Testimonianza di Pasquale Valitutti su Pinelli
Testimonianza di Pasquale Valitutti su Pinelli.
Dopo l'ultima sentenza sulla strage di Piazza Fontana, una
sentenza politica
che non tiene conto della realtà dei fatti (ma ci si poteva
aspettare altro?)
ci sembra doveroso e soprattutto utile, riportare la
testimonianza di
Pasquale Valitutti, uno dei moltissimi anarchici (tra
cui Pinelli) ad essere portato in questura subito dopo
l'esplosione della
bomba alla Banca Nazionale dell'Agricoltura il 12 dicembre 1969:
a poche ore
dalla strage la polizia aveva già trovato i colpevoli...
Pasquale è l'ultimo compagno ad avere visto Pinelli vivo: la sua
testimonianza
è fondamentale per capire l'assassinio di Pino.
Quella che segue è la trascrizione dell'intervento di Valitutti
nel corso
dell'iniziativa "verità e giustizia" svoltasi il 18 marzo 2004
e
organizzata
dal Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa e dal Centro Sociale
Leoncavallo.
In alcuni tratti la qualità della registrazione scade e alcune
(poche)
parole risultano non comprensibili, le abbiamo sostituite con
(...). Il senso
dell'intervento, in ogni caso, rimane chiarissimo.
Buona sera, sono molto contento di essere qui. Non immaginate
quanto. Sono commosso e contento.
Vorrei prima di tutto ringraziare il Leoncavallo per lo spazio,
poi vorrei ringraziare Mauro, senza di lui non sarei qua.
Lui mi ha aiutato, spinto, incoraggiato. Poi vorrei ringraziare
Licia, la moglie di Pino Pinelli, senza il suo coraggio che dura
da 34 anni, senza la sua ferma determinazione probabilmente non
saremmo qua stasera a parlare di questo caso e vorrei ricordare
due compagni carissimi che non ci sono: Pietro a cui sono legato
da affetto e Augusta, chi l'ha conosciuta la ricorda.
L'ultima volta che ho parlato di Pino è stato molto tempo fa, era
un momento molto diverso da questo, mi ricordo il periodo:
l'Italia aveva appena vinto i mondiali di calcio del 1982; ero
in Nicaragua verso il 19 di luglio, avevano fatto un battaglione
di riserva ( formato dai ragazzi dei quartieri ) andava alla
frontiera, nella foresta nicaraguense a difendere quel paese dai
mercenari pagati dagli americani.
E, nel mio spagnolo terribile, parlai a questi ragazzi dei
compagni italiani che lottavano. Loro non capivano "Ma non è un
paese democratico l'Italia? Non è un paese libero?" Allora gli
ho spiegato un po' di cose...Ma questo non è importante,
l'importante è che c'è stasera lo stesso spirito che c'era là .
Uno spirito strano, uno spirito speciale che ci riunisce tutti
quando il potere diventa arrogante, diventa superbo, diventa
presuntuoso. Là il potere era diverso, li erano gli americani,
qua è il nostro potere, quello contro cui combattiamo.
C'è lo stesso spirito perchè loro sapevano e noi sappiamo di
avere ragione. Non abbiamo il 99% di ragione abbiamo il 100%.
Chiediamo giustizia per un compagno assassinato.
Mi si dice che io sono uno dei testimoni di quella sera, ma io
vorrei che da stasera in poi ci fossero tanti testimoni. Io
cercherò di portare via con me, in quella notte, tutti voi,
cercherò di farvi capire quello che è successo, di farvelo
vivere,di farvelo sentire. E vorrei che diceste "anch'io c'ero,
anch'io sono testimone".
Io ho sentito con le mie orecchie, ho capito quello che è
successo.
Voi sapete il preambolo: la strage di Piazza Fontana, subito dopo
hanno fatto una grandissima retata solamente con gli anarchici.
Sembrava ci fossero solo gli anarchici potenziali bombaroli.
Hanno riempito la questura di Milano di tantissimi anarchici e di
tanto in tanto li interrogavano, li mandavano a casa, qualcuno
lo mandavano a casa senza interrogarlo, arriva la sera del 15
dicembre e siamo rimasti solo io e Pino Pinelli, gli altri erano
tutti andati a casa. Vediamo insieme come era il posto:
l'ufficio politico della questura di Milano era un appartamento:
c'era una porta di ingresso, c'era un lungo corridoio, su questo
corridoio da un solo lato c'erano varie stanze. Io ero in una
stanza che era più vicina alla porta d'ingresso rispetto alla
stanza vicina dove poi sarebbe stato stato interrogato Pino.
è sera tardi non c'è riscaldamento, non c'è assolutamente
nessuno, c'è un silenzio agghiacciante. Sono seduto al tavolo
con Pino lui è tranquillissimo, serenissimo. Lui è un compagno
più grande di me e mi incoraggiava: io dicevo "siamo qui da
diverso tempo" lui diceva "ma no, siamo rimasti noi, adesso tra
un attimo ci chiamano e ci lasciano, ce ne andiamo a casa e
finisce sta storia" era tranquillo, sereno, parlava cosi. Verso
le
10 e mezzo vengono e portano Pino per l'interrogatorio. Erano il
commissario Calabresi, altri 2.Io resto solo, assolutamente solo
nella stanza. Davanti a me non c'è una finestra,o una porta. Ho
una parete completamente aperta, con una grande apertura,
con quattro finestre, molto più asse delle finestre, su un
corridoio, completamente vuoto davanti a me. Da questo corridoio
passano, portando Pino, Calabresi e gli altri, e vanno nella
stanza vicino. Chi dice che Calabresi non era in quella stanza
sta
mentendo, nel più spudorato dei modi. Calabresi è entrato in
quella stanza, è entrato insieme agli altri, nessuno più uscito.
Io ve l'assicuro, era notte fonda, c'era un silenzio incredibile,
qualunque passo, qualunque rumore rimbombava, era impossibile
sbagliarsi, lui era in quella stanza.Dopo circa un'ora che lui
era in quella stanza, che c'era pino in quella stanza, che non
avevo sentito nulla, quindi saranno state le 11 e mezzo, grosso
modo, in quella stanza succede qualcosa che io ho sempre
descritto nel modo più oggettivo, più serio, scrupoloso, dei
rumori,un trambusto, come una rissa, come se si rovesciassero dei
mobili, delle sedie, delle voci concitate. Non ho sentito quello
che hanno detto e non mi sono inventato quello che hanno detto,
non li ho sentito e non l'ho detto non ho detto una virgola che
non sia la più chiara e assoluta verità . Qualcosa è successo in
quella stanza. Dopo circa 20 minuti ho sentito un rumore. Io non
voglio fare retorica, era un rumore sordo, muto, cupo, io non
sapevo cosa fosse,non sapevo proprio neanche lontanamente avevo
immaginato che cos'era quel rumore, e subito immediatamente
vengono due poliziotti, mi mettono con la faccia contro la parete
e mi dicono "si è buttato"allora realizzo che quel rumore era il
corpo di Pino che cadeva, che moriva, un rumore sordo,
cupo,bruttissimo... e e nessuno è uscito da quella stanza fino a
quel momento, nessuno. Quando io ho detto queste cose, perchè
dopo
mi hanno preso e mi hanno portato subito a San Vittore,perchè era
scaduto il tempo del fermo, e il giorno dopo mi han fatto
uscire nessuno mi ha interrogato, non ho mai saputo perchè fossi
rimasto là fino a quell'ora di notte... quando io ho detto
queste
cose io non sapevo niente, che il commissario Calabresi aveva
detto che lui non c'era in quella stanza. Non lo potevo
immaginare e neanche sognare.Mi hanno detto "è uscito qualcuno?"
l'avvocato "No, sicuramente non è uscito nessuno". Perchè una
volta che è entrato Pino stavo in attenzione, perchè dopo sarebbe
toccato a me, volevo andare a casa, stavo attentissimo a quello
che succedeva,e ve lo posso giurare, non è uscito nessuno, erano
ancora là dentro tutti, assolutamente tutti. (...)in quel
momento
è successo questo compagni. Sicuramente. Non c'è dubbio su
quello che è successo, la realtà è questa. (...) Qualcuno ha
fatto qualcosa a un compagno. Io non so se gliel'ha fatto
apposta, se ha sbagliato la misura, e quindi non posso dirlo,
non posso scaricare lo sdegno su questo, perchè non lo so, ma
qualcosa è successo, qualcosa hanno fatto a un compagno. Poi è
successa una cosa schifosa, orribile, indecente, che non ha
parole, hanno preso un compagno svenuto, incosciente, e per
nascondere (...) l'han buttato dalla finestra. Qualunque altra
versione è falsa. Questo è esattamente quello che è successo là
dentro, è la sola cosa che può spiegare quello che è successo.
Hanno organizzato questi miserabili per nascondere il loro
crimine prendono e buttano un compagno inerme, e lo buttano giù
dalla finestra. E' caduto sulla testa, non si è difeso, non era
cosciente (...) inerme e l'han buttato giù. E nel frattempo, a
Roma succedeva questo a quel povero Pietro, me l'ha detto, c'era
anche la Pia, una compagna dolcissima e carinissima che anche
lei mi ha rubato un po' l'anima, come tutti i compagni, lei in
particolare una compagna straordinaria, c'era anche lei quando
Pietro mi diceva (...)ero là ha Roma, mi avevano fermato, e
c'era il solito poliziotto, e mi diceva "Guarda Pietro, non te
preoccupà " all'improvviso a mezzanotte mi saltano addosso, mi
mettono a faccia in giù, mi mettono le manette, mi dicono "sei
tu, sei tu l'assassino". Tre delitti sono successi quella sera.
Prima, prima hanno fatto del male a un compagno, poi l'hanno
buttato giù per nascondere il primo crimine e hanno arrestato
Valpreda per dare un senso al secondo crimine. Forse qualcuno di
voi non si ricorda e altri non possono sapere, la prima persona
della polizia di Milano, subito dopo la morte di Pino ha detto
"si è buttato dalla finestra gridando "Valpreda è colpevole, è
l'anarchia è finita". Hanno mentito tutti, dal questore a tutti
gli altri che erano nella stanza. Poi, no, la versione è
cambiata, i bugiardi hanno detto un'altra cosa. Ma quale
credibilità può avere gente che ha mentito subito quando poi
dice un'altra cosa? Sicuramente nessuna. Dopo avere fatto questo
cos'è successo? Ci hanno anche preso in giro (...) guardate a che
punto si può arrivare... continuano a mentirci, e a dirci una
serie di cose che non sono assolutamente neanche lontanamente
vere. Quello che ha detto il compagno Mauro è verissimo: è
importante ristabilire la verità . Compagni, io non esprimo
opinioni, le opinioni le lascio a voi, io dirò i nomi degli
assassini del compagno Pinelli, uno per uno e vi dico che sono
degli assassini, perchè chi ammazza un essere innocente è un
assassino, se no poi le missioni di guerra imperialista
diventano missioni di pace. Ognuno deve prendersi il nome che si
merita. Panessa, Mainardi, Muccilli, Lograno, Calabresi, Caracuta
siete tutti degli assassini. Noi vogliamo, continuiamo a volere,
a pretendere giustizia per i nostri morti, per tutti, per
Pinelli, per i ragazzi morti e anche per i morti di piazza
Fontana, perchè la strage è stata una strage di stato.
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