Signor presidente,
le scrivo una lettera che leggerà,
forse, se avrà tempo di farlo.
Ho appena ricevuto i documenti militari
per partire in guerra
entro mercoledì sera.
Signor presidente,
io non voglio farla,
non sono sulla terra per ammazzare povera gente.
Non è certo per offenderla,
ma devo dirle che ho preso la mia decisione:
sarò disertore.
Da quando sono nato ho visto partire i miei fratelli e piangere i miei figli.
Mia madre ha sofferto tanto che è già nella tomba:
se ne frega delle bombe, lei, se ne frega anche dei vermi.
Domani di buon mattino, chiuderò la mia porta in faccia agli anni morti e me ne andrò per le strade.
Rifiutate di obbedire, rifiutate di fare la guerra, non andateci, rifiutate di partire!
Se bisogna dare il proprio sangue, vada lei a dare il suo,
lei, così buon apostolo, signor presidente.
Se decide di inseguirmi avverta le sue guardie che sarò disarmato e che potranno, quindi,
sparare.

Boris Vian