From
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Null <sve_null@autistici.org>
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Date
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Wed, 24 Mar 2004 16:34:16 +0100
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Subject
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[hackmeeting] pensierini di macchine umide...
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Si avvicina l`hackmeeting di quest`anno, che ci prepariamo di bello?
Tra svariatissime workshop ci si offrono da cogliere parecchi punti
d`incontro e curiosita` condivisa. Io mi sto ponendo delle domande -
prima su cosa e` hacking oggi, come subcultura, e che lo spinge, che
domande si pone, quali possibili evoluzioni/involuzioni e - nn e`
necessario essere linear* - contaminazioni/mutazioni desidera? Poi sulla
questione dei hacklab - stesse domande. Perche`? Poi, concretizzando,
anche - Quando? Dove? Come? Con chi? Ecc.
Anche concretizzando - chiedendosi come lavorare bene tra sogetti
diversi, saper rendere le diversita`, capirsi, comunicare, con
orizzontalita`, senza condivisione tech-creative, facendo che i
"creative" acquisiscono il hands-on sulle macchine come approccio e la
coscenza degli aspetti di tecnicismo, e gli tech bo` altre competenze e
cognizioni, il livelling del know-how insomma, comunicazione,
decodifica, come gestire i vari livelli di partezipazione, di persone
che hanno piu` o meno tempo, hanno energie e temperamenti e modalita` e
emotivita` diverse, linguaggi diversi, ...
Cioe` imo, su sto tema, dal aspetto teorico a quello progettuale, e
concreto, operativo, umano, comunicativo... Penso che c`e` tanto di che
parlare,....
Questo e` anche un invito a ri-pensare e ri-sognare l`immaginario con
quale facciamo le cose, che per me cambia molto, e un invito per
cogliere la occasione della workshop su *voluzione degli hacklab,
perche` so che abbiamo tantissime di quelle esperienze, dubbi, domande,
speranze, idee da esprimere e condividere. Facciamolo un momento di
confronto, contaminazione, provocazione e creazione?
Ma prima, la questione della workshop su porno in rete. Sono molto
curiosa di come andra` sta storia, per svariate ragioni, e nel fratempo
mi frullano per testa sogni, idee, citazioni, domande... Cosa e`
pornografia? Perche` in rete? E` rete una esperienza erotica? E`
erotismo una esperienza di connessione? Puo` occhio, anche elettronico,
mai essere neutro e freddo?
"Vorrei insistere sulla natura corporea di ogni tipo di visione," -
scrive la Haraway nel Manifesto Cyborg.
Nel immaginario popolare e nn solo la idea del* hacker e` stata
strettamente connessa con il concetto dello sguardo conquistatore,
curiosita` e contaminazione, anche se l`altro lato di questa curiosita`
e` la prattica di concentrazione, precisione ed efficaccia che forse
tende a portare verso le chiusure, temporanee o meno, e il cosidetto
autismo, imho.
Questi (per dire) "due poli" gli vedo come una sfida, ma anche una
possibile richezza. Per cio` mi sembra bello fare anche la workshop su
porno in rete, affrontare e immergersi direttamente nel desiderio di
vedere, ripensare la pornografia come atto creattivo, penetrativo,
fantasioso, languido, contaminatore; pensare e vivere di nuovo le reti
come flussi dello sguardo conquistatore/languido e non solo uno
strumento di e-marketing. Per risvegliare la curiosita`. Rivalutare il
desiderio.
Un desiderio che conquista ogni cosa, sia la conoscenza sia il godere,
ma comunque si lascia anche conquistare e contaminare da cio` che desidera.
Allora, grazie per la pazienza di chi ha letto tutto fin qui:), la
questione degli hacklab. Perche`? Come? Cosa? Con chi?
A me piace l`idea di zone di contaminazione e il concetto di DIY - do it
yourself - fa da te, come punti possibili di partenza. Mi gusta la
transversalita`, orizzontalita`, piacere di far le cose, desiderio come
l`unica legge - come metodo. La creazione di laboratori di comunicazione
dove la esplorazione dura e pura del mezzo tecnico viene stimolata ed
ispirata dalla ricerca di significati, sogni, contenuti, contesti,
utilizzi, e vice versa. Uno spazio accogliente dove stare, prendere un
te`, passare un attimo, satelitizzare attorno, contaminare, farsi
contaminare, sfidare, farsi sfidare, mutare, ricordarsi, dimenticare, ecc.
Sottolineo - nn penso ne voglio che la ricerca puramente tech si perde
in tutta sta contaminazione, ne che la pratica di concentrazione
autistica su cose sia un male, tutt`altro. Penso che ste cose di
techismo puro sono interessanti esperienze che sono maturate abbastanza
per un ulteriore passo - confronto con la cosidetta reality.
E reality e` tutta da creare, contaminare, vivere, hackare. Reality no
come un contenitore, ma cone processo. Permettetemi una battutazza -
nella vita - nella reality - have you root? ;)
A me piace l`idea di vivere uno spazio. Se no, dove ci si incontra? Solo
in rete? Vi basta? A me no. Io voglio rendere palpabile e tattile per me
e insieme con gli altri la esperienza quale mi gia` offre la rete,
tradurla in colori, gusti, parole dette a voce, sguardi, newsletter
cartacei, dipinti, macchine, hardware di ogni tipo, cibo, relazioni,
conversazioni, te` - informatici e altri, tisane, proiezioni, eventi,
suoni, ritmi, momenti, affinita`, ecc.
Per cio` uno spazio mi serve. Uno spazio bello, accogliente, ironico,
serio, intelligente, desiderante, desiderabile, contaminante, contaminabile.
Contaminiamo, portiamo i sexyshop nei centri sociali, le macchine e
connettivita` nei sexyshop, piu` te informatici nei hacklab, piu`
colori, piu` conessioni possibili, piu` scelte, piu` kaos, ...
Un hacklab. Un lab. Un hack*. Un *. Un qualcosa.
"Il cyborg presume l`ironia; uno e` troppo poco, e due e` solo una
possibilita`. L`intenso piacere della tecnica, la tecnica delle machine,
non e` piu` un peccato, ma un aspetto dello stare nel corpo."
Saluti e baci elettronici silver e pink
x un antagonismo cyborg:D
la [Nn]ull-in@
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