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From
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Elettrico <elettrico@ecn.org>
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Date
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Thu, 31 Aug 2006 11:39:13 +0200
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Subject
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Re: [Hackmeeting] foto
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alberto wrote:
>
> Faccio una foto dell'atomica che sto costruendo in cantina. Mando la
> foto alla cia e dico che detona se non mi danno 1000 miliardi.
> La cia fa il raid a casa dei soliti sospetti, prende il dvd delle foto
> di famiglia (che sono anche più di mille) e in 20 minuti mi fanno un
> sedere così.
"la cia fa il raid a casa dei soliti sospetti".. 10? 100? 1000? 10000?
100000?
a me fa sempre ridere sentire i "pare che", che non sono diversi da "mio
cugino mi ha detto".
il ccd watermarking era possibile con le vecchie camere, che usavano gli
stessi ccd del cazzo delle webcam, solo più grandi.
un documento sull'argomento lo trovi qui
http://geradts.com/html/Documents/cameras.htm e in generale lavorando un
po' coi motori di ricerca sul ccd watermarking.
oggi i ccd sono composti da milioni di pixel e tutte le fotocamere
effettuano, oltre alla normale operazione di interpolazione fra i pixel
dei tre colori primari, una marea di aggiustamenti alla foto, necessari
per eliminare i difetti che ccd così sensibili e grandi producono.
ne consegue che la foto che ti scarichi con il tuo cavetto usb non è il
prodotto raw del ccd ma è il risultato di, in genere, tre o quattro
operazioni di interpolazione e correzione dei colori, per non parlare
poi della seppur minima compressione jpeg, la quale come saprai è lossy.
quindi anche se il tuo ccd avesse un pixel bruciato, cosa estremamente
difficile, non si vedrebbe. in secondo luogo la macchina digitale non è
solo il ccd: ci sono tutta una serie di aberrazioni ottiche relative a
luce e colori che sono dovute all'obiettivo, alla forma del diaframma,
all'otturatore e ad altri cazzi, che intervengono molto visto che l'area
sensibile di un ccd è molto più piccola di quella di una pellicola 35mm.
praticamente la stragrande maggioranza delle macchine di oggi ha poi il
suo profilo colore, il che vuol dire che quando apri la foto per farci
qualcosa il colore viene adattato e rielaborato in base alla
destinazione, introducendo nuove modificazioni. di conseguenza è molto
più semplice risalire dalle, seppur minime, aberrazioni cromatiche di un
negativo 35mm allo stock di produzione della pellicola che farlo da un
jpeg di una macchina digitale basandosi su statistiche.
in realtà, senza tirare fuori teorie matematiche, è molto più probabile
che, decidendo che per combattere il terrorismo sia necessario che le
foto siano identificabili, sia applicato all'interno di esse,
direttamente dalla macchina e a nostra insaputa, un watermark che magari
contiene il numero seriale, estraibile senza alcun giro di statistica.
dopodichè se uno dei "soliti sospetti" minaccia la cia e non è neanche
capace a farlo con un poco di sale in zucca, beh...
di certo non è seguendo i "pare che" o i "mio cugino" che ci si mette al
riparo: quante volte la paranoia è talmente concentrata sui complessi
calcoli statistici che l'nsa sta facendo su di noi da dimenticarsi che
se scrivo la password su un postit essa è leggibile tranquillamente con
una matita nei 2 o 3 successivi, tanto x dirne una...
byez
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