Sul sequestro di Indymedia



Sul sequestro di indymedia

Il 6 ottobre vengono sequestrati da parte del FBI gli hard disk di indymedia, per l'esattezza dei seguenti siti: Amazonia, Uruguay, Andorra, Polonia, Massachusetts occidentale, Nizza, Nantes, Lilles, Marsiglia (tutta la Francia), Euskal Herria (paese Basco), Liegi, Vlaanderen est, Antwerpen (tutto il Belgio), Belgrado, Portogallo, Praga, Galiza, Italia, Brasile, Regno Unito parte del sito della Germania ed il sito della radio on-line di Indymedia.org. Il sequestro non avviene sul suolo statunitense ma su quello inglese ( non c'è tutta questa differenza dirà qualcuno). A tutt'oggi non si sanno le reali motivazioni: prima si parla di alcune foto di due poliziotti pubblicati su Indymedia svizzera, poi si tira fuori un'inchiesta della procura di Bologna nata in seguito ad una interpellanza parlamentare del fascista Landolfi (quello noto per aver raccomandato a Gad Lerner dei suoi protegé) riguardante alcuni pareri eterodossi sull'attentato di Nassyria pubblicati da alcuni anonimi nella colonna dei commenti. Non poteva mancare infine, la pista anarchica. Tutto sarebbe nato per alcuni commenti che potrebbero essere utili per far luce sul pacchetto natalizio esplosivo recapitato il natale scorso a casa Prodi. Diciamo subito che tutte queste ipotesi, proprio perché tali, sono piuttosto fantasiose e fanno pensare ad un tentativo (anzi, svariati tentativi) di depistaggio e di giustificazione a posteriori. Se infatti un'autorità giudiziaria qualsivoglia emette un provvedimento, si presuppone che questa sappia di che provvedimento si tratta. Inoltre, in tutti questi casi, il provvedimento di sequestro appare non solo sproporzionato, ma anche inutile, dal momento che è impossibile risalire alla identità di anonimi postatori. Allora quale la spiegazione del sequestro? E' molto semplice, viste le modalità (L'impiego di apparati di sicurezza addirittura della superpotenza mondiale): Si tratta di un avvertimento: o rigate dritti oppure possiamo farvi chiudere la bocca. Molto chiaro e semplice, il resto è fumo per le anime belle che credono che la cosidetta "guerra la terrorismo" non sia, sul piano interno, una guerra a qualsiasi idea, informazione, movimento che sia contro o semplicemente non allineato. La risposta è arrivata con la riattivazione del servizio. Non sarà facile far zittire il mondo. Ad indymedia la nostra solidarietà, ai padroni del mondo la nostra pernacchia. ricordate: sarà una risata che vi seppellirà





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