CHI CONTROLLA IL PRESENTE CONTROLLA IL PASSATO
CHI CONTROLLA IL PASSATO CONTROLLA IL FUTURO
(G. Orwell "1984")
Il 12 dicembre 1969 lo stato ialiano, per mezzo dei suoi servizi segreti e con l'appoggio dei fascisti, uccideva 16 dei suoi cittadini e ne feriva parecchi altri.
Era la strage di Piazza Fontana alla Banca Nazionale dell'Agricoltura.
E dopo il sangue le menzogne:attraverso le accuse agli anarchici si voleva criminalizzare quel vasto movimento studentesco e operaio che stava cambiando la faccia della societá Ma il gioco non riuscí e, attraverso dure lotte,è stato ossibile smontare la macchinazione statale:la veritá che non era mai venuta fuori nelle aule di tribunale é stata portata alla luce nelle piazze.
Lo scopo di questo dossier, che non ha la pretesa della completezza, é quello di contribuire a far sì che quella veritá non venga dimenticata.
Non ci interessano le commemorazioni, conoscere il passato ci serve a capire e a cambiare il presente.
Da quel 12 dicembre abbiamo pianto altri morti, a Brescia, a Bologna, sui treni e, l'ultima strage in via Palestro a Milano.Questi fatti non appartengono ad un passato lontano, ma fanno parte del nostro presente:chi, a partire dal 1969 ha piazzato bombe, lo ha fatto per restringere i nostri spazi di libertá, per fermare ogni istanza di cambiamento:e , in questi ultimi anni, tutti i governi che si sono succeduti, si sono impegnati a restringere spazi di libertá e a reprimere il dissenso(limitazione del diritto di sciopero, legge Craxi sulle tossicodipendenze, sgomberi di centri sociali, leggi sull'immigrazione, negazione del diritto all'istruzione attraverso il numero chiuso all'univeristá, bicamerale, rafforzamento dell'esecutivo, magistrati giustizieri, ecc., ecc.)sará un caso?
A CURA DEGLI STUDENTI ANARCHICI DEL CIRCOLO PONTE DELLA GHISOLFA.
P.S.
QUELLO CHE LEGGERETE DI SEGUITO E' SOLO UNA PARTE DEL DOSSIER, COMPOSTO PER LO PIU' DI ARTICOLI TRATTI DALLA STAMPA ANARCHICA DEGLI ANNI '70.
SE VOLETE AVERLO COMPLETO VENITE IN UTOPIA.
PINELLI:SENTENZA D'AMBROSIO
UN MALORE ATTIVO
PER IL COMPROMESSO STORICO.
(TRATTO DA "A"-RIVISTA ANARCHICA)
Pinelli e' caduto per un malore, sostiene il giudice D'Ambrosio nella sua sentenza.Non vi fu suicidio, ma neppure omicidio, solo un malore... ed ecco spiegata la tragica notte del 15 dicembre 1969.Una tesi troppo semplicistica e da compromesso -oltre a quello storico oggi abbiamo anche quello giudiziario-che suona come un'offesa all'intelligenza.
E' evidente che il "democratico" giudice D'Ambrosio non se la sentiva di adottare una tesi-quella del suicidio-ormai squalificata e proponibile solo dai magistrati piu' reazionari, ma d'altro canto non se la sentiva nemmeno di mettere sotto processo funzionari di quello stato di cui egli e' un fedele servitore.La ragione di stato ha prevalso:per non scontentare nessuno il "giudice democratico" inventa -e' proprio il caso di dirlo-l'ipotesi della morte accidentale dovuta a malore.
Se riandiamo al clima di quel dicembre 1969 dobbiamo riconoscere che il potere ha dovuto rimangiarsi molte delle calunnie e delle falsita' che aveva diffuso ai quattro venti dopo l'uccisione del nostro compagno.Glielo abbiamo imposto, gliel'hanno imposto i rivoluzionari, gli sfruttati e tutta quella gente che non accetta le verita' di regime.Le precedenti archiviazioni e assoluzioni a Calabresi e soci hanno lasciato il posto a questa sentenza che vorebbe recuperare un po' di credibilita' allo stato e ai suoi funzionari, ma che in definitiva mostra piu' lacune delle precedenti e che non riesce a riabilitare quello stato che in molti ormai considerano "lo stato delle stragi".
La funzione svolta dal giudice D'ambrosio e' significativa.Uomo definito democratico, "vicino" al Partito Comunista, D'ambrosio rappresenta quella magistratura che non e' direttamente compromessa con la montatura antianarchica di questi anni.La sua sentenza quindi dovrebbe apparire imparziale, ma l'incredibilita' della tesi sostenuta mostra fin troppo chiaramente che la logica a cui sottosta' e' quella tipica delle caste privilegiate:non abbandonare mai i propri membri, anche i piu' squalificati.In questa dimensione va inquadrata la sentenza di D'Ambrosio.Mentre per i democratici essa li coinvolge e quindi la criticano per non esserne considerati partecipi, per noi anarchici questa sentenza serve come indicatore dei nuovi equlibri assunti dalle forze che gestiscono il potere.
Cosi' considerata la sentenza di D'Ambrosio rappresenta una vittoria e una sconfitta nello stesso tempo.Una vittoria perche' abbiamo, nonostante tutto, ributtato sullo stato le accuse che muoveva nei nostri confronti, perche' l'assassinio di Pinelli non e' passato sotto silenzio, come voleva il potere.Siamo riusciti a creare su questo episodio della criminalita' statale una considerevole campagna di controinformazione che ha influenzato una cerchia di persone notevolmente ampia e lo slogan "la strage e' di stato" e' divenuto molto di piu' di un semplice slogan.
E' stata comunque anche una sconfitta perche' non siamo riuscit a restringere la liberta' di manovra del potere su questo "caso" in misura tale da non lasciargli altra alternativa che quella di condannare i suoi servitori, in pratica di autoaccusarsi.
Comunque siamo riusciti a far si' che questa sentenza "democratica" lo stato si coprisse di ridicolo e questo e' gia' qualcosa.
Il nostro compito oggi e' quello di continuare su quella strada intrapresa subito dopo la strage di Piazza Fontana e l'assassinio di Pinelli:mettere sotto accusa lo stato, partendo dalle sue componenti repressive-polizia e magistratura.
SEMPRE QUELLI
(TRATTO DA "A"-RIVISTA ANARCHICA)
Nelle istruttorie contro gli anarchici , in tutte le iniziative repressive degli ultimi tre anni , c’è sempre la mano degli stessi figuri membri delle tre specializzazioni repressive : polizia , magistratura e stampa .
Questi figuri rispondono ai nomi di :
LUIGI CALABRESI
Commissario di P.S. ; Ha condotto praticamente in prima persona tutte le indagini ordinate dal giudice Amati. È lui che malmena Faccioli durante gli interrogatori , è sempre lui che provoca Braschi a “ buttarsi dalla finestra “. È lui che in piena notte accompagna Faccioli per le campagne del circondario milanese , lo costringe a correre davanti all ‘ automobile - che guida a fari spenti - e gli grida “ Confessa ! Non vedi che potremmo farti fuori e far credere che sia stato un incidente ? “.
È nel suo studio che viene ucciso il compagno Pinelli perché - secondo la più attendibile ricostruzione dei fatti -aveva capito qualcosa che poteva smascherare il complotto contro Valpreda.
È sempre Calabresi che preleva con l ’ inganno e la prepotenza Braschi dal carcere di S. Vittore e lo accompagna in una cava del bergamasco pretendendo che ammettesse di avere effettuato un furto di esplosivi. Calabresi è un poliziotto molto protetto dall ’ alto , probabilmente dal SID .
Condivide le responsabilità delle sue azioni con Panessa ( picchiatore di Braschi e Faccioli ) , promosso maresciallo dopo l ‘ uccisione di Pinelli.
BENIAMINO ZAGARI
Vice capo dell‘ Ufficio Politico. Nell’ aprile del 1969 , durante le perquisizioni delle abitazioni di Braschi e Faccioli , vengono sequestrati dei vetrini gialli , ciò non viene fatto comparire nei verbali di sequestro . Nel marzo del 1970 , dopo oltre tre mesi dalla strage di piazza Fontana , è proprio Zacari che consegna al P. M. Occorsio il famoso vetrino giallo che asserisce di aver trovato nella borsa che conteneva la bomba inesplosa alla Banca Commerciale !!!Pensate : questo vetrino giallo fa la sua comparsa in una borsa dopo tre mesi , dopo che questa era stata ispezionata , scrutata , rovistata , chissà da quanti polizziotti , senza averlo trovato , ecco che il solerte Zagari vi reperisce il vetrino che costituisce la “prova “ , la “ firma “ , per così dire di Valpreda all ‘ attentato. Com’è noto - e com’era noto soprattutto alla polizia - Valpreda aveva un negozio per la vendita delle lampade Tiffany e faceva uso di quei vetrini per la loro fabbricazione .
Ecco perché Zagari ha la brillante idea di “ scoprire “ il vetrino nella borsa .
TEONESTO CERRI
Perito balistico e stretto amico della Polizia e della Procura milanese .
È lui che fece esplodere precipitosamente la bomba inesplosa della Banca Commerciale , facendo sparire così un importantissimo elemento da cui si poteva stabilire con certezza la qualità dell’ esplosivo , le capacità tecniche di chi l’ aveva confezionato , ecc.
È lui che effettuò le perizie balistiche per gli attentati attribuiti ai compagni processati a Milano ; “ perizie “ che non furono effettuate sui frammenti e sui reperti degli ordigni esplosi ma sui ... rapporti di polizia . È chiaro che su questa base classificò come micidiali tutti gli ordigni , tranne che quelli della Fiera e della Stazione Centrale .
È sempre Cerri che - esorbitando dai compiti e dalle funzioni proprie del perito balistico e trasformandosi in poliziotto , a forzadi supposizioni , congetture e fantasie personali , stabilisce che il furto dell‘ esplosivo “ potrebbe essere avvenuto nel bergamasco “.
Oggi Cudillo dice che Valpreda avrebbe usato il resto degli esplosivi provenienti da questo inesistente furto .
continua.......
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