Il furto del continente verde:
tra falsi miti e nuovi metodi di controllo e colonizzazione.
Di Tini Java - Ricercatore indipendente
Nel maggio del 2000, all'interno del sito "Brasile, amalo o lascialo!" viene
pubblicata una presunta mappa del 1816 dove gli Stati Uniti, diventati
nazione indipendente da soli 40 anni, ipotizzavano la colonizzazione
dell'Amazzonia. Una catena di migliaia di e-mail diffonde la notizia
alimentando un immediato panico virtuale e tanta indignazione da richiedere
addirittura le smentite formali di Washington e Brasilia. Nello stesso anno
un'inchiesta informale del Governo brasiliano arriva alla fonte originaria
identificando, come responsabili del procurato allarme, alcuni ufficiali
legati alla destra nazionalista brasiliana.
Svelata la frode, i timori restano
Verso la fine del 2001, l'allarme di un'Amazzonia "internazionalizzata"
viene resuscitata, con la diffusione "in rete" di una pagina di un libro
intitolato "introduzione alla geografia" a firma di David Norman, e
indirizzato agli studenti delle scuole medie superiori degli States. Il
libro, o meglio, la sola pagina 76 di questo testo didattico, mostra una
carta politico-geografica del continente Latino Americano "amputata"
dell'Amazzonia che viene ridefinita "Former International Reserve of Amazon
Forest". Questa vastissima area del continente latino sarebbe, secondo il
testo diffuso, affidata alla responsabilità politica degli Stati Uniti e dei
"G23" per "sottrarla a nazioni irresponsabili e primitive che la
distruggerebbero in pochi anni". Le indignazioni e le proteste a questo
punto vengono sostenute anche da ricercatori e professori universitari
brasiliani, i quali creano numerose petizioni on-line contro questo libro di
testo. Il ricercatore brasiliano Paulo Roberto de Almeida ha svelato, da
tempo, l'origine fraudolenta del documento tramite l'analisi del testo,
maldestramente tradotto dal portoghese all'inglese, e l'inesistenza sia
dell'autore che dell'edizione. Ma nonostante ciò secondo molte persone
l'origine fraudolenta non squalificherebbe l'importanza della diffusione del
documento. E così, ancora oggi a distanza oramai di un anno dalla sua
creazione, il falso libro di geografia continua a creare allarmi e oscuri
futuri scenari di colonizzazione dell'Amazonia.
SIVAM, il gioiello tecnologico
La falsa mappa del continente Latinoamericano privato dell'Amazzonia, pur se
frutto dell'immaginazione di alcuni creativi vicini alla destra nazionalista
brasiliana, può mettere tutti d'accordo sull'importanza della difesa di
questa immensa ricchezza per il pianeta, però bisognerebbe limitare e
focalizzare l'attenzione sui possibili scenari di colonizzazione reali che,
anche se meno pittoreschi, rischiano essere altrettanto intriganti e seri.
Il 25 luglio 2002 viene inaugurato, dall'allora presidente del Brasile
Fernando Henrique Cardoso, il più avanzato e complesso sistema di controllo
satellitare mai utilizzato, un progetto da 1 miliardo e 400 milioni di
dollari. Una grossa fetta di questo investimento è stato finanziato dalla
banca Export-Import (Ex-Im), istituzione di Washington che finanzia commerci
internazionali a firma di industrie statunitensi, come in questo caso quello
per la Ryatheon System Company. Fondata nel 1922 e diventata famosa grazie
ai suoi missili Patriot, questa azienda statunitense si è distinta più volte
per la conquista di lucrosi appalti, tra cui numerosi del Pentagono.
Quest'ultima commessa vinta in Brasile è di enormi proporzioni ed è stata
soffiata alla concorrente francese Thomson CSF, con modalità ancora oggi
molto discusse.
Questo nuovo gioiello della tecnologia si chiama SIVAM (Sistema di Vigilanza
dell'Amazzonia), e il suo programma che era stato concepito nel 1990, viene
annunciato durante la conferenza di Rio del '92 a completamento del
precedente Sistema di Protezione per l'Amazonia, SIPAM.
Il sistema di sorveglianza elettronica SIVAM sarà costituito da 200 stazioni
di monitoraggio, otto aerei, 25 stazioni radar mobili, oltre 80 piattaforme
nella foresta pluviale, e controllato da tre centri di analisi regionali che
interagiranno con la specifica rete satellitare. I fautori del progetto
SIVAM dichiarano che aiuterà il governo brasiliano a identificare operazioni
illegali quali miniere e tagli di foresta abusivi, intercettazioni di
corrieri della droga, migliorare le previsioni metereologiche e mappare le
risorse naturali, siano queste vegetali o minerali.
Dunque, il governo brasiliano concede a Raytheon il contratto del valore di
oltre un miliardo di dollari per costruire un "Sistema di Vigilanza"
elettronica con l'intenzione di monitorare l'Amazzonia. Ma parallelamente la
stessa area è già sorvegliata, anche se in modalità differenti, dal potente
sistema radar "anti-droga" ROTHR, opera sempre di Raytheon, e utilizzato
dalla U. S. Navy in Vieques, Portorico, contemporaneamente a un'altra
decina
di progetti di monitoraggio e mappatura già operativi. Nel luglio del 1994
Raytheon annuncia alla stampa che SIVAM aiuterà le agenzie governative
brasiliane nella raccolta e nell'analisi dei dati necessari per proteggere
l'ambiente, sostenere lo sviluppo economico e cioè consentire l'uso
appropriato del territorio, la conservazione e lo sviluppo dell'Amazzonia.
Nonostante la grande enfasi, ecologisti, deputati, e altri critici tra cui
ex-ufficiali militari brasiliani, descrivono SIVAM come "un'enorme spreco" e
cioè come "un sistema costoso per ottenere dati che si possono ottenere con
altri mezzi meno costosi", e supercaricato di sistemi ad alta tecnologia che
non resisteranno al calore, umidità e piogge continue, tipiche
dell'Amazzonia.
Le preocuppazioni riguardo SIVAM includono il suo probabile impatto
ambientale. L'organizzazione Amazon Watch ha denunciato che solo per
installare i radar e le piattaforme di terra si costruirà una rete di strade
per l'accesso tra le zone più remote della foresta. Non è chiaro se su
questo punto è stata fatta una valutazione di impatto ambientale perchè il
progetto fu approvato prima che la Ex-Im stabilisse dei parametri
ambientali. Il Consiglio Missionario Indigeno (CIMI) ha espresso, in diverse
occasioni, i timori dei gruppi indigeni che vedono lesi i propri diritti di
autodeterminazione se posti sotto controllo, dato che popolazioni
trans-frontaliere sono state spesso considerate come potenziali nemici del
Paese dalla vecchia dottrina militarista brasiliana di Sicurezza Nazionale.
Secondo un portavoce del Dipartimento Brasiliano di Produzione Mineraria
(DNPM) "SIVAM permetterà di controllare le attività illegali di sfruttamento
minerario nella foresta" . Questo dipartimento ha firmato un accordo
scientifico e tecnico nel settembre del 2001 che garantirà lo sfruttamento
dei dati di rilevazione ottenuti tramite la tecnologia all'infrarosso e
termica in uno delgli ultimi territori vergine dell'esplorazione mineraria,
una superficie che equivale al doppio delle dimensioni della Francia circa 8
milioni di metri quadri.
Anche l'Agenzia Spaziale Brasiliana (AEB) contribuisce alla realizzazione
del sistema di vigilanza dell'Amazzonia, con la realizzazione di satelliti
sviluppati interamente in Brasile e lanciati dalla base spaziale di
Alcàntara, completeranno la costellazione. "Quando alla fine del 2003 tutte
le apperechiature saranno installate" - vantano i tecnici del progetto - "si
sentirà un albero cadere nella foresta".
Uno strumento adeguato alle esigenze
Ma il progetto SIVAM preoccupa soprattutto per la sua significativa
componente militare. Controlli satellitari tra i più moderni del pianeta,
capaci di seguire il movimento di un oggetto di tre metri tra le fitte
coltri di nubi equatoriali e le spesse fronde vegetali, l'intercettazione di
qualsiasi apparecchiatura di trasmissione, dal fax ai computer, sistemi agli
infrarossi e di controllo aereo. Il gioiello dell'industria aeronautica
brasiliana Embraer, nell'ultimo salone del settore, il FIDAE 2002, ha fatto
sfoggio dei nuovi apparecchi equipaggiati di sofisticati radar SAR come
componente del progetto SIVAM, armati di razzi e sistemi di fuoco avanzati.
Anche la Marina utilizzerà SIVAM come centro dati per scopi militari in
accordo con l'Aviazione Militare Brasiliana. "Ovviamente tali armamenti sono
un tantino esagerati per combattere le attività minerarie e di
deforestazione abusive in Amazzonia" commenta l'organizzazione Amazon Watch.
L'utilizzo di SIVAM in ambito militare, e in particolar modo come strumento
del Plan Colombia, era già stato ipotizzato e sostenuto dalle forze armate
Statunitensi. A questo proposito sono chiare le dichiarazioni del generale
Charles E. Wilhelm, al comando del corpo dei Marine dell'United States
Southern Command nell'audizione della commissione governativa per la guerra
alle droghe il 15 febbraio del 2000, cioè quasi due anni prima della rottura
delle trattative tra Governo colombiano e le Forze Armate Rivoluzionarie
(FARC). Il genenale Wilhelm elenca tra gli strumenti di supporto nella
guerra ai narcotrafficanti il progetto satellitare brasiliano, che dovrebbe
"controllare le frontiere amazzoniche, spesso soggette ad attraversamenti di
trafficanti e ricovero di guarnigioni di eserciti rivoluzionari". Anche per
questo motivo il progetto SIVAM viene inserito nella lista dell'Arms Sales
Monitor compilata dalla Federation of American Scientists Found nel gennaio
del 2000, come un armamento venduto dagli Stati Uniti al Brasile.
Se per il governo brasiliano questo progetto servirà alla protezione della
foresta per gli Stati Uniti pare sia scontato l'utilizzo militare. In un
articolo apparso sulla rivista statunitense Military Rewiew del giugno 2001,
a proposito del conflitto colombiano e la sicurezza regionale, il colonnello
W. Mendel, esperto tra l'altro di Korea e Vietnam, descrive i problemi di
gestione e controllo delle frontiere da parte del Brasile: "Nonostante i
suoi 22. 000 uomini dislocati lungo i bordi amazonici, il controllo sembra
inefficace e solo con l'avvento del SIVAM il Brasile potrà meglio
difendersi". "Anche il neo eletto presidente colombiano Alvaro Uribe ha
manifestato il suo interesse nel ricevere informazioni da SIVAM" - commenta
orgoglioso l'ex presidente Cardoso e aggiunge - "Il sistema di vigilanza
creerà un'area innovativa di integrazione tra gli otto paesi amazzonici. E
le previsioni si concretizzano nel luglio del 2002 con l'innaugurazione del
sistema, e l'avvio, anche se al 75% del suo potenziale, del suo primo
obiettivo pilota: fotografare e monitorare, per la prima volta con elevata
precisione, l'estesissima frontiera amazzonica brasiliana con la Colombia,
Perù e Bolivia. Il Plan Colombia, voluto dal presidente statunitense Bill
Clinton, si è trasformato nel cosiddetto Piano di Iniziativa Regionale
Andina, fortemente avvallato da G. W. Bush, e con l'avvento di SIVAM, il
Brasile che è parte di questo Piano si è reso immediatamente operativo.
Occhi e orecchi, al servizio di chi?
L'Amazzonia, per la prima volta nella sua pluri-millenaria storia, sarà
d'ora in poi sotto controllo totale. Un vero e proprio "check-up elettronico
completo" che consente l'osservazione e l'identificazione, quasi
contemporaneamente, di popolazioni indigene, fiumi e bacini idrici anche
sotterranei, filoni auriferi e di minerali preziosi, la schedatura della
biodiversità e dei siti strategici di fonti primarie energetiche. Con
speciali sistemi si potranno anche monitorare l'espandersi di epidemie e
prevenire pericolosi contagi. Insomma come lo ha descritto il video
promozionale diffuso per l'innaugurazione: "SIVAM è il sistema di
salvaguardia ecologica più grande e specializzato del mondo". Dopo molti
decenni di disinteresse e di connivenze economiche su sfruttamenti illegali,
il governo brasiliano ha riportato l'Amazzonia al centro degli interessi
strategici e delle "priorità di sicurezza nazionale", come ha dichiarato
l'ex presidente Cardoso durante il varo, a luglio, a colpi di champagne.
L'Amazzonia rappresenta attualmente più del 70% delle foreste pluviali del
continente latinoamericano e un quarto delle riserve di acqua dolce
dell'intero pianeta, senza descrivere il valore del legname tropicale e dei
minerali preservati in questo che, sicuramente, è il territorio vergine e
inesplorato più grosso di tutto il globo. Solo in Amazzonia è presente quasi
il 50% della biodiversità e il 70% delle diverse specie animali e vegetali
dell'intero pianeta. Per il governo brasiliano la difesa dell'amazzonia
rappresenta una sorta di incubo e il SIVAM un'enorme telecamera di
sorveglianza, un "grande fratello" necessario a tutelare i gioielli di
famiglia.
Le ambiguità del cosiddetto controllo a "volo d'uccello" della grande
foresta, sono state così descritte da Eduardo Galeano nelle "Vene aperte di
Latino America". - Grazie ad un accordo tra Stati Uniti e Brasile, nel 1964
l'Air Force statunitense aveva sorvolato e fotografato tutta la regione e
grazie all'uso di scintillografi e elettromagnetometri avevano individuato
giacimenti di metalli ferrosi e radioattivi. I dati acquisiti vennero poi
smistati dalla Geological Survey alle imprese private interessate che, per
pochi centesimi di dollaro l'acro, acquistarono diritti di sfruttamento di
territori vastissimi in Brasile.
Effettivamente il vero problema è l'utilizzo dei preziosi dati e da chi e
come questi vengono utililizzati. Come facilmente si può immaginare, la
sommatoria di dati di rilevazione a scopi protezionistici, possono,
contemporaneamente, avere un valore etico e uno commerciale inestimabile. Il
dato concernente le vere dimensioni delle riserve di acqua potabile che si
celano sotto l'Amazzonia possono avere un valore di tipo ambientale e, se
leghiamo queste informazioni al prossimo carburante mondiale come
l'idrogeno, possono avere un interesse energetico-strategico primario.
Dati per dispersi
Le premesse non sono confortanti quando, in previsione di un ravvicinato
collaudo tecnico finale del sistema di vigilanza, non corrisponde un
adeguato progetto di elaborazione dati . Come lamentano i ricercatori
brasiliani, le promessse d'investimenti per l'Istituto di Ricerca Nazionale
sull'Amazonia ammontavano a 5 milioni di dollari alla fine degli anni 90, ma
nel 2002 prima che i fondi venissero attribuiti erano già diventati 500 mila
dollari. "Abbiamo oggi meno soldi che 24 anni fa" dice l'ecologo tropicale
Philip Feamside. "SIVAM non è un attrezzo per la ricerca scientifica"
afferma Luiz Gylvan Meira Filho, responsabile scientifico del Ministero per
La Scienza e Tecnologia
"Gli enti ambientali non hanno ne la capacità ne le risorse per poter
sfruttare la quantità di informazioni che saranno disponibili", afferma un
deputato del Mato Grosso con una lunga esperienza nel settore ambientale.
Secondo alcuni autorevoli accademici del Dipartimento di Geo-processamento
delle Immagini dell'INPE (Istituto Nazionale di Ricerca Brasiliano) il SIVAM
manca di risorse umane e formazione professionale a garanzia degli interessi
di un progetto nazionale.
Secondo una denuncia fatta quotidiano Folha di San Paolo, l'attuale Capo di
Stato Maggiore dell'Aeronautica Brasiliana, Marcos De Olivera, avrebbe non
solo favorito la Raytheon nella gara d'appalto ma avrebbe anche promesso,
agli Stati Uniti, l'accesso privilegiato ai dati provenienti dal SIVAM.
Tutto questo sarebbe stato denunciato sulla base di 400 documenti che il
quotidiano di San Paolo avrebbe avuto insieme al Dipartimento di Stato.
Le sorti dell'Amazonia sono, dunque, direttamente legate a un piano di
sfruttamento della moltitudine di dati rilevati dal Sistema di Sorveglianza.
O addirittura alla capacità del nuovo governo di Luiz Inacio "Lula" Da Silva
e del suo Ministro all'Ambiente, l'ecologista Marina Silva, di garantire un
uso delle informazioni a difesa del territorio; evitando così, all'ultimo
grande polmone verde del pianeta, l'umiliante sorte di essere messo nudo in
vetrina prima, purtroppo, di essere svenduto in saldo.
Fonte:www.selvas.org
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