ALFONSO SABELLA: BOIA DI STATO Aprile 2005 |
Venerdì 8 Aprile il "Centro Falcone e Borsellino" organizzerà la Terza Giornata della Legalità, un dibattito pubblico per parlare di "Memoria, Legalità e Libertà". L'ospite principale, il supereroe dell'antimafia Giancarlo Caselli, sarà affiancato da un personaggio forse meno noto, ma con un passato che scotta: Alfonso Sabella. SPINE NEL FIANCO "Il macello lo hanno fatto quelli del GOM della penitenziaria. Calci, pugni, insulti: i diritti costituzionali erano sospesi. E dicevano: tranquilli, siamo coperti. Il cancello si apriva in continuazione, dai furgoni scendevano quei ragazzi e giù botte. Li hanno fatti stare in piedi contro i muri. Una volta all'interno gli sbattevano la testa contro il muro. A qualcuno hanno pisciato addosso, altri colpi se non cantavano faccetta nera. Una ragazza vomitava sangue e le kapò dei GOM la stavano a guardare. Alle ragazze le minacciavano di stuprarle con i manganelli".
Intervista ad un agente di Polizia - La Repubblica, 26.07.01
Già magistrato nella procura di Palermo, Sabella è diventato famoso nel Luglio 2001, grazie al G8 di Genova. Da lui dipendevano tutti i reparti di Polizia Penitenziaria stanziati a Bolzaneto, compresi i GOM (Gruppi Operativi Mobili), sbirri "senza ordini scritti" impiegati per i lavoretti delicati nelle carceri italiane: umiliazioni psicologiche e pestaggi assoluti. A Genova suoi uomini torturarono oltre 500 persone.
Alfonso Sabella non deve parlare. Perché è più di un personaggio impresentabile. Alfonso Sabella è un aguzzino, un boia di Stato, e complice è chi lo invita, chi ci dibatte, chi tace e chi acconsente.
Alfonso Sabella non deve parlare. Non abbiamo nessun diritto per pretenderlo ma ce lo prendiamo, molto poco democraticamente. Perché i dibattiti sono sempre e solo un assordante monologo del potere, che impone la sua legge per mantenere l'ingiustizia dell'ordine sociale presente.
E noi, ché la nostra argomentazione è l'attacco, e la nostra logica è il conflitto sociale, abbiamo un consiglio per Alfonso Sabella: stattene a casa. E in caso contrario, un invito a tutti per dargli il benvenuto che si merita.
Alfonso Sabella si vanta di andare in giro senza scorta, perché non ha paura della mafia. Vedremo quanta polizia ci sarà a proteggerlo. Vedremo se egli teme di più un organizzazione criminale o l'odio di classe.
Vedremo chi sono i suoi amici, e chi sono i suoi nemici.