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Questa guerra è ingiusta perché è una guerra |
"Affrontando l'Impero"
Noam Chomsky al WSF il 1 Febbraio 2003
Ci stiamo avvicinando ad un momento della storia del mondo che è da molti punti
di vista unico - un momento che è sinistro, ma anche pieno di speranza.
Lo stato più potente della storia ha proclamato, forte e chiaro, che intende
governare il mondo con la forza, la dimensione in cui regna supremo.
A parte l'usuale omaggio alle nobili intenzioni che sono l'accompagnamento
standard (quindi privo di significato) della coercizione, i suoi leader sono
dediti alla realizzazione della loro l'ambizione imperiale, come è stato
francamente descritto nel giornale principale dell'establishment di politica
estera - in modo critico, un aspetto importante.
Hanno dichiarato anche che non tollereranno alcun concorrente, adesso o nel
futuro. Credono evidentemente che gli strumenti di violenza nelle loro mani
siano cosí straordinari che possono trattare con disprezzo chiunque si metta
sul loro cammino. C'è una buona ragione per credere che la guerra con l'Irak
vada intesa, in parte, come un modo per insegnare al mondo alcune lezioni
riguardo ciò accade quando l'impero decide di sferrare un colpo - infatti
guerra è non è il termine proprio, dato lo schieramento di forze.
La dottrina non è totalmente nuova, né esclusiva degli USA, ma non è mai stata
proclamata tanata sfacciata arroganza - almeno non da qualcuno che potremmo
ricordare.
Non voglio tentare di rispondere alla domanda proposta per questo meeting: Come
affrontare l'impero. La ragione è che la maggior parte di voi conosce le
risposte come o meglio di me, attraverso le vostre vite e le vostre attività.
Il modo di "affrontare l'impero è di creare un mondo diverso, che non sia
basato sulla violenza e sulla sottomissione, l'odio e la paura. Percio' siamo
qui, e il WSF da speranza che questi non sono futili sogni.
Ieri ho avuto il raro privilegio di assistere ad alcuni lavoro molto stimolanti
per raggiungere questi obiettivi, all'incontro internazionale della Via
Campesina ad una comunita' del MST, che penso sia il piu' importante ed
eccitante movimento popolare del mondo. Con azioni locali costruttive come
quelle del MST, ed organizzazioni internazionali del tipo illustrato dalla Via
Campesina e dal WSF, con comprensione e solidarietà e reciproco aiuto, c'è
reale speranza per un futuro decente.
Ho avuto anche alcune esperienze recenti che danno un'immagine viva di ciò che
il mondo potrebbe essere se la violenza imperiale non fosse limitata e
smantellata. Il mese scorso ero nella Turchia del sud-est, la scena di alcuni
delle atrocità peggiori degli orribili anni '90, tuttora in corso: appena
alcune ore fa siamo stati informati di atrocità rinnovate dall'esercito vicino
a Diyarbakir, la capitale non ufficiale delle regioni Kurde. Durante gli anni
'90, milioni di persone sono state espulse dalle campagne devastate, con decine
di migliaia di uccisioni e ogni forma immaginabile di barbarica tortura.
Tentano di sopravvivere nelle caverne fuori dalle mura di Diyarbakir, nelle
costruzioni condannate nei miserabili bassifondi di Istanbul, o dovunque
possono trovare rifugio, impediti dal ritornare ai loro villaggi malgrado la
nuova legislazione che permette teoricamente il ritorno. L'80% delle armi
arrivano dagli USA. Solo nell'anno 1997, Clinton ha inviato più armi in Turchia
che nell'intero periodo della Guerra Fredda fino all'inizio dello campagna di
terrore di stato - definita antiterrorismo dagli esecutori e dai loro
sostenitori, un'altra convenzione. La Turchia è diventata il destinatario
principale delle armi USA mentre le atrocita' raggiungevano il massimo (a
prescindere dall'Israele-Egitto, una categoria separata).
Nel 1999, la Turchia ha lasciato questa posizione alla Colombia. La ragione è
che nella Turchia, il terrore di stato sostenuto dagli USA ha avuto un grande
successo, mentre in Colombia no. La Colombia ha avuto la peggiore situazione
sui diritti umani nell'emisfero Occidentale negli anni '90 ed era quasi il
principale destinatario delle armi e dell'addestramento militare USA, adesso e'
il principale. E' prima al mondo anche per altri indicatori, per esempio,
assassinio di attivisti sindacali: più della metà di quelli uccisi nel mondo
nell'ultima decade erano in Colombia. Quasi mezzo milione di persone sono state
allontanate dalla loro terra l'anno scorso, un nuovo record. La popolazione
sfollata è adesso valutata in 2. 7 milioni. Gli assassini politici sono arrivati
a 20 al giorno; 5 anni fa erano la meta'.
Ho visitato Cauca nella Colombia meridionale, che ha avuto la peggiore
situazione sui diritti umani nel paese nel 2001. Ho ascoltato ore di
testimonianze dai contadini che sono stati espulsi dalle loro terre dalla
guerra chimica - chiamata fumigation sotto il pretesto di una guerra alla
droga guidata dagli USA che pochi prendono seriamente e che sarebbe vergognoso
se questo era l'intento. Le loro vite e le loro terre sono distrutte, i bambini
muoiono, soffrono per malattie e ferite. L'agricoltura contadina è basata su
una tradizione ricca di conoscenze e sull'esperienza guadaganta nel corso di
molti secoli, nella maggior parte del mondo passata di madre in figlia.
Nonostante sia un eccezionale successo umano, è molto fragile, e può essere
distrutto per sempre in una solo generazione. Si sta distruggendo anche una
delle piu' ricche biodiversita' del mondo, simile alle vicine regioni del
Brasile. Campesinos, indigeni, Afro Colombiani possono unirsi ai milioni nei
campi e nei bassifondi putrescenti. Senza piu' popolazione, le multinazionali
possono arrivare e spogliare le montagne del carbone ed estrarre petrolio ed
altre risorse, e convertire ciò che resta della terra in monoculture per
l'esporatzioni con sementi prodotte in laboratorio in un ambiente spogliato dei
suoi tesori e della sua varieta'.
Le scene in Cauca e la Turchia del sud-est sono molto diverse dalle celebrazioni
del raduno della Via Campesina alla comunità del MST. Ma la Turchia e Colombia
forniscono ispirazione e fiducia in maniera diversa, a causa del coraggio e
della dedizione di persone che lottano per la giustizia e per la libertà,
affrontando l'impero dove sta uccidendo e distruggendo.
Questi sono alcuni dei segni del futuro se le ambizioni imperiali procedono
secondo il loro corso normale, ora che sono state accelerate dalla grandiosa
strategia di governo globale per mezzo della forza. Niente di questo è
inevitabile, e fra i modelli buoni per far terminare questi crimini ci sono
quelli che ho citato: il MST, la Via Campesina, ed il WSF.
Al WSF, la serie di temi e problemi in intensa discussione è molto ampia,
notevolmente, ma penso che possiamo identificare due temi principali. Uno è la
giustizia globale e la Vita dopo il Capitalismo - o per proporlo più
semplicemente, la vita, perché non è cosí chiaro che la specie umana possa
sopravvivere molto a lungo sotto l'esistente stato di istituzioni
capitalistiche. Il secondo tema è collegato: la guerra e la pace, e più
specificatamente, la guerra in Irak che Washington e Londra cercano
disperatamente di scatenare, virtualmente da soli.
Iniziamo con alcune buone notizie su questi temi fondamentali. Come sapete, c'è
una conferenza del World Economic Forum che si sta svolgendo proprio adesso, a
Davos. Qui a Porto Alegre, l'umore è fiducioso, vigoroso, eccitante. A Davos,
il New York Times ci dice, l'umore è cupo Per i promotori e i partecipanti
[shakers]" non è più tempo di festa globale. Infatti, il fondatore del Foro
ha ammesso la sconfitta: Il potere delle corporazioni è completamente
scomparso, ha detto. Cosí abbiamo vinto. Non ci rimane altro da fare che
raccogliere i pezzi - non solo parlare di una visione del futuro che sia giusto
ed umano, ma attivarci e crearlo.
Certo, non dovremmo lasciare che le lodi ci sommergano. Ci sono ancora delle
difficoltà davanti.
Il tema principale del WEF è Costruendo la Fiducia. C'è una ragione per
questo. I padroni dell'universo, come a loro piaceva chiamarsi in giorni più
esuberanti, sanno che sono in guai seri. Hanno rilasciato recentemente un
sondaggio che mostra che la fiducia nei leader è notevolmente diminuita.
Soltanto i leader di ONG hanno avuto la fiducia di una chiara maggioranza,
seguiti dai leader dell'ONU e spirituali / religiosi, poi i leader dell'Europa
Occidentale ed i manager economici, sotto di loro i dirigenti d'azienda, e bene
sotto di loro, in fondo, i leader degli USA, con il 25% di fiducia. Che può
significare virtualmente nessuna fiducia: quando alle persone viene chiesto se
si fidano di leader dotati di potere, rispondono di solito Sì, un'abitudine.
E' anche peggio. Pochi giorni fa un sondaggio in Canada ha rilevato che piu' di
1/3 della popolazione considera gli USA come la più grande minaccia alla pace
del mondo. Gli USA hanno un punteggio due volte maggiore dell'Irak o della
Corea del Nord, e molto maggiore della stessa al Qaeda. Un sondaggio senza
controlli attenti, dalla rivista Time, ha trovato che piu' dell'80% di
intervistati in Europa ha considerato gli USA la più grande minaccia alla pace
del mondo, paragonato con meno del 10% per Irak o Corea del Nord. Anche se
questi numeri fossero sbagliati di un fattore sostanzioso, sono starordinari.
Senza andare oltre, i dirigenti delle aziende che hanno pagato $30,000 per
assistere alle fosche riunioni a Davos hanno delle ragioni buone per portare
come loro tema: Costruendo la Fiducia
La prossima guerra con l'Irak contribuisce indubbiamente a questi sviluppi
interessanti e importanti. L'opposizione alla guerra è completamente senza
precedenti storici. In Europa è cosi' forte che il Segretario alla Difesa
Donald Rumsfeld ha liquidato Germania e Francia come la vecchia Europa,
semplicemente per non occuparsi della loro disubbidienza. Il maggior numero
degli altri paesi in Europa sono con gli Stati Uniti ha assicurato ai
giornalisti stranieri. Questi grandi numeri sono l'Europa nuova,
simboleggiati dall'Italia di Berlusconi, fresco visitatore della Casa Bianca
pregando di essere invitato ad essere il terzo dei tre B: il
Bush-Blair-Berlusconi, presupponendo che possa restare fuori di prigione.
L'Italia è a bordo, ci dice la Casa Bianca. Apparentemente non è un problema
che piu' dell'80% della popolazione sia contrario alla guerra, secondo i
recenti sondaggi. Il che dimostra che le persone in Italia appartengono alla
vecchia Europa, e possono essere buttate nel posacenere della storia con
Francia e Germania, e gli altri che non sanno stare al loro posto.
La Spagna è salutata come un altro preminente membro della nuova Europa - con il
75% di opposizione totale alla guerra, secondo un sondaggio internazionale
Gallup. Secondo il principale analista politico internazionale di Newsweek, e'
pressoché lo stesso nella parte più promettente della nuova Europa, i paesi ex
Comunisti su cui si conta (abbastanza apertamente) per servire gli interessi
USA e minare i dispezzati mercato sociale e welfare state Europei. Riferisce
che in Cecoslovacchia, i 2/3 della popolazione si oppone alla partecipazione
alla guerra, mentre in Polonia soltanto 1/4 sosterrebbe una guerra anche se gli
ispettori dell'ONU provassero che l'Irak possiede delle armi di distruzione di
massa (WMD)". La stampa Polacca riferisce che il 37% approverebbe in questo
caso, valore ancora estremamente basso, nel cuore della nuova Europa.
L'Europa nuova si è presto auto identificata in una lettera aperta al Wall
Street Journal: con Italia, Spagna, Polonia e Cecoslovacchia - i dirigenti,
cioè, non le persone - include Danimarca (con un opinione popolare sulla guerra
quasi come in Germania, quindi la vecchia Europa), Portogallo (53% opposto
alla guerra in qualsiasi circostanza, 96% opposto alla guerra unilaterale degli
USA e dei suoi alleati), la Gran Bretagna (40% opposto alla guerra in qualsiasi
circostanza, 90% opposto alla guerra unilaterale degli USA e dei suoi alleati),
ed Ungheria (nessun dato disponibile).
In breve, l'eccitante Europa nuova consiste di alcuni leader che sono disposti
a sfidare la volonta' delle loro popolazioni.
La vecchia Europa ha reagito con qualche fastidio alla dichiarazione di Rumsfeld
che sono paesi problema, non stati moderni. La loro reazione è stato spiegata
da premurosi commentatori USA. Ascoltando la stampa nazionale, noi impariamo
che quegli stanchi alleati Europei non apprezzano la rettitudine morale del
Presidente. L'evidenza per la sua rettitudine morale è che i suoi
consiglieri citano lo zelo evangelico che viene direttamente dall'uomo
semplice che si è dedicato ad eliminare il male dal mondo. Dato che questa è
sicuramente l'evidenza più attendibile ed oggettiva che può essere immaginata,
sarebbe improprio esprimere anche un leggero scetticismo, senza parlare di
reagire come noi faremmo di fronte a simili performance tenute da altri. Il
cinico Europeo, ci viene detto, fraintende la purezza d'animo di Bush come
naiveté morale senza pensare che gli specialisti in PR potrebbero giocare un
ruolo nel creare un'immagine che poi venderanno. Siamo inoltre informati che
c'e' un grande divisione tra la stanca Europa e l' idealistico Nuovo Mondo
votato a eliminare l'inumanità". Poiche' noi sappiamo per certo che questo è lo
scopo guida dell'idealistico Nuovo Mondo, perché cosi' proclamano i nostri
leader. Quali altre prove si potrebbero cercare?
Le rare volte che si cita l'opinione pubblica nell'Europa nuova la si tratta
come un problema di marketing; il prodotto che deve essere venduto è
necessariamente buono ed onorevole, data la sua fonte. La compiacenza dei
dirigenti della nuova Europa di preferire Washington alla loro stessa
popolazione minaccia di isolare i Tedeschi e i Francesi, che esibiscono
retrograde tendenze democratiche, e mostrano che Germania e Francia non possono
dire che parlano per l'Europa. Stanno semplicemente parlando per le persone
della vecchia e nuova Europa, che gli stessi commentatori riconoscono -
esprimono forte opposizione alle linee di condotta della nuova Europa.
Le dichairazioni ufficiali e la reazione nei loro confronti sono illuminanti.
Dimostrano chiaramente il disprezzo per la democrazia che è abbastanza tipico,
storicamente, fra quelli che sentono di governare il mondo per diritto.
Ci sono molti altri esempi. Quando il Cancelliere Tedesco Gerhard Schroeder ha
osato prendere la posizione della schiacciante maggioranza dei votanti alle
ultime elezioni, è stato descritto come una perdita shockante di leadership, un
problema serio che la Germania deve superare se vuole essere accettata nel
mondo civilizzato. Il problema e' nella Germania, non nelle elite delle
democrazie Anglo-americane. Il problema della Germania è che il governo vive
nella paura degli elettori, e questo lo porta a fare errori su errori dice il
portavoce del partito dell'Unione Cristiano Sociale di destra, che capisce la
vera natura della democrazia.
Il caso della Turchia è anche più rivelatore. Come in tutta la regione, i Turchi
sono molto contrari alla guerra, al 90% secondo i sondaggi più recenti. E
finora il governo ha prestato irresponsabilmente qualche attenzione alle
persone che lo hanno eletto. Non si è inchinato completamente alla intensa
pressione e alle minacce che Washington esercita per obbligarlo a obbedire alla
voce del padrone. Questa riluttanza del governo eletto a seguire gli ordini
prova che i suoi dirigenti non sono dei veri democratici. Per loro può essere
troppo difficile comprendere queste sottigliezze, ci vengono "spiegati" dall'ex
Ambasciatore in Turchia Morton Abramowitz, adesso un distinto statista e
commentatore. Dieci anni fa, ha spiegato, la Turchia è stata governata da un
vero democratico, Turgut Ozal, che annullo' la preferenza dei suoi compatrioti
a stare fuori dalla guerra del Golfo. Ma la democrazia è declinata in Turchia.
L'attuale leadership segue le persone, rivelando la sua mancanza di
credenziali democratiche. Purtroppo, dice, per gli USA non c'è Ozal in
giro". Cosí sarà necessario portare la vera democrazia in Turchia tramite lo
strangolamento economico ed altri mezzi spiacevolmente coercitivi, ma questo è
richiesto da quello che l'elite chiama la nostra brama per la democrazia
Il Brasile testimonia un altro esercizio dei reali atteggiamenti verso la
democrazia dei padroni dell'universo. Nell'elezione più libera dell'emisfero,
una grande maggioranza ha votato per politiche che sono fortemente avversate
dalla finanza internazionale e dagli investitori, del Fondo Monetario
Internazionale e dal Dipartimento del Tesoro USA. Qualche anno fa, questo
sarebbe stato il segnale per un colpo di stato militare che avrebbe instaurato
uno Stato di Sicurezza Nazionale omicida, come nel Brasile di 40 anni fa. Ora
non funzionera'; le popolazioni del Sud e del Nord sono cambiate, e non lo
tollereranno facilmente. Inoltre, ci sono adesso modi piu' semplici per minare
la volontà delle persone, grazie agli strumenti neoliberali che sono stati
realizzati: controlli economici, capitali volatili, attacchi alla valuta,
privatizzazione, ed altri dispositivi che sono ben progettati per ridurre il
terreno delle scelte popolari. Questi, si spera, possono obbligare il governo a
seguire i dictat di quello che gli economisti internazionali chiamano il
parlamento virtuale degli investitori e dei creditori, che prendono le
decisioni reali, forzando la popolazione, una irrilevante fastidio secondo i
principi regnati della democrazia.
Quando stavo per partire per l'aeroporto ho ricevuto un'altra delle numerose
domande dalla stampa sui motivi per cui c'e' cosí poca protesta anti guerra
negli USA. Le impressioni sono istruttive. Infatti, la protesta negli USA, come
altrove, è a livelli che non hanno precedenti storici. Non solo dimostrazioni,
teach in, ed altri eventi pubblici. Per portare un esempio di altro genere, la
settimana scorsa al Consiglio Comunale di Chicago ha approvato una risoluzione
anti guerra, 46-1, unendosi a 50 altre città. La stessa cosa è vera in altri
settori, inclusi quelli che sono piu' fidati, come il WEF ha imparato a sue
spese: ONG e le organizzazioni religiose, con poche eccezioni. Parecchi mesi fa
la più grande università del paese ha approvato una forte risoluzione contro la
guerra - l'Università del Texas, la porta a fianco del ranch di George W. E
sarebbe facile continuare.
Allora perché il giudizio diffuso fra le elite che la tradizione di dissenso e
la protesta è morto? Invariabilmente, i paragoni sono mirati sul Vietnam, un
fatto molto rivelatore. Abbiamo appena passato il 40mo anniversario
dell'annuncio pubblico che l'amministrazione Kennedy inviava l'Aviazione USA a
bombardare il Vietnam del sud, avviando anche progetti di spostamento di
milioni di persone in campi di concentramento e programmi di guerra chimici per
distruggere i raccolti di cibo. Non c'era pretesto di difesa, eccetto nel senso
di retorica ufficiale: la difesa contro l'"aggressione interna" dei Sud
Vietnamiti in Vietnam del sud ed il loro "l'assalto dall'interno" (il
Presidente Kennedy ed il suo Ambasciatore all'ONU, Adlai Stevenson). La
protesta era inesistente. Non ha raggiunto alcun livello significativo per
parecchi anni. A quel punto centinaia di migliaia soldati USA avevano raggiunto
l'esercito di occupazione, aree densamente popolate erano state demolite da
bombardamenti di saturazione e l'aggressione si era estesa al resto
dell'Indochina. La protesta fra gli intellettuali di elite restava
principalmente su terreni pragmatici: la guerra era un errore stava
diventando troppo costosa per gli USA. All'improvviso, alla fine degli anni '60
la grande maggioranza del pubblico si opponeva alla guerra come
fondamentalmente sbagliata e immorale non un errore immagine che e' rimasta
fortemente fissata fino al presente.
Oggi, in evidente contrasto con gli anni '60, c'è un avvio di una protesta
popolare diffusa su grande scala ovunque negli USA prima che la guerra sia
stata ufficialmente lanciata. Ciò riflette un regolare incremento in questi
anni di non voler sopportare aggressioni ed atrocità, uno dei molti
cambiamenti, su scala mondiale. Questo e' parte dello sfondo per ciò che si
svolge a Porto Alegre, e parte della ragione per l'oscurità a Davos.
La direzione politica è ben consapevole di questi sviluppi. Quando una nuova
amministrazione sale al governo, riceve un rapporto della situazione del mondo
compilata dalle agenzie di intelligence. È segreto; conosciamo queste cose
molti anni dopo. Ma quando Bush numero 1 è arrivato nel 1989, una piccola parte
del rapporto è fuoriuscita, un passaggio riferito ai casi dove gli Stati Uniti
affrontano nemici molto più deboli - l'unico tipo di combattimento che si
penserebbe di affrontare. Gli analisti di intelligence avvisarono che in
conflitti con nemici molto più deboli gli USA devono vincere con rapidita' e
decisione oppure il sostegno popolare crollerà. Non e' piu' come negli anni
'60, quando la popolazione avrebbe tollerato una guerra omicida e distruttiva
per anni senza proteste visibili. Non e' più vero. I movimenti attivisti degli
ultimi 40 anni hanno avuto un significativo effetto civilizzatore. Ormai, il
solo modo di assalire un nemico molto più debole è costruire una enorme
propaganda offensiva che lo descrive come prossimo a commettere un genocidio,
forse anche una minaccia alla nostra stessa sopravvivenza, poi celebrare una
vittoria miracolosa sopra l'impressionante nemico, mentre la folla loda i
coraggiosi leaders che sono arrivati in soccorso giusto in tempo.
Questo è lo scenario attuale in Irak.
I sondaggi rivelano più sostegno per la guerra progettata in USA che altrove, ma
i numeri ingannano. È importante tenere a mente che gli USA sono il solo paese
fuori dall'Irak dove Saddam Hussein è non solo oltraggiato ma anche temuto. C'è
un'inondazione di violenta di avvertimenti propagandistici che se non lo fermiamo
oggi ci distruggerà domani. La prossima evidenza delle sue armi di distruzione
di massa può essere una nuvola a fungo cosi' ha annunciato in Settembre la
Consigliera per la Sicurezza Nazionale COndoleezza Rice - presumibilmente sopra
New York. Nessuno tra i vicini dell'Irak sembra eccessivamente interessato, per
quanto possano odiare il tiranno omicida. Forse perché loro sanno che come
risultato delle sanzioni la maggior parte della popolazione del paese è stata
con una dieta da semi inedia per anni come riporta la World Health
Organization, e che l'Irak è uno degli stati piu' deboli nella regione: la sua
economia e le spese militari sono una frazione di quelle del Kuwait, che ha il
10% della popolazione dell'Iraq, e molto di meno rispetto agli altri.
Ma gli USA sono diversi. Quando il Congresso lo scorso Ottobre ha concesso al
Presidente l'autorizzazione alla guerra, era per difendere la sicurezza
nazionale degli Stati Uniti contro la continua minaccia posta dall'Irak. Noi
dobbiamo tremare di paura davanti a questa minaccia impressionante, mentre i
paesi vicini cercano di reintegrare l'Irak nella regione, inclusi quelli che
sono stati assaliti da Saddam quando era amico e alleato di quelli che guidano
il gioco a Washington - e che erano felici di fornirgli aiuto incluso i mezzi
per sviluppare armi di distruzione di massa (WMD), al tempo di quando era molto
piu' pericoloso di oggi ed aveva gia' comesso i suoi peggiori crimini.
Una seria misura di sostegno per la guerra negli USA dovrebbe liberare da questo
fattore paura che è genuino ed unico delgi USA. Il residuo darebbe una misura
più realistica di sostegno per il ricorso alla violenza, e mostrerebbe, penso,
che e' quasi lo stesso come altrove. [A serious measure of support for war in
the US would have to extricate this fear factor, which is genuine, and unique
to the US. The residue would give a more realistic measure of support for the
resort to violence, and would show, I
think, that it is about the same as elsewhere. ]
Colpisce anche abbastanza che la forte opposizione alla prossima guerra si
estende prorpio dentro l'establishment. Gli attuali numeri dei due maggiori
giornali di politica estera presentano articoli di opposizione alla guerra da
parte delle principali personalita' dell'elite della politica estera. La molto
rispttabile "American Academy of Arts and Sciences" ha stampato una lunga
monografia sulla guerra, tentando di fornire il quadro più comprensivo delle
posizioni dell'amministrazione Bush per poi smantellarle punto per punto. Un
rispettabile analista che citano è un Senior Associate del Carnegie Endowment
for International Peace, avverte che gli USA stanno diventando una minaccia per
sé stessi e per l'umanità sotto la loro attuale direzione. Non ci sono
precedenti per niente come questo.
Dovremmo riconoscere che queste critiche tendono a essere ristrette. Riguardano
le minacce agli USA e ai loro alleati. Non tengono conto dei probabili effetti
sugli Iracheni: gli avvertimenti dell'ONU e delle agenzie umanitarie che
milioni possono essere ad alto rischio in un paese che è al limite di
sopravvivenza dopo una terribile guerra che miro' alla sua infrastruttura di
base - somiglia ad una guerra biologica - ed una decade di devastanti sanzioni
che hanno ucciso centinaia di migliaia di persone e hanno bloccato qualunque
ricostruzione, mentre rafforzavano il brutale tiranno che governa l'iIrak. E'
anche interessante che le critiche non si preoccupano neanche di citare
l'elevata retorica della democratizzazione e della liberazione.
Presumibilmente, i critici danno per scontato che la retorica è destinata agli
intelelttuali e agli scrittori di editoriale - che si suppone non notino la
guida verso la guerra è accompagnato da una dimostrazione drammatica di odio
verso democrazia, proprio come si suppone che dimentichino i dossier di quelli
che conducono la campagna. Che è anche il motivo per cui nessuno di questi mai
è stato mai portato all'ONU.
Tuttavia, le minacce che preoccupano i critici dell'establishment sono molto
reali. Sicuramente non si sorpresero quando la CIA informo' il Congresso lo
scorso Ottobre che non conosceva alcun collegamento tra l'Irak e il terrorismo
stile Al Qaeda, ma che un attacco all'Irak aumenterebbe probabilmente la
minaccia terroristica verso l'Occidente, in molte maniere. È probabile che
ispirera' una nuova generazione di terroristi dedicati alla vendetta, e
potrebbe indurre l'Irak a supportare le azioni di terrorismo che sono già in
atto, una possibilità presa molto seriamente in considerazione dagli analisti
USA. Una task force di alto livello del Council on Foreign Relations ha appena
rilasciato una relazione avvertendo di probabili attacchi terroristici che
potrebbero essere anche peggiori del 9-11, incluso il possibile uso di WMD
anche dentro gli USA, pericoli che sono resi più vicini dalla prospettiva che
gli USA entrino in guerra con l'Irak Forniscono molte esemplificazioni,
virtualmente un ricettario per terroristi. Non è il primo; altri simili sono
stati pubblicato da importanti analisti strategici molto prima del 9-11.
Si e' anche capito che un attacco all'Irak può condurre non solo a più terrore,
ma anche alla proliferazione di WMD, per una semplice ragione: i potenziali
bersagli degli USA riconoscono che non c'e' nessun altro modo di dissuadere lo
stato più potente della storia, che sta perseguendo l'Ambizione Imperiale
dell'America ponendo seri pericoli agli USA e al mondo, l'autore avverte nel
principale giornale dell'establishment, Foreign Affair. Importanti "falchi"
avvertono che una guerra in Irak potrebbe condurre al piu' grande disastro di
proliferazione della storia Sanno che se l'Irak ha armi chimiche e biologiche,
la dittatura le tiene sotto stretto controllo. Capiscono inoltre che eccetto
come ultima risorsa in caso di attacco, è estremamente improbabile che l'Irak
usi qualunque WMD di cui sia in possesso, invitando cosi' ad un istantaneo
incenerimento. Ed è anche estremamente improbabile che le cedano agli Osama Bin
Laden del mondo, cosa che sarebbe una terribile minaccia allo stesso Saddam
Hussein, anche a prescindere dalla reazione che ci sarebbe se anche ci fosse un
sospetto che potrebbe avere luogo. Ma sotto attacco, la societá crollerebbe,
incluso i controlli sulle WMD. Queste sarebbero privatizzate, gli esperti di
terrorismo fanno notare, ed offerte all'enorme mercato di armi non
convenzionali, dove non avranno problemi a trovare acquirenti . Questo è
realmente uno scenario da incubo, proprio come avvertono i falchi.
Anche prima che l'amministrazione di Bush iniziasse a suonare i tamburi della
guerra all'Irak, c'era abbondanza di avvertimenti che il suo avventurismo stava
portando alla proliferazione di WMD, come pure il terrore, semplicemente come
azione di dissuasione. Proprio ora, Washington sta insegnando al mondo una
lezione molto pericoloso e minacciosa: se vi volete difendere da noi, dovete
imitare al meglio la Corea del Nord e proporre una credible minaccia militare,
incluse WMD. Altrimenti vi demoliremo nella ricerca della nuova grande
strategia che ha causato brividi non solo fra le usuali vittime e nella vecchia
Europa, ma proprio nel cuore dell'elite della politica estera USA, che
riconosce che l'impegno degli USA per un confronto militare attivo per un
decisivo vantaggio nazionale lascerà mondo più pericoloso ed gli USA meno
sicuri - ancora, citando personaggi rispettati nei giornali dell'elite.
Evidentemente, l'aumento probabile del terrore e la proliferazione delle WMD è
di limitato interesse per i pianificatori di Washington, nel contesto delle
loro vere priorita'. Senza troppe difficolta', si potrebbero pensare ragioni
per cui questo potrebbe essere il caso, non molto attraenti. [Without too much
difficulty, one can think of reasons why this might be the case, not very
attractive ones. ]
La natura delle minacce è stato drammaticamente sottolineato l'ultimo ottobre,
al summit tenuto all'Avana per il 40. o anniversario della crisi Cubana dei
missili, a cui hanno partecipato i presonaggi chiave da Russia, USA e Cuba. I
pianificatori sapevano al tempo che avevano il destino del mondo nelle mani, ma
le nuove informazioni comunicate al summit dell'Avana spaventano veramente.
Abbiamo sauto che il mondo è stato risparmiato dalla devastazione nucleare da
un capitano di sottomarino Russo, Vasily Arkhipov, che ha bloccato un ordine di
lanciare i missili nucleari quando i sottomarini Russi sono stato assaliti da
caccia USA vicino a alla linea di quarantena di Kennedy. Se Arkhipov fosse
stato d'accordo, il lancio nucleare avrebbe quasi certamente generato uno
scambio che avrebbe distrutto l'emisfero settentrionale come Eisenhower aveva
avvertito.
La rivelazione terribile è particolarmente opportuna a causa delle circostanze:
le radici della crisi dei missili sono nel terrorismo internazionale mirato a
un cambiamento di regime due concetti molto nelle notizie oggi. Gli attacchi
terrostici degli USA contro Cuba iniziarono poco dopo che Castro prese il
potere, e furono nettamente intensificato da Kennedy, portando ad una paura
molto plausibile di invasione, come Robert McNamara ha riconosciuto. Kennedy ha
ripreso la guerra terroristica immediatamente dopo che la crisi era superata;
le azioni di terrorismo contro Cuba, con base in USA, raggiuneero il massimo
nei tardi anni '70 continuando 20 anni dopo. Mettendo da parte qualunque
giudizio sul comportamento dei participanti nella crsii dei missili, le nuove
scoperte dimostrano con brillante chiarezza il rischio terribile e imprevisto
presente in attacchi a un nemico molto debole miranti a cambi di regime - a
rischi di sopravvivenza, non e' un'esagerazione.
Cosi' per il destino delle persone in Irak, nessuno può prevedere con qualunque
sicurezza: ne' la CIA, ne' Donald Rumsfeld, ne' quelli che dicono di essere
esperti sull'Irak, nessuno. Le possibilita' vanno dalel spaventose prospettive
per cui le agenzie umanitarie si preparano, alle favole piacevoli fatte
cricolare dagli specialisti di pubblice relazioni dell'amministrazione e dal
loro coro. Un non sa mai. Queste sono tra le numerose ragioni per cui gli
esseri umani decenti non contemplano la minaccia o l'uso di violenza, sia nella
vita personale che negli affari internazionali, a meno che le ragioni proposte
non abbiamo una forza opprimente. E sicuramente niente remotamente come questo
è stato proposto nel caso attuale, ed e' uno dei motivi per cui l'opposizione
ai progetti di Washington e Londra ha raggiunto tale scala e intensità.
I tempi della campagna di propaganda di Washington - Londra erano cosí
trasparenti che sono stati anche oggetto di discussione, e qualche volta di
scherno, proprio nel mainstream. La campagna inizia a settembre dell'anno
scorso. Prima di allora, Saddam era un individuo terribile, ma non una minaccia
imminente alla sopravvivenza degli USA. La nuvola a fungo fu annunciata
all'inizio di settembre. Da allora, la paura che Saddam attacchera' gli USA ha
corso tra il 60-70% della popolazione. La disperata urgenza di muovere
rapidamente contro l'Irak che Bush ha espresso in ottobre non era evidente in
nulla che egli avesse detto due mesi prima, osserva il principale analista
politico della United Press International, giungendo all'ovvia conclusione:
settembre ha segnato l'apertura della campagna politica per le elezioni
congressuali di mid-term. L'amministrazione, prosegue, stava realizzando una
campagna per sostenere ed aumentare il suo potere su una linea di condotta di
avventurismo internazionale, nuove strategie radicale con prelazione militare,
ed una fame per un confronto con l'Irak policamente conveniente e perfettamente
sincronizzato Finché le questioni interne erano in primo piano, Bush e sue
coorti stavano perdendo terreno - abbastanza naturalmente, dato che conducono
un serio assalto contro la maggior parte della popolazione. Ma guarda e
contempla! Nonostante non ci sia stato nessun nuovo attacco terrorista o
indicazioni credibili di minaccia imminente, sin dall'inizio di Settembre, i
temi di sicurezza nazionale sono sempre stati al posto di guida, non solo Al
Qaeda ma un imponente e minacciante potere militare, l'Irak.
Le stesse osservazioni sono stato fatte da molti altri. Questo e' conveniente
per persone come noi: possiamo citare il mainstream invece di dare analisi
controverse. Il Senior Associate del Carnegie Endowment che ho citato prima
scrive che Bush e C. seguono la classica strategia moderna di una oligarchia di
destra messa in pericolo, che è deviare lo scontento di massa in nazionalismo",
ispirato dalla paura di nemici che ci distruggeranno. Quella strategia è di
importanza critica se i "nazionalisti radicali" che guidano la politica a
Washington sperano di portare avanti i loro piani annunciati per una
"dominazione unilaterale del mondo attraverso l'assoluta superiorità militare",
mentre conducono un forte assalto contro gli interessi della grande maggioranza
del popolazione interna.
Per le elezioni, la strategia ha funzionato, appena. Le elezioni dell'inverno
2002 sono state vinte con un piccolo numero di voti, ma sufficiente per
regalare il Congresso all'esecutivo. Analisi dell'elezione hanno rilevato che
gli elettori hanno mantenuto la loro opposizione all'amministrazione su
questioni sociali ed economiche, ma hanno soppresso questi temi in favore della
sicurezza, che tipicamente ha condotto a sostenere figure autoritarie - il
coraggioso cowboy che deve correre in nostro soccorso, appena in tempo.
Come la storia mostra, è anche troppo facile per i dirigenti senza scrupoli
spaventare la gente, con le conseguenze che non non sono state attraenti.
Questo è il metodo naturale per deviare l'attenzione dal fatto che la riduzione
delle tasse per il ricco ed altri iniziative stanno minando le prospettive di
una vita decente per la grande maggioranza della popolazione, e per le
generazioni future. Quando la campagna presidenziale inizia, gli strateghi
Repubblicani sicuramente non volevano persone che facevano domande sulle loro
pensioni, lavori, assistenza sanitaria, ed altri temi del genere. Piuttosto,
avrebbero dovuto lodare il loro eroico leader per salvarli dall'imminente
distruzione da parte di un nemico di colossale potere, e marciare per
affrontare la prossima potente forza dedita alla nostra distruzione. Potrebbe
essere l'Iran, o i conflitti con i paesi Andini : ci sono molte scelte buone,
finché i bersagli sono indifesi.
Queste idee sono secondo natura per gli attuali leader politici, la maggior
parte di loro sono riciclato dall'amministarzione Reagan. Loro stanno
rigiocando un gioco familiare: guidare il paese verso il deficit per essere in
grado di minare i programmi sociali, dichiarare una guerra al terrore (come
hanno fatto nel 1981) ed evocare un diavolo dopo l'altro per spaventare la
popolazione verso l'obbedienza. negli anni '80 era il killer Libico che si
aggriava per le strade di Washington per assassianre il nostro leader, poi
l'esercito Nicaraguegno a soli due giorni di marcia dal Texas, una minaccia
alla sopravvivenza cosi' severa da spingere Reagan a dichiarare un'emergenza
nazionale. O un campo d'aviazione a Grenada che i Russi avrebbero usato per
bombardarci (se l'avessero potuto trovare su una mappa); terroristi Arabi
intenzionati ad uccidere gli Americani ovunque mentre Qaddafi progetta di
espellere America dal mondo, cosí gemette Reagan. O narcotrafficanti Ispanici
che cercano di distruggere la gioventù; e cosi' via.
Nel frattempo la dirigenza politica era in grado di portare avanti politiche che
avevano generalmente scarse uscite ma creavano ricchezza per ristretti settori
mentre nuocevano a una considerevole maggioranza della popolazione - la traccia
che si sta seguendo ancora una volta. E poiché il pubblico lo sa, devono
ricorrere alla classica strategia moderna di una oligarchia di destra messa in
pericolo se sperano di realizzare i programmi interni ed esteri che sono stati
loro affidati, forse anche istituzionalizzarli cosí sarà duro smantellarli
quando perderanno il controllo.
Certo, c'e' molto più che le considerazioni interne - che non sono di poca
importnaza gia' di per se stesse. Le atrocita' terroristiche dell'11 settembre
hanno fornito un'opportunità e un pretesto di realizzare progetti di vecchia
data per prendere il controllo delle immense ricchezze di petrolio dell'Irak,
un componente centrale del Golfo Persico che il Dipartiemnto di Stato, nel
1945, ha descritto come "un enorme fonte di potere strategico, ed uno dei piu'
grandi premi materiali nella storia del mondo. ". L'intelligence USA prevede che
questi saranno anche più maggiore importanza nei prossimi anni. La questione
non è mai stata l'accesso. La stessa intelligence anticipa che gli USA si
affideranno a rifornimenti piu' sicuri nell'emisfero Occidentale e nell'Africa
Occidentale. Lo stessa cosa era vera dopo la II Guerra Mondaile.
Quale questione sia il controllo sul "premio materiale," [material prize] che
incanala un'enorme ricchezza verso gli USA in molte maniere, cosi' come verso
al Gran Bretagna, e la "fonte enorme di potere strategico," che si traduce in
una leva di dominazione unilaterale del mondo -lo scopo che adesso e'
apertamente proclamato, e spaventa molto il mondo, inclusa la vecchia Europa e
l'establishment conservatore negli USA.
Penso che uno sguardo realistico al mondo dà un'immagine mescolata. Ci sono
molte ragioni per essere incoraggiati, ma ci sarà una lunga strada dura
davanti.
Traduzione Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa
Fonte:Confrontig the Empire
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