiamo, dai telefonini al computer alle 
apparecchiature elettroniche. Tecnologie come la crittografia o il 
peer2peer hanno avuto un impatto enorme che ci aiuta a capire questo 
ruolo del software. Ora, nel momento in cui affidiamo la nostra 
comunicazione a software sviluppati in un'azienda, o secondo una logica 
aziendale, stiamo lasciando che degli interessi mercantili decidano come 
viene strutturata la nostra comunicazione. Il ruolo del software libero 
invece č quello di fornire un terreno di ricerca che, scevro dagli 
interessi commerciali delle aziende, si ramifichi ed incentivi 
l'evoluzione delle nostre modalitą di comunicazione».


Capisco il discorso, ma mi restano dei dubbi: se non c'č una azienda che 
finanzia lo sviluppo del software libero, il programmatore come viene 
remunerato (non dico per guadagnarci, ma almeno per vivere)? Deve 
rimanere una pura attivitą svolta nel tempo libero, contando su un altro 
lavoro per vivere? E' possibile scrivere software libero per professione 
(o meglio, come propria principale attivitą), ma senza essere finanziati 
tramite una azienda o un meccanismo commerciale? E come?
-- 
.oOo.oOo.oOo.oOo vb.
Vittorio Bertola - vb [a] bertola.eu.org
http://bertola.eu.org/    <-- Vecchio sito, nuovo toblog!

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