DSSA
Vi proponiamo la lettura dell'articolo che segue anche se
non ne condividiamo completamente l'impostazione:
ci sembra davvero troppo ingenuo scandalizzarsi per l'esistenza di strutture come la DSSA
e invocare la "bonifica" dagli "eversori".
Diversi decenni di stragi impunite non hanno insegnato niente?
DSSA: reazionari paralleli
di Gianni Cipriani
12 Jul 2005
Di loro mi ero occupato circa un paio di anni orsono, quando non si
chiamavano ancora Dssa (Dipartimento studi strategici antiterrorismo) ma
"Reparti di protezione nazionale". Ma sempre della stessa minestra si
trattava: l'aquila della Cia ricopiata con poca fantasia come logo, con
l'aggiunta di uno scudetto tricolore (quando si dice l'amor patrio_) e della
scritta "Destra Nazionale"; il sedicente sindacato di polizia chiamato
"Unione nazionale forze di polizia", là dove il plurale indicava la presenza
di poliziotti, carabinieri, finanzieri e perfino guardie forestali; i
proclami contro gli islamici e gli immigrati: feccia della società che
insozzavano l'Italia per colpa dei comunisti, ovviamente. Tutto scritto,
tutto ostentato non senza fanatismo, tutto proclamato. Ed è per questo che
di tutta la storia della cosiddetta "polizia parallela" la cosa che
meraviglia di più non è tanto l'esistenza di rigurgiti fascisti e xenofobi
tra alcuni di coloro che si occupano di sicurezza, quanto che si è dovuta
attendere l'inchiesta della procura di Genova perché alcuni di questi
"sceriffi" in servizio presso le forze di polizia fossero sospesi.
Meraviglia la meraviglia del ministro, sicuramente uno dei migliori di
questo governo, ma che questa volta è sembrato - appunto - Alice nel paese
delle meraviglie, quasi ciò che è stato scoperto da Genova fosse una realtà
inconfessabile ed inimmaginabile. E invece no. Al Viminale erano giunte
segnalazioni su segnalazioni; allarmi su allarmi. Nel mio piccolo, anche gli
articoli che avevo scritto erano finiti sulle rassegne stampa ed erano stato
rilanciati su molti siti internet. Eppure si è giocato alle tre scimmiotte.
Senza le ordinanze di custodia cautelare dei giorni scorsi, gli aderenti
alla Dsst sarebbero rimasti al loro posto. Ed è questa la cosa che,
obiettivamente, fa preoccupare di più: quali controlli ci sono perché una
persona entri e faccia parte di una forza di polizia? Possibile che gente
che pubblicamente proclama la sua personale "lotta allo zingaro" resti al
suo posto o continui ad avere una pistola "regolarmente detenuta"?
Per cui, al di là degli scandalismi, delle rappresentazioni schematiche e
fuorvianti ("polizia parallela", ma quale?) e delle frottole da 007 da bar
(da quando un vero agente segreto allude a mezzo mondo di essere un agente
segreto?) la vera riflessione che deve scaturire da questa vicenda è la
presenza di un filiera o di una nervatura razzista, xenofoba e profondamente
fascista all'interno di limitati settori delle forze di polizia; di settori
delle guardie giurate; di settori di aziende che si occupano di sicurezza.
Una nervatura trasversale che deve essere guardata con attenzione, al di là
degli eccessi folkloristici di alcuni protagonisti, e che deve essere
assolutamente "bonificata". Tra i millantatori e i fanatici di oggi
potrebbero nascondersi gli eversori di domani; le teste calde disponibili a
qualsiasi provocazione. Chi ha buona memoria ricordi la storia del bombarolo
Gianfranco Bertoli: alcolizzato e considerato mezzo scemo dai suoi camerati.
E per questo mandato a gettare la bomba alla questura di Milano. Quindi
niente allarmismi inutili, perché non c'è nessuna Gladio parallela o
quant'altro; nessuna sottovalutazione perché tra chi si occupa di sicurezza,
tra chi ha il porto d'armi, tra chi fa l'investigatore o il "contractor"
girano troppe teste calde. Urge, come detto, una bonifica.
Ma perché è così imbarazzante e avvilente che per prendere uno straccio di
provvedimento sia stata necessaria l'inchiesta della procura di Genova? Si
torni ad un paio di anni orsono, alla Dsst vecchio formato, con gli stessi
uomini, la stessa ideologia. Ecco cosa scrivevano: "L'esistenza della
Repubblica italiana, una ed indivisibile, sovrana ed indipendente, fondata
sul principio dell'uguaglianza di tutti i cittadini, quale che sia la loro
origine e fede religiosa (tranne quella islamica) in pari diritti e doveri,
nella certezza del diritto alla salvaguardia della loro libertà economica e
sociale". E ancora per spiegare la discriminazione dei musulmani: "In quanto
la religione islamica non ha rispetto per l'individuo, poiché l'Islam non
prevede la persona, considerando che per l'islam religione e politica sono
la stessa cosa". Ovviamente nel progetto c'era quello di fermare
l'immigrazione perché dannosa per l'ordine pubblico.
Ecco altri proclami: "Il modo di vivere dei Comunisti è cattivo e maligno,
essi sono un'organizzazione internazionale criminale (_) Il loro obiettivo
primario è l'invasione sistematica della nostra Nazione da parte di zingari,
albanesi, marocchini ed islamici di vario colore, propendono affinché
vengano riconosciute di fatto le famiglie omosessuali e vorrebbero affidare
a questi pervertiti la custodia di bambini . Il loro sogno perverso è
un'Italia piena di zingari, islamici, omosessuali e prostitute (_) questi
senza Dio vogliono fare della nostra Nazione un gigantesco bordello a cielo
aperto. Sono dei nemici e vanno combattuti con ogni mezzo, è razzismo è
discriminazione è violenza il volerci imporre la convivenza forzata con la
spazzatura dell'umanità".
Ecco quindi la necessità di formare gruppi para-militari o giù di lì: "Nei
prossimi mesi l'Italia potrebbe essere investita da attacchi di una violenza
inaudita da parte dei paesi islamici del bacino Mediterraneo. La nostra
Nazione potrebbe essere distrutta prima ancora che le forze alleate
intervengano in ausilio delle forze armate presenti sul territorio. Quanti
di loro ci attaccheranno? Basteranno le sole forze armate e di polizia a
proteggerci? No. La nostra difesa parte da noi stessi con i Reparti di
Protezione Nazionale che in caso di grave pericolo saranno un valido
supporto alle forze armate nazionali".
Per l'adesione all'organizzazione c'era, ovviamente, il giuramento: "Io
liberamente e spontaneamente prometto e giuro di non tradire mai i principi
dell'ideologia a cui oggi solennemente aderisco. Giuro di proteggere,
difendere e servire la mia Patria, l'Italia e con essa tutti gli italiani a
te Gaetano Saya nostro Capo e guida giuro fedeltà e valore. A te e a tutti
coloro che indicherai come Capi giuro obbedienza fino alla morte e che ciò
si avveri con l'aiuto di Dio".
Roba da ridere? Certo. Peccato che questi mattacchioni fossero piuttosto
motivati. E continuassero ad avere i loro contatti. Tanto da rendere
legittima la domanda da porre al Viminale e a tutti gli altri organismi
istituzionali interessati: di fronte a gente che fa dei proclami che da soli
rappresentano un manifesto dell'incitamento all'odio razziale; che afferma
di voler creare una sorta di milizia contro gli islamici, era necessario
aspettare due anni e l'inchiesta della procura di Genova per fare qualcosa?
Davvero non si poteva prendere una misura disciplinare? Davvero chi afferma
questa e cose è meritevole di indossare una divisa?
E' tollerabile, tra le forze dell'ordine, la presenza di chi vuole creare
una milizia per: "Segnalare alle autorità di polizia qualsiasi reato
relativo all'incolumità della persona e della proprietà sia pubblica che
privata; collaborare se richiesto con le autorità dello Stato e con tutte le
forze di polizia per concorrere agli atti richiesti alla tutela della
sicurezza nazionale e dell'ordine pubblico in caso di gravi turbamenti,
nonché della salvaguardia del patrimonio artistico, naturale, ambientale
della Nazione"?
Ecco il vero risvolto inquietante di questa sorta di gruppo di
controspionaggio, antiterrorismo e lotta all'immigrato fai-da te. Oltre gli
aspetti truffaldini (siamo il paese che ha arricchito Wanda Marchi e il mago
Do Nascimento) delle finte palette, dei finti tesserini, delle finte
università, delle finte relazioni internazionali, delle finte cerimonie, dei
finti autisti e delle finte guardie del corpo, c'è questa venatura
profondamente reazionaria che aleggia sulla nostra convivenza democratica.
Non chiediamoci poi, all'indomani di Bolzaneto o dei fatti di Napoli, da
dove spuntino i saluti al Duce o le suonerie con "faccetta nera".
E soprattutto, di fronte ai tentativi sempre più sfacciati e stringenti di
privatizzare la sicurezza sfruttando l'effetto 11 settembre e le paure che
ne sono conseguite, è il caso di dire che questo comparto deve essere tenuto
davvero sotto controllo. Porti d'arma e licenze vanno revocate a chi pesca
nel torbido; chi non è affidabile non deve rimanere nelle forze di polizia.
E sarebbe meglio se l'essere esaltati o pataccari non sia considerato titolo
di merito per accedere alle commissioni d'inchiesta o ai finanziamenti
pubblici. Chissà se tornare ad essere seri e responsabili è una richiesta
rivoluzionaria, riformista, democratica o semplicemente ovvia. Nel
frattempo, questo paese si merita la Dsst, in tutte le sue vesti e con tutti
i suoi confratelli.
Gianni Cipriani
g.cipriani@reporterassociati.org
[Per Avvenimenti e Reporter Associati]
|