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From maribù <mrpol@inwind.it>
Date Mon, 24 Mar 2003 22:02:39 +0100
Subject ls: IMPORTANTE !!!

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maribù
 
 
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loris


AMNESTY INTERNATIONAL
ICS - CONSORZIO ITALIANO DI SOLIDARIETÀ MEDICI SENZA FRONTIERE


APPELLO PER LA PROTEZIONE UMANITARIA ALLE VITTIME DELLA GUERRA

Come confermato da tutte le organizzazioni di tutela dei diritti umani
e di assistenza ai rifugiati e alle vittime di guerra, e
prioritariamente dall´Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i
Rifugiati (Unhcr) e dalla Croce Rossa internazionale, la guerra
scatenata contro l´Iraq è in grado di provocare una "catastrofe
umanitaria", con una previsione di sfollati e profughi pari a
centinaia di migliaia di persone in fuga dal solo territorio iracheno,
senza dimenticare gli effetti a catena che si scateneranno nell´intera
area.

Anche se la maggior parte dell´esodo dall´Iraq si riverserà sui Paesi
vicini, e segnatamente Iran, Turchia e Giordania, è prevedibile che
parte di tale esodo si dirigerà verso l´Europa, quindi anche verso
l´Italia. Il nostro paese, anzi, potrebbe rappresentare per la sua
posizione geografica il principale punto di ingresso, insieme alla
Grecia, nell´Unione europea. La gravità complessiva dell´esodo verso
Occidente potrebbe aggravarsi, coinvolgendo anche i kurdi della
Turchia. Questo soprattutto nel caso in cui in Turchia si verifichi un
aumento della tensione interna tra il Governo e la popolazione kurda,
che aspira a una maggiore autonomia. Gianfranco Schiavone dell´ICS
ricorda a questo proposito che «nel territorio del Kurdistan turco è
stato proclamato lo stato di emergenza e che recentemente il partito
dell´HADEP, uno dei maggiori partiti politici kurdi, è stato
dichiarato fuori legge dalla magistratura turca».

Amnesty International, ICS-Consorzio Italiano di Solidarietà e Medici
Senza Frontiere, promotori della campagna "Diritto d´Asilo: una
questione di solidarietà", richiamano l´attenzione sul fatto che non
necessariamente l´esodo verso l´Europa e l´Italia avverrà in tempi
brevi. La situazione di guerra aperta e le distanze geografiche
potrebbero, in una prima fase, rallentare gli spostamenti di
popolazione. Il che vorrebbe dire che la fuga dei profughi e dei
rifugiati potrebbe dilatarsi nel tempo e investire i nostri paesi con
un flusso continuo anche se non subito drammaticamente visibile. Che
un esodo verso Occidente sia già in atto è comprovato dal forte
aumento di arrivi in Europa e in Italia, registrato negli ultimi mesi,
di cittadini iracheni e di kurdi provenienti sia dalla Turchia che
dall´Iraq.

In questo senso, afferma Loris De Filippi di Medici Senza Frontiere,
«troviamo sconcertanti e censurabili le esternazioni del ministro
Umberto Bossi, apparse sul quotidiano "La Repubblica" in data giovedì
20 marzo 2003, secondo cui i profughi in fuga dal conflitto iracheno
debbano "restarsene a casa loro". Con questa affermazione il ministro
Bossi, uno dei padri della legge 189/2002 (detta appunto Bossi-Fini),
che le nostre organizzazioni considerano lacunosa e complessivamente
insoddisfacente, dimostra di non tenere in considerazione l´articolo
10 della Costituzione italiana, la Convenzione di Ginevra relativa alo
status di rifugiato e la Dichiarazione universale dei diritti umani.
Una volta di più riteniamo determinante portare all´attenzione
dell´opinione pubblica quanto sia grave che in Italia, unico tra i
Paesi membri dell´Unione europea, negli ultimi cinquant´anni non sia
stata approvata una legge organica sul diritto d´asilo».

«L´Italia deve fare la sua parte per garantire la massima assistenza
umanitaria alla popolazione civile irachena, stremata da trent´anni di
repressione brutale e da dodici anni di sanzioni economiche, vittima
di un conflitto che non ha in alcun modo contribuito a provocare.
Questa assistenza dovrà concretizzarsi nella richiesta agli Stati
confinanti con l´Iraq di tenere aperte le frontiere, nell´aiuto a
questi ultimi affinché siano in grado di accogliere i rifugiati e in
misure immediate di assistenza alle vittime della guerra che
arriveranno ai nostri confini», ha dichiarato Marco Bertotto di
Amnesty International.

Sulla base delle ragioni sopra esposte, Amnesty International,
ICS-Consorzio Italiano di Solidarietà e Medici Senza Frontiere
lanciano un appello al Governo e al Parlamento italiani affinché siano
adottate le seguenti misure urgenti:

1. vengano emessi gli atti legislativi e amministrativi previsti dalla
legislazione vigente, e segnatamente dall´art. 20 (misure
straordinarie di accoglienza per eventi eccezionali) della L. 189/02,
affinché per tutta la durata del conflitto e del dopoguerra in Iraq
sia attribuito a tutti i cittadini iracheni in fuga dal Paese un
permesso di soggiorno temporaneo e rinnovabile per motivi di
protezione umanitaria, abilitante al lavoro e al ricongiungimento
familiare, senza pregiudizio per l´eventuale richiesta di asilo
politico in Italia o in altri paesi;

2. un analogo permesso sia riconosciuto ai cittadini di etnia kurda
provenienti da altri paesi dell´area, ed in particolare dalla Turchia,
nonché a coloro che, venendo dai paesi coinvolti nel teatro di guerra,
si dichiarino obiettori o renitenti alla leva, in analogia con quanto
avvenuto con le chiare disposizioni che furono previste dalla L.
390/92 art. 2 bis, durante il confitto nei territori della ex
Jugoslavia;

3. vengano impartite istruzioni alle autorità consolari italiane in
Iran, Giordania, Siria e Turchia, affinché in via eccezionale si
prendano in esame "in loco" con procedura d´urgenza eventuali
richieste di protezione umanitaria e/o di asilo politico, nonché di
ricongiungimento familiare, con persone che abbiano richiesto o
ottenuto in Italia l´asilo politico, attribuendo agli interessati, se
del caso, un visto temporaneo per l´ingresso in Italia;

4. venga attuato immediatamente un piano nazionale di emergenza per
l´accoglienza dei profughi dalla guerra e sia istituito un tavolo di
coordinamento degli interventi tra le istituzioni e gli enti e gli
organismi umanitari maggiormente rappresentativi. Ferma restando la
necessaria condivisione europea e quindi la necessità di distribuire
l´accoglienza nei vari paesi in base a criteri di unità familiare e
coesione comunitaria, anche in deroga alle norme generalmente valide
sulla scelta del paese d´asilo, nell´attuazione del piano nazionale di
accoglienza andrà evitato il più possibile il ricorso all´utilizzo di
grandi strutture demaniali, privilegiando le forme di accoglienza
diffusa, coinvolgendo gli enti locali e l´associazionismo attraverso
una possibile estensione dell´esperienza positiva del Programma
Nazionale Asilo (Pna).




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