La crisi del paradigma dietro la crisi dell'energia.Di Walden Bello
(L'articolo è basato su un'allocuzione dell'autore al cantiere su
"Tecnologia e globalizzazione" sponsorizzato dal Forum Internazionale
sulla globalizzazione 24-25 febbraio 2001, a New York)
In molti P.V.S. oggi, i sistemi energetici centralizzati detenuti dallo
stato sono impacciati in problemi di cattiva gestione, corruzione e di
debito. Allora, in tutti i paesi, gli uni dopo gli altri, gli influenti
agenzie multilaterali come la Banca per lo Sviluppo Asiatico e la Banca
Mondiale, hanno fornito la panacea: privatizzazione e
deregolamentazione. E' il caso dell'India, della Tailandia e delle
Filippine.
Nondimeno, il dibattito proprietà di stato contro privatizzazione
oscura le complessità della crisi di produzione e distribuzione di
elettricità nel terzo mondo. le cause dei problemi delle agenzie
giganti come l'Autorità di Produzione dell'Elettricità della
Tailandia (EGAT) l'Agenzia Nazionale dell'Elettricità (Napcor) nelle
Filippine, non sono l'inefficacia naturale delle imprese controllate
dallo stato, ma la crisi del paradigma che le sostiene:
l'elettrificazione centralizzata.
Le tecnologie centralizzate sono inestricabilmente collegate con le
politiche di dominio dei nostri paesi da delle elites centrali - da
tecnocrati, delle elites urbane e dei grandi affari locali e
stranieri. Dietro la crisi di queste tecnologia è chiarita un'alleanza
di lunga data tra i tecnocrati, le agenzie multilaterali e le società
anonime, consacrate a portare delle tecnologie devastatrici in paesi in
via di sviluppo in nome della modernità e della ricerca di
redditività. L'industria energetica, in particolare, illustra questa
simbiosi distruttiva tra progresso e redditività.
Una delle più vecchie espressioni che dimostrano il fatto che la
produzione e la distribuzione di elettricità fu una prova centrale
della modernità è stata stabilita da Lenin nel 1921, quando definisce
il socialismo come "la potenza e l'elettricità sovietica". Ma non
furono soltanto i marxisti sovietici che hanno associato l'energia
elettrica con la società desiderabile. Jawaharlal Nehru, la figura
dominante nell'India del secondo dopoguerra, chiamava le dighe "i templi
dell'India moderna", un parere che, come l'autore indiano Arundhati Roy
precisa, ha tracciato la sua strada nei manuali della scuola elementare
in tutte le lingue indiane. Le grandi dighe sono diventate un articolo
della fede inestricabilmente legato al nazionalismo. Interrogarsi sulla
loro utilità diventa quasi fare un atto di sedizione.
L'elettrificazione centralizzata.
Il modello tecnologico di sviluppo dell'industria energetica per il
secondo dopoguerra fu quello di creare un numero limitato di centrali
elettriche - dighe giganti, centrali termiche a carbone o petrolio o
nucleari - in punti strategici, che producevano elettricità che veniva
distribuita in ogni regione del paese. Le fonti tradizionali o locali di
energia che permettevano un certo grado di autosufficienza furono
considerate arretrate. Se non sei collegato ad una rete centrale, sei
arretrato. L'elettrificazione centralizzata con le sue grandi dighe, le
sue grandi centrali, diventò furiosamente alla moda. C'era, in
effetti, un fervore quasi religioso su questo argomento tra i tecnocrati
che definirono li loro lavoro come "la missione dell'elettrificazione"
al collegamento del villaggio più lontano dalla rete centrale.
Ci fu, e questo deve essere noto, una grande missione che fu sostenuta
in India, Tailandia, Vietnam del Sud e Filippine da dalle sovvenzioni
dell'agenzia degli EU per lo sviluppo internazionale di diversi milioni
di dollari. Senza stupore, questa generosità non era completamente
distaccata dalla missione non meno salutare di pacificare delle zone
rurali permeabili ad agitazioni comuniste.
Qualsiasi cosa succeda, come Roy osserva nel suo brillante saggio, "il costo
della vita", i tecnocrati dell'India, nel nome della "missione di
elettrificazione", non soltanto costruirono delle "nuove dighe e dei
piani per l'irrigazione...( ma ugualmente) presero il controllo dei
piccoli sistemi tradizionali di produzione idraulica che erano stati
utilizzati per migliaia di anni e li lasciarono atrofizzarsi." Qui, Roy
esprime una verità essenziale: questa elettrificazione centralizzata
ha fagocitato lo sviluppo di sistemi di alimentazione alternativi che
avrebbero potuto essere più decentralizzati, più orientati verso
l'utente, più ecologici, più benigni, e meno golosi di capitali..
L'elettrificazione centralizzata, come tutte le ideologie, ha servito
determinati interessi, che non erano certamente quelli delle masse. I
principali gruppi interessati erano:
- Le principali agenzie multilaterali e bilaterali di sviluppo. In Asia,
la Banca Mondiale e la Banca per lo Sviluppo Asiatico (ADB) divennero i
più grandi finanziatori di tecnologie per l'energia centralizzata per
l'esportazione verso i paesi del terzo mondo tanto che, come dichiarato
al più presto, l'USAID sovvenzionò l'elettrificazione rurale. Lo
sviluppo dell'energia centralizzata fu un fondamento essenziale per
l'esistenza e l'espansione di queste istituzioni nelle burocrazie
giganti.
- I grandi imprenditori multinazionali come Bechtel o Enron, che fecero
enormi utili costruendo dighe o fornendo dei servizi di consiglio
sull'energia.
- Gli esportatori di centrali, tra cui quelle nucleari, come la General
Electric e Westinghouse, di cui i costi sono stati sovvenzionati con le
imposte dei cittadini dei paesi sviluppati da agenzie d'esportazione
governative, come l'US Eximbank.
- Le potenti coalizioni locali di tecnocrati dell'energia, le grandi
imprese, e le elites urbano-industriali. A dispetto della retorica
"dell'elettrificazione rurale", l'elettrificazione centralizzata è
stata indirizzata essenzialmente verso la città e l'industria. E'
significativo il caso delle dighe che implicano la consumazione del
capitale naturale delle campagne e delle foreste per sostenere la
crescita dell'industria urbana. L'industria era il futuro. L'industria
era ciò che aggiungeva realmente il valore. L'industria era sinonimo
di potenza nazionale. L'agricoltura era il passato.
A parte essere un elemento nei di risposta all'urgenza,
l'elettrificazione rurale era semplicemente una piccola concessione alla
campagna con il fine di pacificare l'opposizione all'elettrificazione
centralizzata indirizzata verso la citt=E0. Le grandi dighe
"multifunzionale" che furono falsamente forniti a dei paesi
contemporaneamente i vantaggi della produzione energetica e
dell'irrigazione sono stati considerati in primo luogo e principalmente
per produrre elettricità per il settore urbano.
Costi...
Nel frattempo a questi gruppi toccarono dei benefici ed altri pagarono i
costi. Specificatamente, sono state le zone rurali e l'ambiente naturale
che hanno assorbito i costi dell'elettrificazione centralizzata. Dei
crimini terribili sono stati commessi in nome della produzione
dell'elettricità e dell'irrigazione, indica Roy, ma questi sono
nascosti perchè i governi non hanno mai registrato questi costi.
In Tailandia, per esempio, il governo non ha nessuna traccia del numero
delle comunità e dei contadini che sono stati spostati dall'importante
numero di dighe idro-elettriche e di irrigazione costruite a partire
dagli anni 50'. Pochissimi hanno ricevuto un indennizzo. Le comunità
furono spostate, scomparvero o furono semplicemente assorbite nei tuguri
urbani.
Roy calcola che, in India, le grandi dighe hanno trasferito circa 33
milioni di persone negli ultimi 50 anni, circa il 60% erano intoccabili
o facevano parte del popolo indigeno. Come la Tailandia, l'India non ha,
nei fatti, una politica nazionale di rialloggiamento per coloro che sono
stati trasferiti dalle dighe. E neppure le Filippine ce l'hanno.
I costi ambientali sono stati enormi: in Tailandia sono stati sommersi
centinaia di migliaia di ettari di foresta vergine, sono stati
modificati dei corsi di fiumi, le comunità costiere non hanno più
abbastanza pesce per sopravvivere e molte specie di pesci sono
semplicemente scomparse. In India, precisa Roy, "l'evidenza contro le
grandi dighe, cresce in modo allarmante - disastri di irrigazione,
inondazioni causate dalle dighe, il fatto che oggi ci sono più zone
soggette alle inondazioni o alla siccità di quante ce ne fossero nel
1947. Il fatto che non un solo fiume delle pianure abbia la sua acqua
potabile."
Un magro raccolto
Allora quali sono i vantaggi che quasi 50 anni di elettrificazione
centralizzata hanno veramente portato?
Dopo avere imposto tali costi umani ed ecologici, la quantità di
elettricità sviluppata dalla controversa diga di Pak Mun nel nord-est
della Tailandia può a malapena assicurare i bisogni quotidiani in
elettricità di un pugno di centri commerciali di Bangkok.
In India, il 22% dell'elettricità prodotta è persa per l'inefficacia
della trasmissione e del sistema. La proporzione per le Filippine e di
almeno il 25%, ciò che è probabilmente la norma per i paesi in via di
sviluppo. Nelle Filippine, dopo 50 anni di elettrificazione massiccia,
più del 30% delle famiglie rurali non hanno alcun accesso
all'alettricità. In India, circa il 70% non ha alcun accesso
all'elettricità.
Beneficiari
Tuttavia, questo non è strano, dal momento che l'elettrificazione
centralizzata non ha mai avuto come scopo principale di fornire
elettricità conveniente ai consumatori. Il suo scopo era molto diverso:
Prima di tutto, l'elettrificazione centralizzata è stata adottata allo
scopo di fornire un'immagine di modernità e così soddisfare le ambizioni
dei tecnocrati e delle elites autoritarie come Marcos nelle Filippine,
che identificava la sua potenza con quella che doveva essere fornita
dalla centrale nucleare di Bataan.
Ha cercato di fornire degli utili, pagati dai contribuenti, agli
imprenditori delle dighe multinazionali e locali e ai costruttori delle
centrali come l'onnipresente Bechtel.
L'elettrificazione centralizzata cercava di fornire un fondamento per il
mantenimento e l'espansione delle gigantesche burocrazie multilaterali
come la Banca di Sviluppo Asiatica e la Banca Mondiale.
L'elettrificazione centralizzata non aveva per scopo di fornire un
programma di sviluppo logico ed equilibrato ma di scatenare un processo
di iper-sviluppo, destabilizzante, sproporzionato e mirato verso la
città, mentre la maggior parte delle campagne veniva lasciata indietro,
in modo da concentrare le risorse nazionali nella costruzione di un
settore manifatturiero e industriale sul modello occidentale.
La nuova Panacea
Oggi, questi sistemi di elettrificazione centralizzata, gestiti dai
governi, sono diventati terribilmente cari da mantenere. L'FMI, la Banca
Mondiale e la Banca di Sviluppo Asiatica vogliono che ora i governi
privatizzino e deregolamentino questi sistemi. Mentre i governi dovevano
mantenere i prezzi dell'eletrticità controllati in modo da giustificare
l'esistenza di impianti di generazione, trasmissione e distribuzione ,
ci si può aspettare a che il settore privato aumenti i prezzi e riduca i
servizi, altrimenti detto, questo eliminerà semplicemente l'insieme dei
consumatori che non potranno pagare. Dopo essere stati imbrogliati
dall'ideologia dell'elettrificazione centralizzata, le persone saranno
imbrogliate da un'altra ideologia - altrettanto pericolosa, quella della
privatizzazione - attraverso la propaganda sulla più grande efficacia
del consegnare ai privati i servizi essenziali.
Pagamento della Fattura
Senza stupore, sono i consumatori - rurali ed urbani - che pagheranno i
costi della transizione, perché le società del settore privato - un buon
numero delle quli sono delle società transnazionali come Enron o KEPCO -
non saranno spinte ad assorbire i costi totali di questi costosi sistemi
acquistati con prestiti massicci dai governi. Nelle Filippine, i
consumatori sovvenzioneranno la vendita della "National Power
Corporation" al settore privato pagando un'omposta concepita per
raccogliere 10 miliardi di dollari di costi in perdita.
Nei paesi, gli uni dopo gli altri, le attività fisiche dei sistemi
centralizzati sono oggi divisi tra società private. Ma non è tra piccole
e medie imprese, cosa che sarebbe almeno conforme alla filosofia della
libera impresa. No, il modello, per noi del terzo Mondo è il sistema di
deregolamentazione che la California ha lanciato all'inizio degli anni
90'. Poiché i tecnocrati e le grandi imprese ci spiegano ormai che le
"economie di scala" implicano che gli impianti energetici devono essere
attribuiti ad alcuni, pretesi dispensatori efficaci di energia. Cos', il
sogno della grande energia centralizzata che tanti dei nostri tecnocrati
hanno associato alla potenza nazionale si è rivelato un brutto sogno. Si
è rivelato essere semplicemente una fase nella consegna dell'energia
elettrica nelle mani dei monopoli privati, buon numero dei quali sono
delle transnazionali straniere. E con la deregolamentazione adottata
dalla California come modello, c'è appena bisogno di dichiarare che ci
dirigiamo verosimilmente verso un disastro economico ben maggiore di
quello della crisi dei sistemi elettrici centralizzati gestiti dallo
Stato. Le persone sono state. Tuttavia, sottostimate. Poiché dovunque
nel Terzo Mondo, in questo momento, in posti come Narmada in India, come
Pak Mun in Tailandia, delle persone si stanno attivamente impegnando
nelle lotte contro la nessa in opera di tecnologie centralizzate fatte
per fornire l'illusione ma non la realtà del progresso nazionale. Queste
lotte nelle campagne lontane cominciano a svegliare i supposti
beneficiari cittadini dell'elettrificazione centralizzata alla realtà
che questo paradigama desueto e difettoso di progresso nazionale è sul
punto di rimettere degli attivi nazionali terribilmente cari nelle amni
dei monopoli privati, come il distributore Meralco nelle Filippine,
un'impresa che rappresenta l'unione incestuosa di elettricità ,
monopolio e super profitto.
Il popolo, in breve, si rende sempre più conto che la lotta per la
comunità, per l'indipendenza, per il futuro è oggi inestricabilmente
legata alla lotta contro le cattive tecnologie centralizzate che
favoriscono semplicemente il dominio, la dipendenza e la dissoluzione.
Walden Bello è il direttore esecutivo del "ocus on the Global South" e
può essere contattato al seguente indirizzo: waldenbello@hotmail.com
Fonte
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