PROVINCIA GRAMA

Quattro persone fermate e trattenute in caserma per un'ora a Carmagnola.

Agosto 2005

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Carmagnola, Domenica 28 Agosto 2005. Sarà che la Sagra del Peperone rende tutti un po' più nervosi, sarà che gli stiamo toccando la Tangenziale, ma l'aria di Carmagnola, già abbastanza appestata di suo, sembra essersi fatta irrespirabile. Quattro persone sono state fermate, identificate e trattenute per un'ora nella locale caserma dei Carabinieri. Il motivo? Un normalissimo volantinaggio.

Tra aste di peperoni e cabaret di provincia, i quattro volantinavano nella centralissima Piazza Sant'Agostino, davanti allo stand della Croce Rossa e a quello della Reale Mutua Assicurazioni. La prima, collaboratrice tutt'altro che imparziale dell'esercito nella guerra in Iraq e responsabile della gestione dei CPT per la guerra domestica. La seconda, sponsor ufficiale dei giochi olimpici di Torino 2006, causa della devastazione e del saccheggio della Val di Susa.

Evidentemente la cosa non è piaciuta allo sceriffo locale, presente in alta uniforme per assistere al raduno di Ferrari. Il maresciallo Romanin, che forse non se la sentiva di affrontare da solo i quattro, si è immediatamente assicurato la superiorità numerica chiamando rinforzi.
Otto carabinieri (di cui cinque in borghese), praticamente la caserma al gran completo, più quattro vigili e due volontari della protezione civile. Fieri del soprannumero, (tre contro uno) hanno circondato i ragazzi per chiedere se erano provvisti di una fantomatica "autorizzazione comunale". Ora, a Carmagnola è vietato gettare volantini per terra o metterli sotto i tergicristalli delle automobili, è perfino vietato lanciare riso o coriandoli ai matrimoni, ma non esiste ancora la regola di chiedere il permesso al Comune per far circolare a mano il proprio pensiero.

Un volantino contro le Olimpiadi viene sequestrato e "spedito alla DIGOS per accertamenti". Si tratterà di rilevare le impronte digitali, o di interpretarne il testo? Chiedono i documenti, e non contenti iniziano a provocare i ragazzi con domande del tipo "ma voi appartenete a qualche casa sociale [sic!] di Torino?". Poi sfoderano il loro cavallo di battaglia, la solfa del "lavorate/non lavorate/parassiti".

Finite le idee, decidono che è ora di smetterla di rovinare la già triste festa della Sagra, e portano tutti quanti in caserma per accertamenti. Alle proteste dei quattro, rispondono che i documenti di identità potrebbero essere "falsi o falsificati", e che la legge consente loro di trattenere i sospetti fino a 24 ore.

Dopo un'ora, i quattro vengono rilasciati, naturalmente senza alcuna accusa. Di loro, la meschinità carmagnolese potrà dire tutto il male possibile, ma mai che siano dei vigliacchi, o dei disonesti. Vigliacco è lo sbirro e disonesto chi lo manovra. Inquietante la morale della favola: anche nell'ultimo paese di provincia l'autoritarismo fa passi da gigante. D'ora in avanti, è infatti possibile che quattro persone indesiderate vengano tolte di mezzo senza tanti complimenti, con scuse idiote, e un dispiegamento irragionevole di forze dell'ordine. Ma non finisce qui. Non mendicheremo mai il diritto a volantinare, piuttosto, ci adegueremo alle nuove condizioni del conflitto sociale. Per essere sempre spine, nel culo del potere.

www.ecn.org/peperonenero