No agli sprechi
Anche se a volte preferirei essere un ingegnere o un carpentiere o una commessa,
sono una giovane stilista che abita nel nord Italia. Ho scelto di fare questo
lavoro perche' penso che l'abbigliamento racchiuda in se' un grande potere
comunicativo..Niente supermodelle ne' cose très chic da stereotipo, quindi.
Adesso lavoro in una grande azienda di abbigliamento sportivo.
Nonostante abbia finito i miei studi di recente, ho avuto modo di osservare
bene questo ambiente.
Non mi dilungherò sulla "mafia" che detta legge ne' sulle difficolta' che
ho incontrato..
Ciò che volevo sottolineare è lo spreco enorme di materiale che queste aziende
effettuano.
Sono consapevole che questo sia dettato dalle disumanizzanti leggi del capitalismo,
ma questo non unisce di certo rassegnazione alla mia incazzatura.
Tonnellate di tessuti, di accessori, di campionari buttati via.
Anche per non farli figurare nel bilancio.(e non pagare così le relative
tasse..)
Un ritaglio di tessuto e due bottoni possono essere un tesoro.
E poi le persone che vogliono creare non sempre hanno la possibilità di
autoprodursi a causa del costo delle materie prime.
Bisogna che qualcuno si prenda la briga di fare una campagna di raccolta
degli scarti industriali, e metterli a disposizione di collettivi artistici
o scuole.... o semplicemente di chi vuol farne uso.
Ricicliamo i relitti di questa società che usa e butta, sempre più velocemente.
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