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LA MONSANTO IN CHIAPAS
La Jornada 15 febbraio 2005
- Il gigante della produzione di transgenici
acquisisce un impianto a Yax Nah
LA VENDITA DI SEMINIS APRE LE PORTE DELLA SELVA
LACANDONA ALLA MONSANTO
- La Pulsar ha ottenuto l'accesso ai Montes Azules con
presunti obiettivi di conservazione ambientale
HERMANN BELLINGHAUSEN Inviato
La Trinitaria, Chis. 15 febbraio. Il gigante della
biotecnologia Monsanto bussa direttamente alle porte
della selva lacandona. Acquisendo la società messicana
Seminis questo mese di gennaio, la compagnia con sede
a Saint Louis Missouri e presente quasi in tutto il
Messico (per non dire nel mondo) è in posizione
privilegiata nel momento del decollo - letteralmente -
delle opzioni migliori sui Montes Azules. Il centro di
produzione e le serre che Seminis possedeva a Yax Nah,
sul confine verso Montebello ed il sud dei Montes
Azules, stanno per diventare proprietà della
multinazionale.
Nel frattempo, i governi federale e statale proseguono
nella loro missione di svuotare i Montes Azules dagli
indios. Solo ieri, celebrando il ricollocamento di
circa 170 famiglie indigene nel villaggio Nuevo Montes
Azules (sic), in terre intorno a Palenque che il muovo
segretario del'Economia locale ha venduto al governo,
i funzionari federali hanno parlato allegramente dei
milioni di pesos spesi per questa regione del Chiapas.
Il titolare della Segreteria dell'Ambiente e Risorse
Naturali, Alberto Cárdenas Jiménez, ha annunciato
l'investimento di 400 milioni di pesos per azioni di
vigilanza delle aree naturali protette e "aiuti alla
produzione".
Consegnando un milione 500 mila pesos per altri
progetti produttivi, l'incaricata nazionale per lo
Sviluppo dei Popoli Indio, Xóchitl Gálvez, ha
informato che la Federazione consegnerà al Chiapas
altri 27 milioni di pesos, "con l'obiettivo di
investirli in altri programmi che vadano a beneficio
di donne, bambini e degli altri abitanti indigeni
dell'entità."
Questo, più i 200 milioni di pesos per il turismo
"sostenibile", l'evidente investimento in strade e
ponti e lo spettacolare spiegamento militare in questo
sud della selva, rivela che è arrivata l'ora per la
vera danza dei milioni. È proprio adesso che Monsanto
Company acquisisce totalmente, con i pesanti debiti,
la società Seminis, proprietà di Alfonso Romo Garza,
per un milione 400 mila dollari "in contanti", secondo
l'annuncio ufficiale.
"L'assorbimento di Seminis è un complemento ideale per
la nostra compagnia come produttrice globale di
prodotti orticoli, inoltre, la tendenza verso diete
più sane sta crescendo regolarmente negli ultimi
anni", ha detto Hugh Grant, presidente della
multinazionale. "Seminis occupa una posizione unica in
questo segmento crescente dell'agricoltura e
l'acquisizione amplia la capacità di crescita di
Monsanto. Abbiamo voglia di fomentare la crescita e la
posizione di leadership stabilita da Alfonso Romo e la
sua squadra, essendo il giro d'affari di Seminis
un'ampliamento importante per la nostra gamma di
sementi."
Seminis fornisce più di 3 mila 500 varietà di sementi
di prodotti orticoli in oltre 150 paesi. Romo,
presidente del gruppo Savia-Pulsar, ha dichiarato di
ritenere che Seminis "può raggiungere il suo massimo
potenziale come parte di Monsanto. Apportiamo una
tecnologia complementare ed un'esperienza
specializzata". Pulsar è presente da anni nei Montes
Azules con propositi di presunta conservazione
ambientale.
A sua volta, il 25 gennaio scorso l'impresa
statunitense ha annunciato che "da una prospettiva
tecnologica Monsanto ha l'intenzione di continuare per
la strada seguita da Seminis, e questo significa
focalizzarsi nello sviluppo di prodotti attraverso
tecnologie avanzate di miglioramento genetico. A lungo
termine le applicazioni della biotecnologia potrebbero
essere un'opzione e saranno valutate nel contesto
delle priorità di ricerca e sviluppo di Monsanto, così
come delle opportunità potenziali di affari."
Nick Parker e Karl Beitel, dell'organismo indipendente
Food First, l'11 febbraio scorso hanno scritto che
l'annuncio dell'acquisto di Seminis è stato seguito
poco dopo dalla "curiosa" segnalazione che Monsanto
non vuole ("non ancora") applicare biotecnologie "per
lo sviluppo di queste sementi". Gli autori si
stupiscono perché il commercio di Monsanto è
precisamente la biotecnologia.
"L'industria biotecnologica promuove gli alimenti
geneticamente modificati opponendo l'argomento che le
sue tecnologie aiuteranno a rompere il ciclo della
fame e ad incrementare la produzione. Non esistono
prove scientifiche che questo sia verità. Studi
realizzati dall'Università del Nebraska, come in
Argentina ed Australia, hanno rilevato che la
produzione associata con organismi modificati registra
cadute fin del 30%."
L'acquisizione di Seminis da parte di Monsanto "ci
mette davanti al bivio verso cui evolverà la
produzione alimentare mondiale", segnalano gli
analisti. "I semi geneticamente modificati espandono
il controllo globale dell'alimentazione. Cinque
corporazioni controllano già il 90% del mercato
mondiale di grano. Per gli analisti di Wall Street, il
futuro di Monsanto dipende dal suo successo nella
produzione di sementi. Ora, l'impresa eserciterà un
controllo significativo sul cibo che si coltiva e si
consuma nel mondo."
Monsanto, Bush e i transgenici
Le prove di produzione transgenica sono iniziate in
Messico nel 1982. Oggi si sono concessi circa 200
permessi ad imprese ed università per coltivare con
questa modalità. Nel 2000 Monsanto si era accaparrata
quasi il 40% di questi permessi.
La maggior parte di questi permessi sono per la
coltivazione di mais, seguiti da cotone, pomodoro e
soia, principalmente. Ufficialmente, ne hanno
beneficiato una trentina di imprese, ma la Rural
Advancement Foundation International (RAFI) nel 2000
ha concluso che in realtà si tratta solo di: Monsanto
(o la sua filiale Asgrow e Calgene), Pulsar
(attraverso Seminis), DuPont (e la sua sussidiaria
Pioneer) ed Aventis.
In Chiapas è stata rilevata più volte la semina di
transgenici fuori controllo, soprattutto nei municipi
di Las Margaritas, Ocosingo, Palenque e Playas de
Catazajá, cioè, la selva lacandona ed i suoi paraggi,
secondo analisi di Global Exchange. Questo organismo
ha segnalato che l'industria biotecnologica si è
rafforzata con l'arrivo di George W. Bush alla
presidenza degli Stati Uniti il cui padre promosse
l'avvocato di Monsanto, Clarence Thomas, a giudice
della Corte Suprema di Giustizia. "Non è un caso che
Thomas sia stato colui che diede il voto finale
affinché Bush figlio vincesse le elezioni del 2000".
Per il resto, Donald Rumsfeld, segretario della
Difesa, è stato presidente di Searle, acquisita da
Monsanto. Ann Veneman, segretaria dell'Agricoltura, è
stata membro della direzione di Calgene
Pharmaceuticals, sussidiaria di Monsanto. Mitch
Daniels, direttore dell'ufficio Gestione e Bilancio,
era vicepresidente di Eli Lilly quando sviluppò vari
prodotti con Monsanto. Tommy Thompson, segretario alla
Sanità, e John Ashcroft, ex procuratore generale,
hanno forti vincoli con le multinazionali.
"Dal governo statunitense, dirigenti e ricercatori di
Monsanto hanno impedito che a livello legale i semi
transgenici siano separati dai non transgenici nei
prodotti agricoli per l'esportazione. In Messico sta
iniziando l'assalto delle multinazionali ai governi
per definire le politiche agricole. Alfonso Romo, di
Pulsar, amico del presidente Vicente Fox, continua ad
imporre le direttive in materia di biotecnologia e la
sua concezione sulla produzione alimentare in
Messico."
Di sicuro, Monsanto utilizza glifosfato ed altri
esfolianti per il Plan Colombia. Secondo Globale
Exchange, "questo ha suscitato le denunce di contadini
colombiani per la distruzione di alberi e
coltivazioni, oltre a causare la morte di animali
domestici e l'inquinamento di sorgenti d'acqua".
Bisogna segnalare che gli erbicidi Rival, Faena e
Rangel distribuiti in Chiapas attraverso i progetti
governativi, contengono il glifosfato di Monsanto.
Non dimentichiamo che l'industria di Saint Louis
Missouri ha fornito all'esercito statunitense i
desfolianti che spianarono 2,5 milioni di ettari in
Vietnam durante la guerra, nell'operazione segreta
Ranch Hand, quando furono sparsi sul paese asiatico 76
milioni di litri di desfoliante; più della metà
corrispondeva al sinistro Agente Arancia di Monsanto.
Nella candida promozione della sua attività agricola,
la multinazionale delle biotecnologie così oggi si
riassume: "la Monsanto oggi sta portando a termine
tutto questo. Immaginate le possibilità che avremo
domani". Immaginiamole.
(Traduzione del Comitato Chiapas "Maribel" di Bergamo)
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