CONTRO UN MURO DI SILENZIO - 1000 GIORNI DI RUMORE

Giugno 2004



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Tre anni fa, all'inizio dell'estate, qualche individuo, stufo di assistere passivamente alle feste comandate dall'alto, si mise in testa di organizzare un concerto punk nel Mercato del Bestiame: "Contro un muro di silenzio, un giorno di rumore". L'iniziativa riscosse un discreto successo, e venne replicata l'anno seguente. Dal momento che quest'anno il concerto non avrà luogo, ci sembra necessario fare chiarezza su qualche punto di questa vicenda.

Noi non siamo una specie di impresa del business dei concerti. Non è mai stato facile per noi, nemici di ogni lobby economica politica culturale o parrocchiale, ottenere i permessi necessari. Nonostante la perdurante e crescente inimicizia nei confronti di ogni ordine esistente, avevamo scelto di "fare le cose in regola". Richieste da protocollare, SIAE da pagare, strutture e impianti elettrici da certificare. Mai abbiamo chiesto al Comune contributi, favori, aiuti, concessioni gratuite, patrocini. Autotassazione, autonomia, indipendenza, radicalità, questi sono i nostri principi. Non è stato facile, perchè l'Amministrazione comunale ha sempre tentato di ostacolarci. Le scuse sono sempre state le più varie: la zona non è idonea, ci saranno dei lavori, motivi di ordine pubblico. Scuse improbabili, tutto falso: con un po' di memoria, logica e determinazione abbiamo sempre superato ogni problema. Ma oggi contro di noi l'Amministrazione ha un arma in più: il consenso di 86 cittadini, firmatari di una petizione contro il concerto del 2003. Potremmo rispondere che 86 firme sono poche, considerando la massa di persone che vive attorno alla zona, ma mai ci siamo posti problemi di maggioranza/minoranza. Potremmo dire che avendo sempre fatto tutto secondo la legge, abbiamo il diritto di organizzare questo concerto in un luogo pubblico, ma non siamo il tipo di persone che piange e reclama dallo Stato i propri diritti. Potremmo anche dire che, in barba a petizioni e norme di sicurezza, dopo il nostro ultimo altri concerti sono stati fatti, proprio nel Mercato del Bestiame, ma noi non siamo, nè vogliamo essere, la Pro Loco o il Nomadi Fan-Club. Potremmo anche dire che a quanto pare ci sono petizioni di serie A e altre di serie B, come potranno facilmente confermare i firmatari di una protesta contro le manifestazioni sportive e musicali in Piazza Antichi Bastioni, protesta ignorata dalla Giunta comunale proprio pochi giorni fa. Potremmo, ma non lo facciamo: non vogliamo ingraziarci i vicini del Rione Bastioni, i quali contro di noi non avrebbero agito diversamente dai vicini del mercato.

Naturalmente la Giunta, "ritenendo l'iniziativa meritevole di considerazione", ci ha molto volentieri "suggerito" di spostare il concerto davanti alla Teksid. Tenetevi la vostra considerazione e i vostri suggerimenti, banda di burocrati, palazzinari nazisti, intellettuali, preti e artisti falliti: non sappiamo che farcene. Arrivereste a offrirci palco, tendone, luci, dodici cessi chimici e un servizio gratuito di taxi pur di cacciarci dal centro. Ma ora noi vogliamo parlare d'altro, vogliamo alzare il tiro.

Vogliamo parlare di come sia cambiato il concetto di abitare una città, di come non ci sia affacci più alla finestra per vedere cosa succede di sotto, non si scenda più in strada per capire cosa accade, o magari anche per litigare. Oggi no, oggi si chiudono le finestre, si sbarrano le porte, e se il rumore entra lo stesso si invoca la Polizia prima e l'Amministrazione poi. E a forza di non uscire più di casa, cari cittadini in cerca di un po' di tranquillità, non vi accorgete che lo spazio urbano sta subendo una radicale mutazione; non vi accorgete che speculazione edilizia, sorveglianza e videosorveglianza stanno trasformando i quartieri in carceri. Vigilantes privati nei supermercati, ausiliari del traffico e vigili urbani con supermoto invadono la nostra città. Centinaia di occhi elettronici spiano i nostri movimenti, e da qualche tempo anche l'Amministrazione comunale ha deciso di fare la sua parte, installando alcune telecamere per controllare le aree di raccolta rifiuti.

Chi delega all'autorità la soluzione dei propri problemi merita lo stesso disprezzo che proviamo per l'autorità stessa.

Quanto a noi, vi farà piacere apprendere che non chineremo mai le nostre teste.

INDIVIDUALITÀ DI CHARME