Un bancario racconta il lato oscuro della finanza
Vedremo la luce in fondo al tunnel?
Scrivo malgrado non sia un risparmiatore incappato, quasi sempre mal consigliato, nel buco nero Parmalat di queste ultime settimane.
Scrivo, diciamo, dall'altra parte della scrivania. Quella di impiegato di una banca. C'è chi ci chiama impropriamente consulenti finanziari. Sempre di più siamo invece venditori finanziari.
La colpa è in parte, dell'impiegato bancario ma soprattutto delle banche. Se queste non fossero complici anche di operazioni tipo Parmalat, perchè avrerebbero 320 agenzie aperte nei paradisi fiscali?
Il risparmiatore non può non fidarsi del bancario.
Infatti, oltre alla competenza specifica, non ha mai tutti gli elementi per decidere. L'Informazione è in mano a chi vende non a chi compra.
Sono certo che moltissimi di noi bancari vendiamo titoli che non conosciamo appieno e la nostra prima preoccupazione, purtroppo, non è informare il cliente.
Quasi tutti i risparmiatori vogliono titoli senza rischi, è vero peròche molti vogliono anche un rendimento che questa sicurezza non puòdare.
Non è così vero che il bancario vende titoli a rischio per soddisfare le esigenze dell'azienda. Se non è una banca collocatrice di quei bond e che se ne vuole liberare la banca ha interessi ben differenti. (vedasi il bel e utile libro di Beppe Scienza "il risparmio tradito")
Ve li illustro perchè vale per tutte le banche. Ed il bancario pressato, anche giornalmente, dalla sua direzione per il raggiungimento di budget/obiettivi di guadagno non puòche adeguarsi, il più delle volte, a vendere determinati prodotti. Questi sono i prodotti che fidelizzano di più la clientela e dove la banca ci guadagna spudoratamente in commissioni e gestione. Questi prodotti sono le obbligazioni dello stesso istituto, i prodotti obbligazionari strutturati (a capitale garantito, indicizzati alle borse, a vari indici, ai fondi) i prodotti assicurativi e le gestioni patrimoniali.
I BOT e gli altri Titoli di Stato, CCT e BTP, invece sono le ultime cose che la banca ha interesse a proporre all'investitore.
Anche se rendessero al cliente, e nella stragrande maggioranza delle volte lo fanno, di più degli altri.
E la diversificazione il più delle volte èsolo fittizia e diversificare non significa sparpagliare.
Ma se i bond Parmalat, Argentina, Lucchini ecc erano strasicuri perchè non se le sono tenuti le banche?
E tutte quelle obbligazioni strutturate, index, polizze che da qualche anno stiamo vendendo come caramelle abbiamo spiegato al cliente quanto gli costano?
Cos'è il sottostante, da che prezzo di emissione parte effettivamente quel titolo, quant'è la percentuale di caricamento e quella per la gestione del contratto ecc?
Io credo di no. Credo di no perchèil cliente si fida, e la vicenda Parmalat lo dimostra. Perchè quasi nessun bancario propone prodotti di stato legati all'inflazione? O prodotti molto meno cari che copiano gli indici di borsa come i fondi ETF? O per assurdo i future (mini) FIB?
I prodotti a capitale garantito si possono, per esempio, costruire spendendo un decimo di quello che le banche chiedono servendosi prevalentemente dei Titoli di Stato ma tutto questo nemmeno i giornali ed i giornalisti economci lo dicono e ora che qualche banca dice di rimborsare i titoli spazzatura proveranno a vendere quei prodotti sopracitati e non Titoli di Stato o ETF. In definitiva non facendo il miglior servizio al cliente. Ancora una volta.
Di questo passo la luce in fondo al tunnel è il fanale di un treno che arriva.
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