Rapporto Amnesty 2003



Rapporto Amnesty 2003: in 76 paesi abolita la pena di morte per tutti i reati.
Migliora la lotta all'impunità 28/05/2003 14.42.08 ROMA - Sul fronte dei diritti umani ci sono anche buone notizie, secondo il Rapporto 2003 di Amnesty International che nell'anno passato ha potuto registrare il rilascio di molti prigionieri di coscienza, la commutazione di numerose condanne a morte e miglioramenti nella situazione di molte altre vittime di abusi dei diritti umani.
In 76 paesi - stata abolita la pena di morte per tutti i reati, in 15 resta in vigore la pena capitale solo per quelli previsti dalle leggi militari o commessi in circostanze eccezionali (ad esempio in tempo di guerra).
Inoltre più di 20 paesi mantengono la pena di morte per i crimini ordinari, ma non eseguono condanne a morte da 10 anni.
Tra i casi segnalati dall'organizzazione internazionale, Cipro - l'ultima esecuzione risaliva al 1962 - dove il Codice penale militare - stato emendato, rendendo così il paese completamente abolizionista.
Analoga situazione anche per la Jugoslavia, da quando l'Assemblea del Montenegro ha modificato il codice penale, eliminando la pena di morte dalle leggi del paese.
In Turchia invece - stata adottata una legge che abolisce la pena di morte eccetto in tempo di guerra o in caso di imminente minaccia di guerra, mentre la presidente Gloria Macapagal-Arroyo delle Filippine ha sospeso tutte le esecuzioni in attesa che il Congresso esamini un disegno di legge per abolire la pena di morte.
Tra le vicende di violazioni ed abusi risoltesi positivamente grazie ad un'azione di pressione internazionale e segnalate nel Rapporto 2003 quella di Fabiýn Nsu- Nguema Obono, avvocato e oppositore politico nella Guinea Equatoriale, arrestato per aver pubblicato su internet un comunicato critico nei confronti del governo e rilasciato il 16 ottobre scorso grazie a un'amnistia concessa nell'anniversario dell'indipendenza del paese e quella di Hassan Bility, giornalista del quotidiano The Analyst, accusato di appoggiare il gruppo armato di opposizione Liberiani uniti per la riconciliazione e la democrazia e detenuto in incommunicado e senza accusa - processo dal 24 giugno 2002: - stato rilasciato il 7 dicembre scorso dopo un'intensa campagna nazionale e internazionale di pressione e consegnato all'ambasciata degli Stati Uniti d'America.
Amnesty giudica positivamente anche la detenzione preventiva dell'ex generale Leopoldo Fortunato Galtieri e di 25 ex membri delle forze armate e il congelamento dei loro beni in Argentina: sono state accusati di responsabilità in rapimenti, detenzioni illegali, torture, sparizioni e uccisioni nei confronti di 20 appartenenti al gruppo armato Montoneros nel 1978 e 1980.
Sul fronte della lotta all'impunità un passo avanti - stato fatto anche in Per-, dove la Commissione per la verità e la riconciliazione, istituita nel 2001 per stabilire le circostanze delle violazioni dei diritti umani commesse dallo stato e degli abusi commessi dai gruppi armati d'opposizione tra il maggio del 1980 e il novembre del 2000, ha tenuto sette udienze pubbliche.
Esecuzioni extragiudiziali, sparizioni, torture: resta critica la situazione in molti paesi, anche in nome della 'guerra al terrorismo'.
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00 ROMA - Esecuzioni extragiudiziali, sparizioni, torture e altre gravi violazioni ai diritti umani.
La situazione resta critica in moltissimi paesi secondo il Rapporto Annuale di Amnesty International presentato questa mattina a Roma.
A rendere particolarmente complicata la tutela dei diritti umani anche a livello internazionale la 'guerra al terrorismo', che dopo l'11 settembre e i conflitti che ne sono scaturiti, ha spinto moltissimi paesi a restringere le libertà individuali.
Nell'ultimo anno, secondo Amnesty, si - assistito a una "spinta globale per l'adozione di misure di sicurezza nazionale" spesso - appunto - a spese dei diritti umani.
Questo clima internazionale ha costituito una concreta minaccia per la difesa dei diritti umani.
si legge nel rapporto - Gli Usa hanno continuato a negare i diritti internazionalmente riconosciuti alle persone arrestate nel contesto della 'guerra contro il terrorismo'.
A migliaia sono stati arrestati nella guerra in Afghanistan nel disprezzo del diritto internazionale umanitario.
(É)Molti dei 1200 stranieri per lo più musulmani di origine araba o sud asiatica imprigionati negli Usa durante le indagini sull'attacco dell'11 settembre sono stati a loro volta privati delle garanzie previste dal diritto internazionale E se l'America ha reagito così di fronte al grave attentato che l'ha ferita, in Europa cià ha comportato una riduzione dei diritti dei richiedenti asilo.
Amnesty ha espresso timori circa nuove legislazioni che hanno creato ancora maggiori restrizioni in Austria, Danimarca, Italia, Regno Unito e Ungheria; inoltre persone sono state rimpatriate a forza, nonostante il rischio di subire torture e maltrattamenti, da Federazione Russa, Germania, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan.
più in generale peggiorano gli abusi in molti paesi dell'Asia e del Pacifico, in molte zone del Medio Oriente e del Nordafrica (oltre alle zone di guerra) e gravi violazioni in situazioni di conflitto e post-conflitto si sono verificate anche nella Federazione Russa e nei Balcani occidentali.
In Africa - dove la pena di morte - stata ancora imposta in 14 paesi ed esecuzioni di condanne a morte sono avvenute in Nigeria, Sudan e Uganda - la situazione dei diritti umani - rimasta grave in gran parte del continente: i conflitti armati e le guerre civili hanno prodotto la morte di migliaia di persone e distrutto mezzi di sussistenza.
Positiva invece in Sierra Leone l'istituzione di un tribunale speciale patrocinato dalle Nazioni Unite per giudicare i gravi abusi commessi durante il conflitto.
Amnesty International ha continuato a ricevere notizie di uccisioni illegali da parte delle forze di sicurezza in almeno 13 paesi, tra cui Argentina, Guyana, Haiti, Paraguay e Usa.
Secondo il rapporto 2003, in Giamaica almeno 133 persone sono state uccise dalla polizia, molte apparentemente in modo illegale, in Argentina la polizia ha ucciso manifestanti e anche dal Venezuela sono pervenute numerose segnalazioni di uccisioni ad opera della polizia.
Dure condizioni detentive sono state documentate in Belize, Bolivia, Brasile, Ecuador, Giamaica, Per¦, Uruguay e Usa; casi di morte in custodia sono stati riportati in Brasile e negli Usa e molti prigionieri di coscienza sono rimasti in carcere in Per¦.
Difficile la situazione anche in Cina dove la campagna Colpire duro contro la criminalità, lanciata nell'aprile 2001, - stata rinnovata per un altro anno determinando l'imposizione di condanne a morte e al carcere duro, spesso a seguito di processi irregolari, il cui verdetto - stato raggiunto anche a seguito di confessioni estorte con la tortura.
Abusi dei diritti si sono verificati anche nella vicinissima Europa, dove secondo Amnesty le minoranze etniche e gli stranieri hanno rischiato torture e maltrattamenti da parte di funzionari statali e di attori non statali, mentre ebrei e arabi sono stati vittime di un'ondata di attacchi razzisti in diversi paesi, come Belgio e Francia.
E tra le violazioni più tristi registrate da Amnesty quella di alcuni bambini stranieri abbandonati, per lo più di origine marocchina, che in Spagna hanno denunciato maltrattamenti e abusi sessuali in alcuni centri di accoglienza a Melilla e nelle isole Canarie.
Rapporto Amnesty 2003.
In Iraq casi di tortura e maltrattamento nei confronti dei prigionieri di guerra 28/05/2003 16.
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18 ROMA In Iraq si stanno verificando casi di maltrattamento e tortura nei confronti dei prigionieri di guerra da parte dei militari statunitensi e del Regno Unito: lo ha riferito Marco Bertotto, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International, di ritorno da Baghdad, nel corso della presentazione del Rapporto Annuale 2003 di Amnesty International, svoltasi stamani all'Istituto della Enciclopedia Italiana.
Da circa un mese AI, che era stata esclusa dall'Iraq per un decennio, - tornata ad operare nel paese, potendo quindi verificare direttamente gli episodi di maltrattamento e tortura, denunciando i casi e gli abusi che si stanno compiendo nelle fosse comuni.
Infatti questi luoghi sono privi di protezione, quindi i parenti delle vittime cercano di recuperare le salme, inquinando così le prove necessarie per incriminare i responsabili delle stragi, ha osservato Bertotto.
Il post conflitto é il secondo tempo della guerra, ha rilevato ancora Bertotto: a 50 giorni dall'ultima bomba gettata sull'Iraq il paese - ancora nel caos e non - stata presa ancora nessuna decisione in merito agli osservatori dei diritti umani.
Viene profuso più impegno nel commercio del petrolio, nel fare affari e stipulare contratti, dimostrando l'ipocrisia dei governi che usano strumentalmente i diritti umani, ha affermato il presidente della Sezione italiana di AI, ricordando la sospetta ma ancora non dimostrata presenza di armi di distruzione di massa.
Intanto proseguono le scoperte delle fosse comuni e le 3 settimane di conflitto hanno evidenziato come siano stati calpestati i diritti umanitari con attacchi indiscriminati alla tv irachena, all'Hotel Palesatine, al mercato di Baghdad e uso di bombe a grappolo: lo dimostrano i feriti nei 40 ospedali di Baghdad Occorre garantire un futuro sul rispetto dei diritti umani ha concluso -, assicurando il soccorso ai 26 milioni di cittadini iracheni Rapporto Amnesty 2003: ''Altro che burqa alle ortiche! In Afghanistan continuano le violazioni'' 28/05/2003 16.
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05 ROMA "Altro che burqa alle ortiche! In Afghanistan continuano le violazioni dei diritti umani delle donne e sono ripresi gli episodi di acidificazione é la denuncia di Luca Lo Presti, responsabile del coordinamento Sud Asia della Sezione Italiana di Amnesty International, di ritorno da Kabul, intervenuto alla presentazione odierna presso l'Istituto della Enciclopedia Italiana - del Rapporto Annuale 2003 di Amnesty International.
Intendiamo risvegliare l'interesse dei media su una realtà rispetto alla quale i riflettori sono ormai spenti ha evidenziato lo Presti -, anche se continuano le violazioni dei diritti umani In particolare, la condizione delle donne afgane ha registrato qualche miglioramento, perchè il governo ha eliminato le leggi scritte dei talebani, ma la maggioranza delle donne in carcere - accusata di atti immorali Inoltre la componente femminile del paese muore spesso di parto e non ha accesso a pari diritti sanitari degli uomini; le donne non hanno neppure la possibilità di aprire attività commerciali, ad esempio i bazar.
E i casi di acidificazione sono ricominciati nei confronti delle donne che mostrano il viso, comunque additate o minacciate per la loro scelta.
Anche nelle carceri afgane si moltiplicano le violazioni dei diritti umani; Amnesty International ha avviato corsi di educazione ai diritti umani di guardie carcerarie e polizia, che per rapina uccide, ha riferito Lo Presti, aggiungendo: L'Afghanistan - un paese in cui l'impunità - dettata dagli accordi.
Nelle prigioni si tortura e la sicurezza per le strade non - garantita Per il momento Amnesty ha stabilito una sua presenza a Kabul e svolge ricerche nelle diverse province del paese, con l'obiettivo di avere un quadro oggettivo della situazione dei diritti umani e di segnalare specifici casi di violazione dei diritti umani all'Autorità transitoria.
Presentazione Rapporto Amnesty: resta simbolicamente vuota la sedia di Muhammad Sa'id Al-Sakhri 28/05/2003 17.
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10 ROMA Un posto lasciato vuoto, durante la presentazione del Rapporto Annuale 2003 di Amnesty International, svoltasi stamani all'Istituto della Enciclopedia Italiana.
La sedia era preparata per Muhammad Sa'id Al-Sakhri, respinto dall'Italia e a rischio di tortura in Siria, rimpatriato dall'aeroporto di Malpensa il 28 novembre 2002.
L'oppositore siriano si troverebbe ancora detenuto presso il carcere di Kafar Susa, senza poter comunicare con l'esterno.
Non siamo qui per celebrare il funerale dei diritti umani ha dichiarato Riccardo Noury, direttore dell'Ufficio Comunicazione della Sezione Italiana di Amnesty International -.
Per un conflitto che esplode, un altro si conclude Ma tra luci e ombre non puà creare sicurezza rispondere al terrore con il terrore, senza distinguere tra combattenti e popolazione civile Inoltre Noury ha ricordato che la guerra al terrorismo ha provocato in Europa fortissime limitazioni al diritto di asilo: - avvenuto il congelamento di domande di asilo presentate da cittadini iracheni in - dei paesi Ue Sottolineato anche l'accanimento contro i giornalisti, maltrattati, picchiati e torturati in Bielorussia, Zimbabwe e Tunisia.
Aumentano allo stesso tempo i casi di repressione per l'uso dei nuovi strumenti di comunicazione: In Cina, Vietnam e Tunisia alcuni giornalisti si trovano in galera per aver usato internet e scaricato materiali dalla rete, oppure per aver chattato In Tunisia il web - guardato con particolare avversione e sono perseguitati oltre ai giornalisti anche avvocati e sindacalisti.
In Russia proseguono i gravi abusi in Cecenia, insieme alle discriminazioni etniche nei confronti delle minoranze caucasiche; sono 19mila i minori detenuti e ben 14mila le donne che vengono uccise ogni anno tra le mura domestiche.
Complessivamente, il Rapporto Annuale 2003 di Amnesty International descrive le violazioni dei diritti umani avvenute nel 2002 in 151 paesi.
Per citare soltanto qualche esempio, nella Repubblica Democratica del Congo all'inizio dell'anno sono pervenute notizie riguardanti uccisioni di civili compiute alla fine del 2002 ad opera del Movimento di liberazione del Congo e del Raggruppamento congolese per la democrazia Nazionale Dalla regione di Kivu continuano a giungere denunce di ulteriori uccisioni e altri abusi dei diritti umani, tra cui stupri, da parte dei gruppi armati e delle forze del governo del Ruanda.
In Colombia, a febbraio, il governo del presidente çlvaro Uribe sta procedendo con una serie di misure che potrebbero esacerbare il già grave problema dell'impunità nel paese; negli ultimi 4 mesi si - anche verificato un aumento degli attacchi contro i civili, in violazione del diritto internazionale umanitario.
Con una mossa che ha segnato un enorme passo indietro per i diritti umani a Cuba, almeno 33 dissidenti arrestati a marzo in un giro di vite contro l'opposizione sono stati condannati a periodi di detenzione incredibilmente lunghi, fino anche a 28 anni, nota il Rapporto.
Mentre i riflettori erano puntati sull'Iraq, gli abusi dei diritti umani sono proseguiti in tutto il Medio Oriente: la media degli omicidi nel conflitto interno in Algeria risulta pari a circa 100 persone al mese, mentre vi sono stati arresti arbitrari e torture in Tunisia e denunce di detenzioni segrete e torture in Marocco.
Inoltre le violazioni dei diritti umani sono proseguite senza soluzione di continuità in Israele e nei Territori occupati Fonte