UNA LETTERA DI GIANNETTINI
QUELLO CHE SEGUE E' IL TESTO
DI UNA LETTERA CHE GIANNETTINI (INDAGATO PER PIAZZA FONTANA E LATITANTE)
SPEDÌ AL GENERALE DEL S.I.D. MALETTI PUBBLICATA DALLA RIVISTA
"CONTROINFORMAZIONE"
E' POSSIBILE SVELARE I RETROSCENA
DEL SID E FARE LA FIGURA DEL DILETTANTE, DAVANTI AL MINISTRO DELLA DIFESA?
E' POSSIBILE LATITARE ALL'ESTERO E RICEVERE UN MILIONE (DI 28 ANNI FA,
NDR) DI STIPENDIO AL MESE, MALGRADO IL DISSERVIZIO POSTALE? E' POSSIBILE
CONTINUARE IL PROPRIO INCARICO DI NAZISTA E SPIA E DELATORE INTERNAZIONALE,
PUR ESSENDO RICERCATO DALL'INTERPOL? E' POSSIBILE SCAMBIARE UN CARTEGGIO
CONFIDENZIALE CON GENERALI, PRINCIPI E MINISTRI, PUR ESSENDO TRA I MAGGIORI
RESPONSABILI DELLE STRAGI NERE? GIANNETTINI, IMPECCABILE E IMPERSONALE,
DIMOSTRA DI SI' NELLA LETTERA A MALETTI
15 SETTEMBRE 1973
GENERALE GIANNI MALETTI
CAPO UFFICIO D/SID
ROMA
Caro Generale,
gli avvenimenti verificatisi
nel corso degli ultimi mesi mi hanno convinto della urgente necessità
di fornirLe un rapporto riassuntivo il più possibile completo sulla
mia collaborazione con il SID, senza omettere alcun dettaglio - salvo qualche
fatto che non ritengo opportuno affidare neppure a una comunicazione per
Lei così aperta, e così sicura, perché tramessaLe
per corriere - ivi compresi i dettagli relativi a determinate conseguenze
che da tale collaborazione mi sono derivate.
La presente comunicazione supera
tutte le ricostruzioni orali - e in quanto tali meno precise ed esaurienti
- effettuate tramite l'Ufficiale Suo collaboratore incaricato di mantenere
i contatti con me, compreso il nastro, che ho chiesto di incidere durante
lo scorso mese di marzo nell'ufficio di Via Sicilia.
In particolare, la presente
comunicazione verte sui seguenti argomenti:
- contatti con il Servizio
- operazioni compiute
- fonti informative
- il gruppo veneto
- perché la "pista nera".
CONTATTI CON IL SERVIZIO
1) Stabilivo il primo contatto
con il SID nel corso del 1967, per tramite del colonnello Stefani, Capo
dell'Ufficio del Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Aloja.
2) Il colonnello Stefani, al
quale avevo consegnato un rapporto riservato sui retroscena degli interventi
della CIA per le aperture a sinistra in Europa, mi metteva a contatto con
l'ufficio D del SID, allora situato nella palazzina di Via Sommacampagna.
3) Essendo a quel tempo il colonnello
Viola, Capo dell'Ufficio D, fuori sede, incontravo dapprima il suo vice,
il colonnello Fiorani. Nei primi giorni di settembre del 1967, entravo
in contatto con il colonnello Viola (rientrato a Roma), che dovevo rivedere
periodicamente nel suo ufficio per tutto il tempo della sua gestione al
D, ogni volta che le esigenze della nostra collaborazione lo richiedevano.
4) Nel luglio del 1968, colonnello
Viola veniva sostituito alla direzione del D con il colonnello Federico
Gasca, con il quale mantenevo contatti periodici, fino all'estate del 1969
negli uffici della palazzina di Via Sommacampagna, e quindi - al momento
del trasferimento degli uffici nella sede attuale - in luoghi diversi,
fra cui ricordo il Circolo Ufficiali di Palazzo Barberini, la galleria
d'arte ospitata nello stesso Palazzo e l'Hotel "Michelangelo" nel quartiere
Aurelio.
5) Come probabilmente ricorderà,
proprio nella hall del "Michelangelo" il colonnello Gasca mi metteva a
contatto con Lei, nel settembre del 1971, quando Lei subentrava come Capo
del D. Sui nostri incontri al "Motta" di Viale Liegi o altrove, è
ovviamente superfluo che io mi diffonda.
OPERAZIONI COMPIUTE
6) La natura della nostra collaborazione
Le è nota. La mia specializzazione in materia strategica e militare
- oltre ad essere Ufficiale dell'Esercito, sono collaboratore delle riviste
dello Stato Maggiore Esercito e dello Stato Maggiore Marina - in problemi
cinesi, sovietici e dell'est europeo, e un'ampia serie di contatti in Italia
e all'estero, mi hanno consentito di conseguire dei risultati che ritengo
rimarchevoli; e mi consentono di conseguirne ben altri, anche maggiori,
soprattutto in relazione a situazioni estere.
7) Lei ricorderà senz'altro
le operazioni condotte dal momento della Sua assunzione alla direzione
dell'Ufficio D, per esempio quelle relative ai dossiers "Karlsberg", "Tuborg"
e "Perseus". Ma, ovviamente, la storia della mia collaborazione con il
Servizio è molto più lunga, essendo iniziata, come Le ho
precisato, sei anni or sono, nel 1967.
Qui di seguito, un elenco di
alcune fra le più importanti ricerche operative compiute, co elaborazione
di relativi dossiers, nel corso dei sei anni 1967-1973:
- Estate 1967, sui retroscena
degli interventi della CIA per le aperture a sinistra in Europa;
- Autunno 1967, sui movimenti
filo-cinesi in Italia (PCdI/m-l);
- Inizio 1968, sulla contestazione
studentesca e sui movimenti filo-castristi in Italia, compreso il gruppo
Feltrinelli, poi regolarmente venuti alla ribalta dal maggio 1968;
- Luglio 1968, su una operazione
coinvolgente la CIA e il KGB, e relativa alla situazione in Medio Oriente
(Op. "Belville");
- 1968, sulle centrali americana
e britannica della internazionale della contestazione;
- 1968, sulla situazione interna
e sui retroscena della politica estera della Romania;
- Estate 1968, sui retroscena
dell'affare cecoslovacco;
- Inizio 1969, sui movimenti
della sinistra extraparlamentare in Italia e suoi collegamenti internazionali
(circa 150 organizzazioni e circa 1.000 nomi di aderenti);
- 1969-1970, sulla Jugoslavia:
dai retroscena della politica estera di Belgrado con l'URSS, la Cina, l'Albania,
la Romania e Israele, alla situazione militare e allo sviluppo economico-industriale
del paese;
- 1969-1971, su un sospetto
caso di spionaggio militare a favore de servizi sovietici;
- 1971-1972, sulla situazione
interna cinese, sui suoi servizi speciali (in Cina, a Hong-Kong e in Europa),
e sul suo apparato militare (quadro generale, elenchi di grande unità
e loro dislocazione, elenchi con centinaia di nomi di quadri superiori
e loro incarico);
- 1972, sul progressivo distacco
dell'Albania dalla Cina;
- 1972 sulle direzioni principali
della spinata espansiva dell'economia giapponese all'estero;
- 1972, sui retroscena della
politica di Brandt e del SPD, dell'economia tedesca occidentale, e della
penetrazione socialista nei servizi informativi federali (BND, BfV);
- 1972, su Simha Dinitz (oggi
ambasciatore negli stati Uniti), sui servizi speciali israeliani e sui
retroscena della politica estera di Tel Aviv;
- 1972, su un gruppo stalinista
estremista operante dietro le quinte in URSS e nell'Europa orientale (di
cui i giornali più informati cominciano a parlare solo oggi);
- 1973, sulle manovre intentate
dalle sinistre e da "Magistratura Democratica" contro la destra, argomento
meglio noto come "affare pista nera" (come Lei ricorderà, io ero
il primo a comunicarLe la notizia dell'arresto di Rauti, con notevole
anticipo sui giornali);
- 1973, su alcune operazioni
segrete inglesi sulla politica italiana (D.I.6, e Banca "Barclay's");
- 1973, sull'affare STET/RAI/SIPRA
e sui suoi retroscena;
- 1973 (a più riprese),
sulla disgregazione dello stato italiano e sulla penetrazione di uomini
e di idee di estrema sinistra nei suoi organismi più importanti;
- 1973, sulle attività
del gruppo Feltrinelli e sulle sue connessioni con gli attentati del 12
dicembre 1969;
- 1973, su attività dell'Ufficio
AA. RR. (Affari Riservati, ndr) del Ministero degli Interni in relazione
a vicende della cosiddetta "pista nera";
- 1973, su centrale clandestina
di estrema sinistra operante sul vertice dell' Esercito italiano, in contatto
con i servizi speciali di Brandt;
- 1973, sull'internazionale
della contestazione europea (EURES), suoi collegamenti e sue attività
(fra cui annuncio anticipato del convegno internazionale di Milano del
12 maggio);
- 1973, sulle prospettive della
situazione strategica dell'Oceano Indiano;
- 1973, sul piano segreto degli
Stati Uniti per una nuova spartizione dell'Europa, sulla fine della NATO,
e sulla creazione di un'alleanza mediterranea (Portogallo, Spagna, Italia,
Grecia, Turchia) filo-americana e pro-araba;
- 1973, sui retroscena dell'affare
"Watergate", in relazione al piano Nixon per il mutamento della politica
estera in Medio Oriente (politica del petrolio.
8) In relazione alla situazione
interna, nella scorsa primavera avevo in corso due operazioni, condotte
insieme al Suo collaboratore incaricato di mantenere i contatti con me:
- la prima con lo scopo di bloccare
le manovre di provocazione dell'estrema sinistra, e accertare le connessioni
tra l'attività terroristica del gruppo Feltrinelli e gli attentati
del 12 dicembre 1969 (ero sulla pista di seri indizi in tal senso);
- la seconda, per assumere il
controllo dei gruppi extraparlamentari di estrema destra nelle Tre Venezie.
Purtroppo, entrambe le operazioni
sono rimaste in sospeso, a causa del funzionamento troppo lento di organismi
del Servizio che avrebbe dovuto assicurarne l'esecuzione; funzionamento
lento dovuto peraltro alla grave carenza numerica del personale disponibile.
FONTI INFORMATIVE
9) per la raccolta delle informazioni
in relazione alla situazione interna, avevo creato un vero e proprio rèseau
parallelo al SID, con diramazioni in tutta Italia, e precisamente:
- un gruppo nel Veneto, con
penetrazione di elementi nel Partito Comunista d'Italia (marxista - leninista),
Linea Rossa;
- una fonte d'informazione sulla
situazione interna del gruppo "Stella Rossa" operante a Roma;
- un gruppo nell'Italia centrale,
con capacità informativa sulla situazione interna delle università
di Perugia e di Pisa, oltre ad altri ambienti dell'Italia centrale ed insulare;
- una fonte sulla situazione
interna dell'università di Roma;
- ero inoltre sul punto di creare
altri tre gruppi informativi, rispettivamente a Milano, a Roma, e in Italia
meridionale.
10) Per la raccolta di informazioni
in relazione a situazioni estere, avevo predisposto una serie di canali
informativi estremamente utili fra cui:
- un canale sull'Est europeo,
con particolare riguardo all'URSS e alla Romania;
- un canale sui gruppi jugoslavi
anticomunisti in esilio (serbi) in Italia, Svizzera e Stati Uniti (mai
utilizzato);
- un canale sulla situazione
militate in Austria, Svizzera, e Germania occidentale (mai utilizzato)
- un canale sulla situazione
politico-strategica degli Stati Uniti;
- un canale su ambienti economici
e finanziari della Germania Occidentale, e sui servizi speciali di Brandt
(mai utilizzato)
11) Allo scopo di meglio coordinare
un'attività informativa tanto vasta e complessa, avevo proposto,
sia al colonnello Gasca (1968-1969), sia a Lei stesso (1972), la creazione
di un organismo di copertura adeguato, che meglio giustificasse verso gli
ambienti esterni le mie attività, che mi consentissero una più
efficace utilizzazione dei collaboratori di cui mi servivo e delle
fonti di cui disponevo, e una più razionale e più ampia utilizzazione
dei mezzi disponibili. Ma i progetti da me proposti (sia scritti sia verbali)
venivano rinviati, e poi abbandonati.
Devo osservare che, se fossero
stati approvati e realizzati nel tempo migliore, e cioè nel 1968,
tanto il Servizio, quanti io stesso, avremmo da un lato, potuto ottenere
risultati molto migliori, e dall'alto potuto evitare molte ripercussioni
negative (per esempio quelle recentemente verificatesi, e concernenti i
miei rapporti con la cosiddetta "pista nera").
IL GRUPPO VENETO
12) In relazione appunto alla
cosiddetta "pista nera", devo precisare quanto segue:
- i miei primi contatti con
Freda si stabilivano nella prima metà del 1967, attraverso il centro
editoriale organizzato dallo stesso Freda a Padova;
- Dopo qualche tempo, Freda
mi diceva di servirsi di un gruppo di giovani collaboratori, alcuni dei
quali erano stati da lui indotti ad avvicinarsi agli ambienti filo - cinesi
allora in via di organizzazione;
- Nel settembre 1967, il colonnello
Viola (a quel tempo capo dell'Ufficio D del SID) mi chiedeva se avessi
potuto estendere la mia collaborazione dal campo esterno (politica estera,
problemi strategici e militari) a quello interno, e fornirgli in particolare
informazioni sull'estrema sinistra, parlamentare ed extraparlamentare:
- Dopo una prima negativa, dovuta
al fatto che non mi ero mai seriamente interessato di politica interna,
avendo riflettuto sulle dichiarazioni fattemi in precedenza da Freda, mettevo
a disposizione del colonnello Viola e del Servizio le possibilità
informative del gruppo veneto, proponendomi di ampliare e renderle più
organiche;
- Incoraggiato in tal senso
dal colonnello Viola, intensificavo i contatti con Freda, convincendolo
dell'opportunità di organizzare e centralizzare le informazioni
raccolte sulla sinistra, procedendo a uno scambio dei rapporti informativi:
A tale scopo, invitavo Freda
a portare avanti al massimo grado la penetrazione di elementi (sarebbe
poi risultato trattarsi principalmente di Ventura) nei movimenti filo -
cinesi:
- Ben presto, l'operazione dava
buoni frutti, e da quel momento Freda mi forniva regolarmente notizie,
dossiers, schede personali relative agli ambienti filo - cinesi, e in alcuni
casi anche documenti interni del PCdI (m-l), che io passavo poi al colonnello
Viola, e successivamente al colonnello Gasca;
- In seguito, tentavo un'operazione
più avanzata, che avrebbe dovuto procurarmi informazioni sull'apparato
clandestino del PCI nel Veneto,
strumentalizzando a tal uopo, ( e a sua insaputa) un'esponente locale del
PCI su posizioni filo - cinesi, ma l'operazione non riusciva, per motivi
che mi restano ancora in gran parte oscuri;
- Infatti, in determinati case,
le mie possibilità di controllo potevano rivelarsi troppo limitate,
poichè per evidenti ragioni di sicurezza, operavo a compartimenti
stagni, mantenendo i contatti con una sola persona (Freda);
- tra la fine del 1968 e l'inizio
del 1969, Freda, allo scopo di semplificare i collegamenti, mi metteva
a contatto con Ventura ( che effettuava frequenti viaggi a Roma);
- In cambio delle informazioni
e della documentazione passatami da Freda, gli fornivo alcuni dossier da
me stilati sulla situazione internazionale;
- In seguito, con l'enorme aumento
della mole di lavoro informativo, e in assenza della formula organica da
me proposta per semplificarlo (cfr. par. 11), mi vedevo costretto, previa
consultazione con il colonnello Gasca, a utilizzare alcuni dossier non
più attuali e comunque non a carattere riservato, da me forniti
al servizio, sia per lavoro (articoli di documentazione giornalistica),
sia per Freda;
- In realtà, la documentazione
trovata nella cassetta di sicurezza di Ventura, è presumibilmente
costituita da copie di dossier a suo tempo fornitemi da Freda, da alcuni
dei miei dossier trasmessi a lui, e da altro materiale che non conosco
(Ventura mi aveva tra l'altro parlato di una vasta documentazione da lui
trovata sui retroscena direttivi e amministrativi dell'Ente Vaticano POA,
"Pontificia Opera di Assistenza");
- Escludo in ogni caso di aver
mai parlato con Freda (e neppure con Ventura) della mia collaborazione
con il Servizio, ma non potevo certo nascondere di essere collaboratore
assiduo della rivista dello Stato Maggiore Esercito, elemento che, (insieme
ad altri raccolti, in seguito non mio tramite) può aver indotto
Freda e Ventura alla convinzione che io fossi a contatto con il SID.
PERCHÉ LA "PISTA NERA"
13) L'obiettivo perseguito attraverso
la montatura propagandistica della cosiddetta "pista nera" è estremamente
chiaro: conservare ed accrescere il prevalente peso delle sinistre in Italia,
e per converso indebolire tutte le forze che a tale obiettivo possono opporsi
(destra DC, MSI, Forze Armate, Carabinieri, Servizi di sicurezza).
Tale obiettivo costituisce a
sua volta uno strumento utile a molte forze politiche ed economiche italiane
e straniere:
- Il Partito Socialista (PSI),
per conservare o ampliare posizioni di potere e perseguire l'avvicinamento
dell'Italia alla linea socialista europea di Brandt (che ha una sua tappa
di sviluppo nell'accordo tra i partiti socialisti dei paesi alpini);
- Il Partito Comunista (PCI),
per ritrovare nel paese un più ampio spazio di manovra;
- Una parte della grande industria,
per perseguire gli obiettivi dell'accordo con il PCI (patto Amendola -
U. Agnelli), e ottenere in compenso una maggiore apertura economica all'Est;
- La CIA (che dal tempo della
gestione McCone opera in Europa quasi esclusivamente sulla sinistra), per
alimentare il fenomeno della contestazione e indebolire economicamente
il paese (guerra economica contro l'Europa);
- I Servizi Speciali israeliani,
per impedire la realizzazione del piano Nixon per un patto mediterraneo
(Portogallo, Spagna, Italia, Grecia, Turchia) filo - americano e filo -
arabo, evidentemente irrealizzabile fino a quando la situazione interna
italiana resterà spostata a sinistra.
14) Allo scopo di perseguire
tale obiettivo, si è cercato di individuare un gruppo extraparlamentare
di destra che giustificasse la montatura propagandistica, e si è
scelto il gruppo veneto di Freda per i seguenti motivi:
- L'attivismo di destra ha una
sua base molto diffusa nel Veneto, e questo consentiva un'ampia scelta;
- Il Veneto è un "feudo"
dell'onorevole Rumor Presidente del Consiglio nel dicembre del 1969 (è
un fatto che gli attentati giovavano in realtà solo al Governo e
Ministro degli Interni nell'epoca della montatura della "pista nera";
- Il gruppo di "Magistratura
Democratica" utilizzato allo scopo ha svolto attività nel Veneto
(Bianchi De Spinosa, Stiz, D'Ambrosio);
- Sul Veneto, e sullo stesso
gruppo Freda, aveva già tentato una manovra di provocazione (fallita)
il commissario Juliano, che agiva per incarico del socialista Vicari, capo
della Polizia fino agli inizi del 1973;
- Il gruppo Freda si era esposto
con manifestazioni di propaganda estremista, come ad esempio in occasione
di una manifestazione anti-israeliana tenuta a Padova con la partecipazione
di elementi di "El-Fatah";
- attraverso il gruppo Freda
era stato inserito un elemento all'interno dei gruppi filo - cinesi (cfr.
par. 12), e questo costituiva una prova della pericolosità che tale
gruppo presentava per le sinistre e gli ambienti comunque interessati ad
appoggiarle (cfr. par. 13)
15) Nello sforzo di mettere
insieme degli indizi accusanti il gruppo Freda (in realtà tuttora
inconsistenti e tenuti in piedi solo per la faziosità dei magistrati
inquirenti) venivano utilizzati tutti i mezzi:
- spionaggio telefonico e probabile
manipolazione dei nastri, che di tanto in tanto scompaiono e ricompaiono,
e risultano tagliati e in disordine;
- raccolta di testimonianze
dubbie, come quella del principale accusatore di Ventura, reduce da una
casa di cura per malattie mentali e ritrattatosi due volte;
- Il più assoluto disprezzo
per precise ed inequivocabili prove a discarico (testimonianza a favore
di Freda sulla consegna dei timers a "el-Fatah, perizie tecniche eseguite
a cura di un giornale milanese che i timers e le borse non sono gli stessi
degli attentati);
- lunga detenzione preventiva
(due anni) di Freda e Ventura, indiziati per gli attentati del 1969, mentre
l'anarchico Valpreda (formalmente incriminato) è in libertà;
- Linciaggio morale continuato
e senza precedenti contro il gruppo Freda sulla stampa, non solo di sinistra,
che in tal modo "copre" psicologicamente la procedura illegale dei magistrati
inquirenti, giustificandola agli occhi della opinione pubblica.
Fin qui, caro Generale, i fatti,
come a me sono noti, che ho voluto riassumerLe in forma sintetica, ma che
il più possibile esauriente, perché lei possa in tal modo
disporre del quadro completo della situazione.
Ma tutto questo ha in fondo
importanza secondaria. Vi sono interessi, prospettive, valori più
grandi di noi, e più in alto di noi. E' doloroso, e per me intollerabile,
constatare come l'Italia continui a scivolare passivamente e inesorabilmente
sul terreno inclinato di un inquinamento sovversivo sempre più grave,
che ne disgrega le strutture vitali, corrode gli stessi fondamenti morali
su cui si basa la comunità nazionale, demolisce giorno per giorno
e ora per ora le sue residue capacità economiche e produttive, trascina
il paese verso il caos e verso un livello di sottosviluppo vergognoso e
umiliante.
Ed è per me particolarmente
amaro constatare come nessuna forza valida si levi per impedire, con ogni
mezzo, il compiersi di questo disegno criminoso. Devo forse dedurre che
tutti i nostri sacrifici sono stati vani? Ma quale sarebbe, allora, il
costo di un tale fallimento?
Nessuno meglio di Lei è
in grado di apprezzare la situazione attuale, e le sue prospettive per
un futuro, se non immediato, senz'altro molto vicino. Non le apprendo
nulla di nuovo sottolineandoLe l'importanza di tutta una serie di punti
obbligati, di nodi del problema alla cui logica non si può sfuggire,
e che conducono a una sola soluzione accettabile:
-Come ha confermato l'esempio
cileno, ogni esperienza di potere della sinistra che non sia appoggiata
direttamente e con la forza dall'URSS, provoca fatalmente l'intervento
delle forze vitali del paese come alternativa alla guerra civile;
- Poiché l'Italia fa
parte della sfera d'influenza occidentale, secondo l'accordo ratificato
il 21 giugno scorso a San Clemente da Nixon e da Breznev, un sostegno diretto
e deciso da parte dell'URSS alla sinistra italiana è impensabile;
- Ciò significa che,
in mancanza di un intervento preventivo, le Forze Armate italiane non potranno
ristabilire l'ordine senza passare attraverso una guerra civile lunga,
sanguinosa e disastrosa come quella di Spagna del 1936-1939.
Tutto questo indica quali responsabilità
pesino su ognuno di noi, e ci spingano ormai a ritenere non più
valida una interpretazione restrittiva e di "routine" dei nostri compiti.
Ogni eventuale richiamo a una
pretesa legittimità, da qualunque parte venisse, non potrebbe nascondere
che fini ed interessi equivoci, che non saranno mai i nostri, poiché
in Italia non esiste più uno Stato, non esiste più una linea
politica degna di questo nome. Tutto quanto accade nel nostro paese
- è mio dovere sottolinearlo alla Sua attenzione - è manipolato
dall'esterno, dai servizi speciali tedeschi, inglesi, israeliani e americani.
Mancano unicamente una linea politica e una causa autenticamente italiane.
Per una tale causa, tengo ad
assicurarLe che, malgrado qualche limite di importanza secondaria imposto
dalla presente situazione, non esiterei a mettere ancora e in ogni momento
a disposizione tutte le mie energie, le mie capacità, le mie possibilità
e tutti i mezzi e i contatti di cui dispongo.
Voglia gradire, caro Generale,
i sensi della mia più alta stima e considerazione, e i miei migliori
saluti.
(Guido Giannettini)