Improvviso dramma in questura:
l'anarchico Pinelli si uccide.
Tra i primi ad essere condotti
alla questura di Milano, la sera stessa della strage di Piazza Fontana,
c'è Giuseppe Pinelli, 41 anni, frenatore delle ferrovie, sposato
e padre di due bambine. E' anarchico individualista fin da ragazzo, fa
parte del circolo "Ponte della Ghisolfa" di piazzale Lugano, 31, ed è
il factotum della "Croce Nera", un'organizzazione che
si occupa dell'assistenza agli anarchici incarcerati. Era già stato
sospettato di aver preso parte agli attentati del 25 aprile alla Fiera
di Milano e all'ufficio Cambi della Stazione Centrale , nonché a
quelli compiuti in agosto su alcuni convogli ferroviari. Gli agenti lo
hanno fermato in via Scaldasole 5, dove ha sede una succursale del circolo
"Ponte della Ghisolfa". Davanti ai funzionari dell'ufficio politico, Giuseppe
Pinelli appare tranquillo. Nei tre giorni successivi ottiene di parlare
più volte per telefono con la moglie . Anche con lei si mostra calmo
e fiducioso. La sera di lunedì 15, Pinelli viene sottoposto a un
nuovo, stringente interrogatorio in una stanza al quarto piano della questura.
Il riserbo che circonda l'inchiesta non consente di sapere che cosa esattamente
sia emerso: ma è presumibile che nei confronti dell'indiziato siano
state formulate gravi contestazioni. Sta di fatto che dieci minuti prima
di mezzanotte, in una pausa dell'interrogatorio, il ferroviere raggiunge
con un balzo la finestra socchiusa e si lancia nel vuoto. Muore poco dopo
all'ospedale Fatebenefratelli.
L'amico del bar: il pomeriggio
della strage Pinelli ha giocato a carte con me.
Al momento del suicidio, secondo
gli inquirenti, l'alibi di Giuseppe Pinelli era crollato. Di diverso avviso
sono però gli amici e i conoscenti del caffè "Fabiani" frequentato
dall'anarchico e situato nei pressi della sua abitazione di via Preneste,
nella zona di San Siro. Tra questi, in particolare, c'è Mario Magni
detto "Marietto", un pensionato di 54 anni, il quale, chiamato in causa
dallo stesso Pinelli, conferma di aver giocato a carte con il ferroviere
dalle 15 alle 17:30 di venerdì 12 dicembre, cioè mentre veniva
compiuto l'eccidio di Piazza Fontana. "Sono sicuro di quello che dico",
dichiara magni ai cronisti, "perché da quando sono in pensione mi
segno tutto e la mia giornata è calibrata come un orologio. Sulla
mia agenda è scritto che quel pomeriggio ho giocato a carte col
ferroviere e gli ho vinto anche dei soldi". Questa testimonianza è
avallata da altri cinque clienti del bar, tra i quali due agenti di Pubblica
Sicurezza. Ma è soprattutto la figura di Giuseppe Pinelli che induce
tutti quelli che lo conoscevano a respingere l'idea ch il ferroviere possa
avere avuto una parte nel feroce attentato. sebbene fosse un seguace convinto
della ideologia anarchica, si dice che il suo comportamento non ha mai
suggerito l'immagine tradizionale del terrorista. Sposatosi in chiesa,
si dimostrava un padre affettuoso (normalmente gli anarchici, come i comunisti,
si nutrono di carne di bambini, N.d.R.). Nei suoi rapporti con i compagni
anarchici del circolo di Piazzale Lugano avrebbe sempre predicato la "non
violenza". Conosceva Valpreda, ma pare che, almeno negli ultimi tempi,
i loro rapporti si fossero alquanto raffreddati. Per Pinelli, il Valpreda
era una "testa troppo calda". Tuttavia l'inchiesta ha potuto appurare che
Pinelli aveva avuto anche recentemente contatti con i gruppi anarchici
romani cui faceva capo il Valpreda. In casa del ferroviere è stato
trovato, fra l'altro, un libretto di viaggi che dImostra come egli si fosse
recato l'otto di agosto nella capitale. Nella sua casa di via Preneste
2, Pinelli era solito dare ospitalità a tutti i compagni di passaggio
per la metropoli lombarda. Non per nulla era l'animatore della "Croce Nera",
quella sorta di ente assistenziale che si occupa degli anarchici in difficoltà,
sia economiche sia giudiziarie. Per contribuire al difficile bilancio della
famiglia che spesso doveva sfamare ospiti imprevisti, la moglie di Giuseppe
Pinelli passava la giornata a ribattere a macchina tesi di laurea e documenti.
L'anarchico è stato sepolto sabato 20: ai suoi funerali, molti compagni
di fede con bandiere nere, nessun incidente.