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From | arlan <arlan@indivia.net> |
Date | Fri, 18 Mar 2005 02:39:11 +0100 |
Subject | Re: [Hackmeeting] Information wants to be free |
io trovo questa discussione priva di senso, non avevamo gia' discusso della questione giornalisti? mi pareva che avessimo anche individuato come muoverci in merito. con sofferenza quoto la prima mail del 3d perche' non riesco a capire il senso di spendere piu' di una mail ancora su questo argomento e non voglio addentrarmi ancora di piu' in merito, probabilmente ripetero' cose dette da altri nei vari reply ma qui pare che certe cose non si ripetano mai abbastanza. Il gio, 2005-03-17 alle 13:28, Carlo Gubitosa ha scritto: > Fatemi capire... non riesco a mettere assieme i seguenti concetti > > 1) "Information wants to be free" (Etica Hacker) guarda che quella information non e' quella dei media mainstream, anzi quel concettto di informazione nasce proprio in contrasto a quella che intendi tu. essendo uno dei concetti fondamentali dell' "etica hacker" penso sia una cosa che dovrebbe sapere una persona che sta scrivendo un libro intitolato "elogio alla pirateria". > 2) Solo alcuni possono parlare con i giornalisti, gli altri zitti e muti. > Esistono teste pensanti che possono parlare e teste pensanti il cui > pensiero non va messo in circolo. dove hai letto questo? nessuno ha mail parlato in questi termini, la realizzazione del materiale da consegnare ai giornalista durante la conferenza stampa e da distribuire a chi lo vuole avviene in maniera aperta, chiunque puo' parteciparvi. come sempre in _tutti_ gli hackmeeting. > 3) Chi trasgredisce la policy di accesso alle informazioni e fa il furbo > per operazioni di violenza giornalistica rischia la violenza fisica: c'e' > una zona rossa per i giornalisti oltrepassata la quale si viene caricati. A > me queste cose sanno molto di sbirresco, come in generale l'idea di > "PUNIZIONE" o sanzione a seguito di comportamenti che qualcuno in base ad > una autorita' superiore giudica "SBAGLIATI" per un "BENE SUPERIORE". ?!?! bullismi a parte io non ricordo episodi di violenza agli hackmeeting, anzi!!! > Io > invece credo molto nel confronto con le persone e pochissimo nelle regole > imposte dall'alto, nei confini, nei divieti, nei gruppi di contatto che > diventano cupole che controllano l'espressione esterna di gruppi > comunitari. anche il gruppo di contatto e' formato da volontari, non so se lo sai, cmq te lo racconto io ora, ad ogni hackmeeting si attaccano dei cartelli con le cose da fare e chi passa si segna dove preferisce a fare il turno che preferice con il pennarello del colore che preferisce. si, ebbene si, il gruppo do contatto e' una loggia formata da "capetti" che spadroneggiano armati di uniposta colorati. > Per me e' molto piu' hacker il giornalista che cerca di > intrufolarsi per scoprire cose nuove a dispetto delle regole che le persone > dedite a mettere regole e paletti che impediscono l'accesso alle > informazioni. Se poi il giornalista e' in cattiva fede cazzi suoi, tanto > comunque fara' articoli porcheria anche in presenza di regole sbirresche, > se invece agevoliamo la sua contaminazione con le controculture digitali > magari i suoi articoli saranno un po' meno monnezza. se tu avessi letto anche i punti successivi al primo di quei "manifesti dell'hacker" che si trovano in giro per internet su siti pieni di finti nuke e programmi idioti per windows avresti letto che: -si, l'hacker entra nei sistemi per pura sfida ma avresti letto anche che: -l'hacker non danneggia mai i sistemi in cui penetra quindi anche volendo accettare un visione diciamo "tardo adolescenziale" dell'hacker come quella che proponi tu, questa mal si adatta a quei giornalisti che "penetrano" nel lan space e fotografano e diffondono notizie "danneggiando" chi fotografano con notizie di dubbia origine. uscendo da questa visione che tu proponi e che io non condivido da quando hanno smesso di venirmi i brufoli per gli scompensi ormonali ti invito cortesemente a leggere il manifesto dei vari hackmeeting per poter comprendere in realta' quello che questa comunita' (cioe' la comunita' con la quale ti stai relazionando ora e con la quale cerchi in malo modo di comunicare) intende per hacker. > A mio parere se qualcuno vuole fare manipolazioni o articoli pilotati puo' > farlo benissimo anche senza accedere ai locali che ospiteranno l'hackit. questo si e' gia' detto, e su questo mi pare che siamo tutti daccordo. > Viceversa se l'evento vuole produrre anche cultura diretta all'esterno e > non solo attivita' ripiegate all'interno e' bene che chiunque possa parlare > con il maggior numero possibile di persone, anzi mettete qualcuno > all'esterno che prende i passanti e li invita ai seminari. se tu leggessi le mail passate noteresti che abbiamo discusso anche di come relazionarci con il territorio e come cercare di riuscire a portare le tematiche a noi care all'attenzione dei napoletani > Inoltre, dal punto di vista strettamente legale, il giornalista ha il > diritto/dovere di cronaca. Mi spiego meglio: se uno si sente male per > strada e c'e' in giro un medico, qualsiasi dottore ha il diritto e il > dovere di intervenire. Lo stesso accade per il giornalista: se accade > qualche fatto interessante, il giornalista ha il diritto di accedere al > luogo dove e' accaduto questo fatto, il diritto di fare domande, il diritto > di scattare fotografie senza che nessuno glielo impedisca. Questi discorsi > devo ripeterli ogni volta ai poliziotti e ai carabinieri che mi impediscono > l'accesso ai palchi delle manifestazioni o a luoghi pubblici. forse a te sfuggono dei tratti essenziali di questa comunita': una cosa non si fa perche' e' illegale ma perche' non la si vuole fare. una cosa non la si fa perche' e' legale ma perche' la si vuole fare. > Quindi, a meno di non voler espressamente creare una taz dove le regole > sono dettate da una polizia senza divisa che decide chi e' bene e chi e' > male, non e' la polizia senza divisa ma armata di uniposca che decide cosa e' bene e cosa e' male, e' la comunita' stessa che compie questa operazione attraverso delle dinamiche ben precise come ad esempio la partecipazione ai vari livelli dell'organizzazione, una partecipazione completamente orizzontale in quanto libera. questa comunita' si e'm data da tempo dei paletti, perche' NO, anche se puo' sembrare strano, NON SIAMO DEMOCRATICI, i paletti che ci sono qui indovina quali sono? i tre famosi ismi: fascismo, sessismo, razzismo non devono assolutamente passare per di qui (cosa che per quanto mi riguarda mi accompagna anche nella vita al di fuori dell'hackmeeting) perche' la tolleranza e' una cosa che non si nega a nessuno tranne a chi ha fatto dell'intolleranza la sua ragion d'essere. (ma forse le righe qua sopra le hai gia' lette da altre parti) > credo che ci sia bisogno di un diverso approccio con i media > mainstream, che comunque faranno i loro porci comodi, magari ripescando > immagini d'archivio. se avessi letto le discussioni passate avresti notato che si era espressamente parlato di fornire noi ai giornalisti immagini e filmati come del resto fanno tutti gli uffici stampa di tutte le manifestazioni pubbliche. > L'unica cosa che possiamo fare per contrastarli e' > dimostrarci migliori di loro, piu' aperti, piu' tolleranti e piu' furbi, certo, ed e' quello che faremo. > magari creando qualche installazione-esca particolarmente fotogenica dove > attirare telecamere e macchine fotografiche per lanciare un messaggio > particolare. > Piuttosto che organizzare la polizia interna di sorveglianza, sarebbe > meglio pensare a qualche evento-clou che attiri l'attenzione, concentrando > in determinati momenti della giornata il flusso delle telecamere. non penso che sfruttando il sensazionalismo proprio del mainstream riusciremmo a portare a vanti con serieta' i discorsi di autogestione e autorganizzazione che sono alla basa dell'hackmeeting (come si evince dal manifesto). > Ad > esempio si potrebbe annunciare una distribuzione di Cd con musica scaricata > da internet, oppure l'accensione di una telestreet funzionante durante i > giorni dell'hackmeeting, oppure tante altre cose dove il mainstream si > tuffa a pesce senza sapere di essere caduto in una esca mediatica > funzionale ad un determinato messaggio. mi era parso che prima il tuo atteggiamento nei confronti della legalita' fosse diverso, cmq personalmente distribuire cd con musica scaricata da internet la trovo una cosa completamente inutile, da anni oramai le riflessioni sulla pirateria e sulla diffusione di opere sottoposte a diritto d'autore su supporto digitale ha superato la fase di contestazione e negazione, ora si punta alla diffusione di un modello alternativo, un diverso approccio al diritto d'autore attraverso le licenze copyleft, avrebbe ben piu' senso se distribuissimo musica licenziata sotto creative commons. ....hey! ma anche questa proposta era emersa nelle discussioni passate! la telestreet e' un buona idea, si era fatto mi pare l'anno scorso o non ricordo pero' ovviamente e' una cosa che va definita in modo moooolto piu' accurato e richiederebbe una discussione approfondita perche' mettere in piedi un'antenna solo per trasmettere porno in ascii mi pare una cagata, quindi dietro dovrebbe esserci una riflessione politica, un gruppo di persone che si occupa di gestirla e molte altre cose. io penso saro' impegnato a fare altro durante l'hackmeeting purtroppo pero' se qualcuno se la sente ben venga! > Questo mi sembra molto piu' > creativo e costruttivo del progettare accompagnamenti in ospedale. no, quello che io ho letto da una parte sono riflessioni che parte del movimento digitale faceva anni fa' e dall'altra sono proposte che non tengono minimamente in considerazione cosa e' l'hackmeeting, mi stupisco che questa mail abbia avuto cosi' tanti reply. premettendo che non ho ben capito in che contesto era inserita la mail di raro che hai quotato e che non conosco raro non avendolo mai letto fino ad ora. ora ti dico un'altra cosa della lista hackmeeting che forse non sai, in lista ci sono moltissimi soggetti che propongono sordamente una marea di stronzate, un po' vengono cazziati, un po' vengono ignorati, un po' vengono flemmati, ma spesso questi personaggi spesso poi incidono ben poco nella vera organizzazione dell'evento quando poi c'e' da rimboccarsi le maniche e faticare davvero per qualcosa. un qualcosa durante il quale non mi sembra sia mai stato picchiato nessuno. > Scusate se intervengo anche se non c'entro niente. ci mancherebbe, sei piu' che scusato, questa e' una mailing list aperta a tutti e ci vuole puo e deve intervenire. pero' io non posso assolutamente scusare il fatto che tu ti sei approcciato a questa realta' senza cercare neanche minimamente per un attimo di comprenderla pur avendo in mente di scriverci sopra un libro. il problema quando ci si approccia a un qualcosa di nuovo e' sempre quello di cercare di capire con chi si ha a che fare. gli strumenti per capire cos'e' l'hackmeeting e come funziona ci sono, basta usarli, in una mail chiedevi le faq, te ne do' due: - www.hackmeeting.org e' wiki (il che dovrebbe dirti gia' molto) e il piu' ci sono i link ai siti dei meeting passati - gli archivi della ml (noterai che non sono stato l'unico a farti questa osservazione). se non ci si sforza di comprendere con chi si ha a che fare si rischia di cadere in facili e inutili malintesi. per essere piu' chiari potrei farti un esempio magari prendendo in considerazione la mia esperienza per non coinvolgere altre persone. io sono venuto a contatto con te solo 3 volte nella mia vita: una volta al moka, dove ho assistito ad un seminario sulla "storia dell'hacking" (dai fenici ad oggi) dove si sosteneva che i grandi geni morivano comunque _sempre_ soli e abbandonati essendo questo prerogativa dei grandi geni (bho, interessante si, ma anche no). un'altra volta sulla lista telestreet dove ho letto la proposta di fare una colletta tra tutte le telestreet e cercare di pagarsi una concessione locale per cercare di trasmettere in tutta legalita' materiale di ngv e delle telestreet (hahahahhahahah scusa se mi scappa da ridere ma le telestreet hanno come FONDAMENTO il riapproprio di frequenze inutilizzate). e qui dove mi dici che stai scrivendo un libro intitolato "elogio alla pirateria" e dove proponi un concetto di "information wants to be free" terribile e estremamente distante dalla realta' in cui quel concetto e' stato formulato e dove emerge una tua completa ignoranza nei confronti dei meccanismi soggiacenti all'organizzazione del hackmeeting, evento abbastanza importante per la scena digitale italiana. se io mi basassi solo su questi nostri tre incontri per farmi una idea potrei avere l'impressione di una persona che si approccia a delle realta' di movimento con l'ipocrita pretesa di autoeleggersi a storico e ideologo (scrivendo libri e documentandone la storia) senza avere minimamente capito di chi sta parlando e con chi si sta relazionando e addirittura attribuendo alle realta' descritta tratti e caratteristiche derivanti esclusivamente da sensibilita' personale senza riscontri con la realta'. ma questo, speriamo tutti, non e' vero. ecco perche' quando ci si approccia a qualcosa di nuovo bisogna innanzitutto capirlo usando gli strumenti che abbiamo a dispozione, proprio per evitare malintesi come questi che sono alla base di incomprensioni e litigi spesso immotivati. spero di esserti stato d'aiuto per il tuo libro e di aver sciolto i tuoi dubbi inerenti all'hackmeeting. ora possiamo passare ad altro per favore? -- ------------------------------------------------------------------------------ arlan(at)indivia(dot)net - http://arlan.indivia.net/ iNDivia: http://www.indivia.net - Server vegetale a foglia lunga verde chiaro ------------------------------------------------------------------------------
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