CON IL COLTELLO TRA I DENTI

Settembre 2005



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Cosa succede a Torino? Le aggressioni fasciste, le cariche della polizia, gli arresti, i teoremi giudiziari e gli sgomberi sono evidentemente legati all'incombere delle Olimpiadi invernali. Tuttavia, si inseriscono in un disegno di portata più ampia, che punta alla criminalizzazione, all'isolamento e all'eliminazione a livello nazionale di ogni dissidenza interna.
Nessuno può dormire sonni tranquilli. Se queste prime ondate repressive dovessero avere successo il fronte nemico avanzerà, a Torino come in tutta Italia. E questo abbasserà ulteriormente la soglia di tolleranza del dominio nei confronti di idee e comportamenti non conformi con i suoi progetti, e comprimerà le libertà di tutti.
L'offensiva dei padroni è a tutto campo, dai proletari sfruttati in patria alle popolazioni dei paesi in guerra, fino agli immigrati clandestini che sono l'anello di congiunzione della guerra civile scatenata contro noi tutti.
Se vogliamo difenderci non possiamo certo barricarci dentro le poche case rimaste in piedi. Le nostre forze non ci consentono di difendere le roccaforti conquistate? Nulla ci vieta di abbandonare, per ora, questo campo di battaglia, ma lasciamo dietro di noi terra bruciata. Dobbiamo uscire allo scoperto e portare ovunque la nostra rabbia: ci difendiamo dagli attacchi del potere sempre con meno convinzione, e meno fantasia, senza mai contrattaccare. La difesa statica lascia al nemico la possibilità di decidere modi, tempi e luoghi dello scontro.
Le lotte sociali che emergono dalle contraddizioni di questa società ci hanno visto troppo spesso assenti. Non si tratta naturalmente di cavalcarle, nè tantomeno di dirigerle, comandarle o controllarle. Oggi più che mai dobbiamo iniziare il contrattacco nell'unico modo possibile: diventando complici dei ribelli. Senza perdere tempo in calcoli politici, piccoli gruppi rivoluzionari di individui affini possono dare il loro contributo incisivo ai vari conflitti sociali.
L'unica tempesta che rovescerà i padroni dalle loro poltrone, e che auspicabilmente spazzerà via le poltrone stesse, di modo che nessuno prenda mai più il loro posto, è la guerra sociale di tutti gli sfruttati contro i loro sfruttatori.

Rivoltosi scomodi