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From pinna@autistici.org
Date Fri, 29 Sep 2006 19:56:04 +0200
Subject [Hackmeeting] Piani Usa per la conquista militare di Internet:troppo libera

Stati Uniti d'America - 25.9.2006

E-War


Documento del Pentagono svela piani Usa per la conquista militare di  
Internet: troppo libera

Il Pentagono ha deciso che per manipolare a proprio favore l’opinione  
pubblica interna e mondiale non basta più controllare i mass media:  
televisioni, radio e grandi giornali nazionali ed esteri. I generali  
Usa hanno stabilito che bisogna conquistare, e al limite distruggere,  
anche l’ultimo bastione della libertà d’informazione e di critica:  
Internet. Il dipartimento della Difesa intende “combattere la rete” in  
quanto essa rappresenta un “sistema d’arma nemico”, deve prendere il  
controllo di Internet così da garantirsi il completo controllo “di  
tutto il sistema di comunicazione globale” e con esso la capacità, in  
caso di bisogno, di “sconvolgerlo e distruggerlo”.
Non è lo scenario orwelliano di un romanzo di fantapolitica.
E’ la realtà scritta nelle 74 pagine di un documento segreto del  
Pentagono intitolato “Roadmap per le Operazioni d’Informazione”,  
datato 30 ottobre 2003 e recante la firma del segretario alla Difesa,  
Donald Rumsfeld.


Guerra di propaganda sulla rete.

Il documento, recentemente declassificato in base al Freedom of  
Information Act, stabilisce le linee guida di una strategia militare  
per combattere una guerra virtuale per la conquista della rete. Una  
strategia incentrata su “operazioni di guerra psicologica” (PsyOp, nel  
gergo militare Usa) e di “guerra elettronica” (E-War, Electronic  
Warfare). Lo scopo è quello di manipolare e controllare le  
informazioni diffuse in Internet, promuovendo quelle favorevoli agli  
interessi Usa e bloccando quelle che “favoriscono il nemico”. Le  
tattiche indicate sono molteplici. La creazione di portali globali di  
propaganda gestiti direttamente dal Pentagono ma non identificabili  
come tali, i quali raccolgano e diffondano informazioni che supportano  
le politiche Usa, informazioni prodotte in tutto il mondo da fonti di  
grande credibilità. L’istituzione di squadre speciali di hacker per  
operazioni si sabotaggio elettronico di siti di informazione nemici  
che diffondo notizie pericolose o sgradite al governo Usa. La  
diffusione di propaganda in territorio nemico via Internet “per  
manipolare i pensieri e le convinzioni del nemico”.


La rete, pericolosa perché troppo libera.

L’aspetto più inquietante che emerge da questo documento è che il  
governo degli Stati Uniti considera “nemici” non sono solo i siti  
Internet del nemico (ad esempio quelli legati ai gruppi integralisti  
islamici) ma la rete Internet tout court, percepita come un pericolo  
in quanto luogo in cui l’informazione circola liberamente. Prendere il  
controllo della rete per limitare questa libertà significa fare con  
Internet quello che è stato fatto con gli altri mass media:  
privatizzare e concentrare, creando grandi gruppi che detengano il  
monopolio della diffusione delle informazioni. Che tradotto in  
Internet significherebbe non più miliardi di siti web incontrollabili,  
ma pochi “affidabili” megaportali che ospitano pagine e spazi dai  
contenuti “certificati”. Una prospettiva non certo estranea ai  
progetti delle grandi aziende Usa del settore (Google, Yahoo,  
AmericaOnLine e Microsoft). Progetti che il Pentagono potrebbe  
decidere di sostenere. Non sarebbe la prima volta, nella storia degli  
Stati Uniti d’America, che si verificano convergenze strategiche tra  
interessi militari nazionali e interessi commerciali privati.


Guerra per la libertà o guerra alla libertà?

Dall’inizio della guerra globale seguita agli attentati dell’11  
settembre 2001, il governo Usa ha fatto largo ricorso alla propaganda  
e alla censura per creare e mantenere il consenso dell’opinione  
pubblica nazionale e mondiale per creare una cortina fumogena attorno  
a tutto ciò che i cittadini non devono sapere. Una pratica che poco si  
addice a un governo che afferma di combattere una guerra mondiale per  
la difesa e la diffusione della democrazia e della libertà.

Enrico Piovesana

http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=6322
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