GIORNALISTI ITALIANI AL SERVIZIO DELL'AGENZIA TERRORISTICA
Almeno trenta erano i collaboratori italiani dell'Aginter Presse: ecco i loro nomi e i documenti che provano la loro attività
Di Corrado Incerti, Sandro Ottolenghi
e Piero Raffaelli
Lisbona, novembre
Tra le carte dell'Aginter Presse
sepolte nel forte di Caxias abbiamo trovato una clamorosa prova della vera
funzione delle varie agenzie di stampa e delle cellule politiche
di estrema destra legate alla casa madre portoghese. La prova è
contenuta in uno dei tanti rapporti che gli agenti italiani inviavano segretamente
a Guérin-Serac . Il rapporto non è firmato, ma è
racchiuso in un fascicolo che raccoglie le relazioni dei giornalisti italiani
legati all'Aginter Presse e quelle degli aderenti a Ordine Nuovo: l'origine
è quindi chiara. Significativamente esso è stato inviato
a Lisbona alla fine del 1968.
Ecco i brani più importanti
del rapporto, il cui titolo è: "La nostra azione politica".
"Noi pensiamo che la prima parte
della nostra azione politica debba essere quella di favorire l'istallazione
del caos in tutte le strutture del regime. E' necessario cominciare a minare
l'economia dello Stato per giungere a creare confusione in tutto l'apparato
legale. Questo porterà a una situazione di forte tensione politica,
di paura ne mondo industriale, di antipatia verso il governo e verso tutti
i partiti: in questa prospettiva deve essere pronto un organismo efficace
capace di riunire attorno a sé gli scontenti di ogni classe sociale:
una vasta massa per fare la nostra rivoluzione."
"A nostro avviso la prima azione
che dobbiamo lanciare è la distruzione delle strutture dello Stato
sotto la copertura dell'azione dei comunisti e dei filo-cinesi. Noi, d'altronde,
abbiamo già elementi infiltrati in tutti questi gruppi; su
di loro dovremo evidentemente adattare la nostra azione: propaganda ed
azioni di forza che sembreranno fatte dai nostri avversari comunisti e
pressioni sugli individui che centralizzano il potere ad ogni grado. Ciò
creerà un sentimento di antipatia verso coloro che minacciano la
pace di ciascuno e della nazione; d'altra parte ciò peserà
sull'economia nazionale."
"A partire da questa situazione
noi dovremo rientrare in azione nei quadri dell'esercito, della magistratura,
della Chiesa, al fine di agire sull'opinione pubblica, di indicare una
soluzione, di mostrare la carenza e l'incapacità dell'apparato legale
costituito e di farci apparire come i soli a poter fornire una soluzione
sociale politica ed economica adatta al momento... La prima fase è
dunque questa: infiltrazione, informazione e pressione dei nostri elementi
nei nuclei vitali dello Stato..."
"La nostra propaganda dovrà
svilupparsi come pressione psicologica sui nostri amici e sui nostri nemici...
attirare l'attenzione sul problema europeo e portarci dei sostegni internazionali
politici ed economici. Dovrà anche costringere l'esercito, la magistratura,
la Chiesa e il mondo industriale ad agire contro la sovversione... Per
condurre tale azione è evidente che bisogna disporre di grandi mezzi
finanziari; bisognerà agire in questo senso, affinché il
più gran numero possibile di uomini possa consacrarsi alla lotta
in Italia e per corrompere o finanziare i gruppi politici che possono esserci
utili".
Mai così apertamente,
sulla base di un documento ufficiale cioè, sono stati provati gli
obiettivi dei vari Ordine Nuovo e delle agenzie di stampa che gravitano
nel mondo dell'estrema destra. Tutto quello di cui parla il rapporto è
poi accaduto: infiltrazioni, pressioni di ogni tipo (dalle bombe a quelle
psicologiche sull'esercito e sugli uomini politici), crisi economica, finanziamenti.
E' storia italiana di cinque anni.
La propaganda è stata
in effetti, per l'Aginter Presse, uno dei mezzi che più ha usato
per i suoi fini eversivi. Ma sin d'ora bisogna precisare che, accanto ad
essa, altri mezzi venivano usati: terrorismo, sabotaggi, "missioni speciali",
guerriglia, eccetera. Tutte materie che figurano nel corso d'istruzione
per agenti e amici che abbiamo trovato tra le carte di Caxias.
In sostanza, come risulta dalla
fitta corrispondenza tra Leo Negrelli (un giornalista italiano residente
a Madrid deceduto qualche mese fa, redattore della Voce dell'Occidente)
e Guérin-Serac (direttore dell'Aginter Presse), l'agenzia portoghese
operava "parallelamente e contemporaneamente" in due campi: informazione
- propaganda (e si chiamava Aginter Presse) e azioni eversive pratiche
(e allora prendeva il nome di OACI, Organisatione Armée contre le
Comunisme International"; dov'è evidente l'influenza dell'OAS e
dove sono ben chiari gli scopi). Guérin-Serac definisce sempre l'OACI
come "organizzazione".
In queste strutture operavano
gli agenti veri e propri a tempo pieno (classificati in codice "S1" se
speciali e "I1" se ufficiali) e i collaboratori diretti di ogni paese (classificati
come "H1"). Gli "H1" italiani erano una trentina, e di essi molti erano
giornalisti. Ecco le schede di alcuni "H1".
Guido Giannettini: "Da prendersi
con le pinze" (probabilmente per i suoi legami con il SID); "legato a Pino
Rauti di Ordine Nuovo"; "ha preso contatto con la Legione Portoghese nel
1962-1963: in seguito a ciò ha inviato un rapporto a Gomes Lopes,
funzionario del servizio Sicurezza della Legione".
Da segnalare che Giannettini
prende contatti con la Legione, una specie di "SS" del regime di Salazar,
proprio nel momento in cui entra alle dipendenze del servizio segreto italiano.
Giano Accame: primo contatto
il 17 dicembre 1966, "giornalista al Borghese, responsabile del
movimento Nuova Repubblica e redattore capo della rivista omonima"; "intermediari:
Jean Brune e Umberto Mazzotti; non è il tipo italiano classico,
forte personalità, grande intelligenza politica; di origine fascista
e sposato con la figlia di un gerarca fascista; forte tendenza nazionalsocialista:
non manifesta i suoi sentimenti, anzi fa il contrario; Accame vuol
possedere un movimento politico ristretto che sia indipendente e che prepari
l'elaborazione di una nuova forma politica in Italia; pensa di poter essere
interlocutore valido o perlomeno intermediario fra il regime e l'esercito
se questo entra in crisi contro il primo; possiede numerosi contatti internazionali,
soprattutto tedeschi; gioca la carta Strauss con cui è in rapporti
epistolari; è corrispondente a Roma della "rete" di origine tedesca,
cinghia di trasmissione dell'organizzazione Gehelen; mi ha fornito [ è
l'agente dell' Aginter Presse che redige il rapporto ] numerosi contatti
in Germania e altrove".
Gino Agnese: " Giornalista di
politica interna al
Tempo
di Roma; fedele vice di Torchia all'agenzia
Oltremare; raccomandazione: Accame; fascista ed antisemita; ex capo dei
giovani fascisti di Napoli; grosso, sembra più vecchio della sua
età, all'inizio appare burbero; probabilmente assai più pericoloso".
Per gli argomenti trattati fra gli agenti di Guerin-Serac, le schede di
Agnese rimandano al fascicolo Torchia.
Altri giornalisti italiani schedati
come "H 1" e dei quali, negli archivi, giace una fitta corrispondenza con
Lisbona sono: Giorgio Torchia ( servizio esteri del Tempo e direttore
dell'agenzia Oltremare ), Pino Rauti, Armando Mortilla [ rivelatosi poi
legato al ministero degli interni italiano ] ( direttore dell'agenzia romana
Fiel - Notizie Latine ), Ezio Ciccarella, Umberto Mazzotti, Michele Rallo
del Secolo d'Italia. In una sua relazione del 25 novembre 1966,
inoltre l'agente Joel parla di Piero Buscaroli del Borghese.
Dice: " Costui è un amico di sempre. E' un giornalista di cui mi
aveva parlato Mazzotti e che ha importanti contatti nel Sud-Est asiatico
e nell'Estremo Oriente. Mantiene rapporti amichevoli con il generale Ky.
In più Buscaroli è in legame diretto con l'equipe dirigente
dei conservatori americani".
I rapporti tra i giornalisti
italiani e l'agenzia portoghese toccano i temi più svariati, dalla
collaborazione giornalistica all'arruolamento di giovani, alle informazioni
segrete, al traffico d'armi, all'attività eversiva dell' OACI, alla
cooperazione politica su scala europea. Dall'enorme materiale raccolto
negli archivi di Caxias pubblichiamo brani dei documenti più significativi.
LA COLLABORAZIONE
Fra l'agenzia Oltremare, diretta
a Roma da Giorgio Torchia, e l'Aginter Presse viene stipulato un vero e
proprio accordo di collaborazione che riguarda " lo scambio di corrispondenze
giornalistiche; di notizie e documentazioni su alcuni paesi africani; l'aiuto
reciproco sul pino delle relazioni internazionali nel quadro della lotta
contro il comunismo; la partecipazione delle due agenzie alla realizzazione
pratica di un centro di legami edi coordinamento su scala internazionale;
l'azione psicologica e di propaganda coordinata su piani operativi da definire":
così è scritto nel protocollo di accordo tar le due agenzie.
La collaborazione diviene efficace: risulta infatti da un documento che
Torchia qualifica suo "inviato speciale autorizzato a raccogliere ogni
informazione necessaria al suo lavoro" un agente dell'Aginter Presse, Jean-Marie
Laurent.
Su Giorgio Torchia esistono
negli archivi Aginter Press numerose "fiches de contact", cioè relazioni
di agenti segreti (definiti "R22" e "C11") su colloqui con il giornalista
italiano. Ecco qualche notazione: "Molto legato all'esercito italiano e
all'ambasciata USA; non appartiene più ufficialmente al MSI; resta
legato ad Accame malgrado alcune divergenze interne; è in tutte
le "combinazioni" (in italiano nel testo) di Roma; appartiene sicuramente,
più o meno direttamente, ai servizi segreti dell'esercito italiano;
conosce già Portogallo, Angola e Mozambico, paesi che ha visitato
con Accame; fascista e antisemita convinto, tipo molto italiano, volubile
e irrequieto; Torchia si è mostrato entusiasta di collaborare; la
sua agenzia ottiene importanti sussidi dalle forze armate italiane e dall'ambasciata
USA a Roma; è specializzato nella ricerca su argomenti militari;
fra i collaboratori dell'agenzia Oltremare figurano Guido Giannettini e
Gino Agnese; si tratta di un ambiente essenzialmente fascista, anche se
non manifestamente; Torchia è molto legato ai sud-vietnamiti ed
ai cinesi nazionalisti; il bollettino della sua agenzia ha una tiratura
di 3000 esemplari giudiziosamente ripartiti in tutta l'Italia; pare che
la sua agenzia gli serva essenzialmente come chiave per farsi aprire certe
porte, vale a dire certe casseforti; da notare che l'agenzia FIEL (quella
di Armando Mortilla) è una delle innumerevoli "fila" tirate da Torchia,
si tratta di un "affair" spagnolo di cui è il rappresentante in
Italia; Torchia deve are fra breve conoscenza del responsabile della CIA
per Roma e per la regione che dipende da Roma (tutto il bacino mediterraneo)".
GLI ARRUOLAMENTI
Nel fascicolo dell'agenzia FIEL
italiana sono contenute numerose lettere fra il direttore Armando Mortilla
e Guèrin-Serac dalla quali appare che la collaborazione tra le due
agenzie supera lo stretto ambito giornalistico e per giungere all'appoggio
vero e proprio di "volontari" per la parte operativa dell'Aginter Press.
Un giovane spezzino di Ordine Nuovo, Piergiorgio Brillo, raccomandato da
Pino Rauti, si reca a Lisbona. Su di lui (come su altri) esistono negli
archivi le schede segnaletiche che riguardano "la situazione familiare,
la situazione militare, l'origine politica, le disposizioni fisiche particolari,
gli studi, la religione, le disposizioni all'azione". Su queste ultime
Brillo (come altri) dichiara di essere pronto a compiere "tutte le azioni
utili ai nostri ideali, senza alcun limite": chiede solo di "avere la preparazione
necessaria". La preparazione viene fornita a Lisbona dagli agenti di Guèrin-Serac,
gente per lo più proveniente dalle file dell'OAS.
Vediamo comunque come si sviluppa
la corrispondenza fra la FIEL e l'Aginter Press. Guérin-Serac propone
la collaborazione in tre punti: il terzo punto concerne l'azione pratica
secondo i principi dell'agenzia portoghese. Risponde Mortilla da Roma:
"Circa il terzo punto della sua lettera... quello che al presente possiamo
garantirle è unicamente la disponibilità di elementi "qualificati"
per l'utilizzazione dove e meglio si riterrà opportuno. Dovreste
essere voi a suggerirci l'azione da svolgere, inquadrandola in quella
più vasta in atto. Ciò almeno sino a quando non potrà
concordarsi un'iniziativa autonoma nostra". Risponde Guérin-Serac
da Lisbona: "Prendo nota della "disponibilità di elementi di qualità"
e non esiterò a fare appello a voi al momento opportuno. Temo tuttavia
che si ponga a priori la difficoltà di "integrazione" di questi
elementi in una formazione omogenea. Potete rassicurarmi a questo proposito?
Io credo che "l'azione da sviluppare" si potrà realizzare alla condizione
che si faccia al vertice "un coordinamento attivo e senza riserve"; ogni
azione isolata è votata all'inefficacia". Mortilla risponde da Roma
dichiarandosi pienamente d'accordo con Guèrin-Serac sulla collaborazione
di quel tipo e aggiunge: "Il periodo ormai imminente di vacanze non ci
ha ancora permesso di inviarle il materiale "giornalistico" che la interessa
, anche perché in
detto periodo organizziamo dei "campi" ricreativi ed "educativi" che assorbono
la nostra attività". Alla vigilia di gravi e importanti avvenimenti
per il nostro paese (la corrispondenza inizia nell'estate del 1967) Mortilla
e Serac parlano di "disponibilità di elementi di qualità",
di "materiale giornalistico" fra virgolette, di "campi educativi" fra virgolette!
Più avanti la corrispondenza parla del giovane ordinovista Brillo
e di un viaggio di Pino Rauti a Lisbona. In questo periodo di iniziale
interesse dell'Aginter Press per l'Italia il contatto viene preso con Ordine
Nuovo, retto allora da Pino Rauti. Anche se i contatti vengono tenuti da
uomini di Rauti, si può certo affermare che l'attuale deputato missino
è in quegli anni l'agente italiano dell'Aginter Press. Ad esempio,
nelle schede di giovani "volontari", è scritto a mano "Rauti": è
lui, cioè, l'uomo che garantisce. Del resto Pino Rauti va a Lisbona
a conoscere Guérin-Serac. Il viaggio viene preannunciato da una
lettera di Mortilla in data 6 settembre 1967: "Circa gli specifici aspetti
della nostra collaborazione, credo che sarebbe opportuno attendere il prossimo
ottobre, epoca nella quale alcuni di noi contiamo di venire a Lisbona.
Certamente vi dovrebbe essere Rauti e la circostanza penso che ci offrirà
reciprocamente la possibilità di accordarci sul piano di lavoro
il più esattamente possibile".
INFORMAZIONI SEGRETE E ARMI
Vi sono, negli archivi Aginter
Press, lettere del ministero degli Affari Esteri portoghese, distribuite
dalla PIDE per competenza, che coinvolgono un giornalista italiano in una
vicenda di spionaggio e di vendita di armi. Il giornalista si chiama Ezio
Ciccarella, responsabile dell'agenzia Documenti-Notizie, ufficialmente
non di estrema destra. Le lettere sono recenti, dell'autunno dell'anno
scorso. Esse si trovano negli archivi di Guérin-Serac perché,
già l'abbiamo detto, l'Aginter Press agiva come braccio occulto
della Legione Portoghese e della PIDE.
Questa la vicenda. Ciccarella
si reca all'ambasciata del Portogallo a Roma. E' in procinto di compiere
un viaggio nelle zone di guerriglia del Mozambico e dell'Angola: propone,
in cambio di denaro, di fornire informazioni sui "movimenti terroristi,
la localizzazione dei campi dei guerriglieri, il numero dei combattenti,
eccetera". Inoltre (è sempre il rapporto ufficiale del ministero
degli Esteri portoghese che lo dice) propone una vendita di materiale da
guerra. Come appare da un'altra lettera, la proposta di Ciccarella viene
accettata.
Infine, in una terza lettera
del marzo di quest'anno l'ambasciata del Portogallo a Roma informa la segreteria
di Stato a Lisbona che "la Tanzania cercava armi in Europa. In Italia era
interessata a 5000 fucili mitragliatori e a 5000 pistole mitragliatrici.
Inoltre, per mezzo di una società belga, il governo di Dar-es-Salaam
starebbe tentando di ottenere in Italia barche da sbarco con capacità
di 250 uomini. Tali armi e barche sono destinate ai terroristi del Frelimo.
L'intermediario nell'operazione delle armi sarebbe il signor Conte o Conti,
ex direttore della CIA in Francia. La società venditrice, che ha
legami con i servizi segreti italiani , sarebbe installata a Roma in via
del Quirinale. Gli elementi descritti sono stati forniti a questa ambasciata
dal giornalista Ezio Ciccarella...".
Come si vede, troviamo gli stessi
servizi segreti italiani legati a vendite di armi. E l'Aginter Press è
coinvolta anche in questo tipo di traffici, naturale conseguenza della
sua attività eversiva: lo prova il fatto che nei corsi di istruzione
degli agenti c'erano anche lezioni di "tecnica degli esplosivi".
L'ORGANIZZAZIONE ARMATA (OACI)
Umberto Mazzotti è un
giornalista italiano che lavorava alla rado portoghese, la Emissora Nacional.
In particolare, si occupava di La voce dell'Occidente, la trasmissione
portoghese di Salazar per l'Europa occidentale. Il suo nome è sempre
legato a quello di Andrea Rocchi, segretario alla Camera di Commercio italiana
a Lisbona, ex combattente fascista, esperto di import-export, la cui moglie
appartiene a una grande famiglia portoghese. E' da queste due persone che
prendono le mosse, secondo gli schedari di Caxias, i contatti con i corrispondenti
italiani dell'Aginter Press.
Le schede di Rocchi e Mazzotti
contengono anche una valutazione, con voti da uno a cinque, dei loro "elementi
psicologici". Rocchi: dinamismo 3, influenza e ascendente 4, autorità
e comando 4, senso dell'organizzazione (senza voto), discrezione 5. Le
possibilità di intervento di Mazzotti sono segnalate, in Italia,
negli ambienti"attivi duri" e nel mondo politico e giornalistico. Dalla
particolare classificazione dei due, essi appaiono veri e propri agenti
dell'Aginter Press; la loro funzione è quella di reclutamento
di personaggi in Italia, specie nel campo giornalistico.
Ma quel che importa dire è
che i due sono segnalati particolarmente interessati all'OACI, cioè
all'organizzazione armata dell'Aginter Press che, attiva in Africa,
a partire dal 1966-1967 volge i suoi interessi e le sue azioni in Europa
occidentale. "Il lato eventualmente più duro dell'OACI continua
ad interessare Mazzotti", segnalano gli agenti Joel e Philippe al loro
capo Guérin -Serac. E Joel, in una "fiche de contac" del 3
ottobre 1966, scrive: "Su un'allusione discreta a un'attività eventualmente
più occulta, Umberto Mazzotti mi ha lasciato capire che è
a mia disposizione per parlare di questo argomento perchè avrebbe
delle relazioni interessate a un combattimento meno dottrinale e più
"muscoloso". Appare qui con particolare evidenza che i princìpi
di terrorismo e guerriglia enunciati nei corsi agli agenti sono già
applicati fin dal 1966.
COOPERAZIONE EUROPEA
Michele Rallo scrive a Guérin-Serac su diverse carte intestate. A volte mdella CISNAL, a volte del Secolo d'Italia, a volte di Europa Nazione, l'agenzia internazionale di informazioni del raggruppamento giovanile del MSI, a volte del Movimento Sociale Italiano. Egli, che in una lettera del 5 dicembre 1969 si definisce "corrispondente di Aginter Press dall'Italia", fornisce regolari informazioni all'agenzia portoghese sulla situazione politica italiana, sui partiti, sui disordini, sugli uomini politici. Inoltre opera per far partecipare l'Aginter Press alla costituente giovanile europea che, programmata alla fine del 1968, dovrebbe riunire tutti i movimenti giovanili europei di destra e di estrema destra. A questo punto si trova negli archivi di Caxias anche una lettera di Massimo Anderson (oggi deputato del MSI) e la relativa risposta del "delegato Bartaud" dell'Aginter Press. Bartaud dovrebbe essere uno dei vari nomi di battaglia di Guérin-Serac: la lettera comunque è intestata all'agenzia. Anderson invita, a spese del partito, i delegati dell'Aginter Press alla Costituente europea: questi accettano con gioia.
Questo è il panorama dei
rapporti dell'Aginter Press con l'Italia, un panorama estremamente significativo.
Inutile commentarlo. Resta da dire che, poichè persone legate all'agenzia
portoghese erano anche vicine ai nostri servizi di sicurezza, un maggiore
impegno e una maggiore vigilanza negli anni cruciali 1968-1969 avrebbe
potuto evitare il diffondersi, specie fra i giovani, delle ideologie di
estrema destra e il susseguirsi di anni di violenza e di lutti.