Questa guerra è ingiusta perché è una guerra

Il mondo in un mirino



Il mondo in un mirino

Perché Israele ha invaso il Libano.

di Noam Chomsky

Lo scrittore israeliano Uri Avnery ha osservato che il capo dello staff Dan Halutz, un ex comandante dell'Air Force, "osserva il mondo sottostante attraverso un mirino" Lo stesso si può dire di Donald Rumsfeld, Cheney, Rice e gli altri analisti di alto livello. La storia dimostra che questa visione del mondo non è rara tra coloro che posseggono le armi più devastanti. In Libano la tregua fatica a restare in piedi - l'ennesima in decenni - una lunga serie di cessate il fuoco tra Israele e i suoi avversari in un ciclo che ritorna, come se fosse inevitabile, alla guerra, alle carneficine, alla miseria umana. Descriviamo la crisi attuale per ciò che è veramente: un'invasione del Libano, con una cinica pretesa di legittimità. In mezzo a tutte le accuse e le contro-accuse il fattore più lampante che si trova dietro a questa aggressione è il conflitto israelo-palestinese. Non è certo la prima volta che Israele invade il Libano con l'obbiettivo di eliminare tutte le presunte minacce. La più importante di queste invasioni si è svolta nel 1982, sostenuta dagli Stati Uniti, ed in Israele è stata ampiamente descritta come una guerra per la Cisgiordania. E' stata intrapresa con lo scopo di porre fine alle fastidiose richieste dell'OLP per una soluzione diplomatica. Nonostante molte circostanze differenti l'invasione di luglio rispecchia lo stesso schema.

Cosa potrebbe rompere questo ciclo? Le linee guida essenziali per la soluzione di questo conflitto sono state delineate e sostenute da ampio consenso internazionale per circa 30 anni: due stati separati con limitate e reciproche concessioni. I paesi arabi hanno formalmente accettato questa proposta nel 2002, così come avevano fatto molto prima i palestinesi. Il leader di Hezbollah Sayyed Hassan Nasrallah, pur mettendo in chiaro che questa soluzione non incontrava il favore del movimento sciita, ha dichiarato che non l'avrebbe boicottata. Il "leader supremo" Ayatollah Khamenei ha recentemente riaffermato che anche l'Iran sostiene questo accordo. Hamas ha manifestato la propria volontà di negoziare in questi termini. Gli Stati Uniti ed Israele continuano a bloccare questa soluzione politica, come hanno fatto per 30 anni, con poche rare eccezioni. Negare può essere preferibile in casa propria, ma le vittime non possono permettersi un simile lusso. Il rifiuto israelo-statunitense non è solo a parole, ma più importante ancora, nei fatti. Con il sostegno decisivo degli USA, Israele ha formalizzato il proprio programma di annessione e smembramento dei limitati territori palestinesi ed infine chiusura di quanto resta prendendo possesso della valle del Giordano. Questo è il programma di "convergenza" che, sorprendentemente, viene chiamato "ritiro" negli Stati Uniti.

Di conseguenza i palestinesi devono affrontare una sorta di distruzione nazionale. Il più sostanziale sostegno ai palestinesi arriva da Hezbollah, un movimento nato in seguito all'invasione del 1982. Ha acquistato notevole prestigio guidando la lotta per costringere Israele a lasciare il Libano nel 2000. Inoltre, come altri movimenti islamici quali Hamas, Hezbollah ha guadagnato sostegno popolare offrendo assistenza alla gente povera. Agli analisti americani e israeliani dunque deve essere sembrato logico sostenere che Hezbollah andasse severamente punito esattamente come fatto con l'OLP che è stato sradicato dal Libano nel 1982. Solo che Hezbollah è così profondamente legato alla società che non può essere cancellato senza distruggere gran parte del Libano. Per questa ragione si spiegano le dimensioni degli attacchi alla popolazione del paese e alle sue infrastrutture. Per restare in un ambito conosciuto ed abituale, l'aggressione ha fortemente aumentato il sostegno per Hezbollah, non solo nei paesi arabi e mussulmani ma nello stesso Libano. Lo scorso mese dei sondaggi hanno riportato che l'87% dei libanesi approva la resistenza degli Hezbollah contro l'invasione, incluso un 80% di drusi e cristiani. Anche il patriarca cattolico maronita, il leader spirituale del settore più filo occidentale in Libano, si è unito ad una dichiarazione espressa da religiosi sciiti e sunniti nella quale si condannava "l'aggressione" e si salutava "la resistenza, principalmente guidata dagli Hezbollah". Il sondaggio riferiva inoltre che il 90% dei libanesi considera gli Stati Uniti "complici di Israele nei crimini di guerra israeliani contro il popolo libanese".

Amal Saad-Ghorayeb, un esperto studioso universitario degli Hezbollah, fa notare che "queste percentuali sono ancora più significative se confrontate con i risultati di un simile sondaggio condotto solo cinque mesi prima. In quel caso infatti solo il 58% dei libanesi credeva che Hezbollah avesse il diritto di detenere delle armi e di conseguenza di continuare la propria attività di resistenza". Le dinamiche sono le solite. Rami Khouri, un redattore del giornale libanese Daily Star, scrive che "i libanesi e i palestinesi hanno risposto ai continui e selvaggi attacchi contro l'intera popolazione civile creandosi leadership alternative o parallele che possano proteggerli e dare loro i servizi essenziali". Tali forze popolari acquisteranno ulteriore potere e diverranno sempre più estremiste se Israele e gli Stati Uniti persisteranno nel demolire i diritti nazionali dei palestinesi e nel distruggere il Libano. Anche Re Abdullah dell'Arabia Saudita, il più antico alleato americano nella regione, è stato costretto ad ammettere: ""se l'opzione pacifica venisse rifiutata a causa dell'arroganza israeliana, allora resta solo la guerra, e nessuno immagina quali conseguenze possano esserci nella regione, guerre e conflitti che non risparmieranno nessuno, inclusi coloro il cui potere militare è tale da tentarli a utilizzarlo". Non è un segreto che Israele ha contribuito a distruggere il nazionalismo arabo laico ed ha aiutato a creare Hezbollah ed Hamas, esattamente come la violenza americana ha facilitato la crescita del fondamentalismo islamico e del terrore Jihad. L'ultima avventura è probabile che crei una nuova generazione di rabbiosi ed amari jihadisti, esattamente come ha fatto in precedenza l'invasione in Iraq. Lo scrittore israeliano Uri Avnery ha osservato che il capo dello staff Dan Halutz, un ex comandante dell'Air Force, "osserva il mondo sottostante attraverso un mirino" Lo stesso si può dire di Donald Rumsfeld, Cheney, Rice e gli altri analisti di alto livello. La storia dimostra che questa visione del mondo non è rara tra coloro che posseggono le armi più devastanti. Saad-Ghorayeb descrive la violenza corrente in "termini apocalittici", avvertendo che "si scatenerà l'inferno" se il risultato della campagna israelo-americana porterà ad una situazione nella quale "la comunità sciita si infurierà contro Israele, gli Stati Uniti ed il governo e tutti verranno considerati traditori". Il nucleo principale, il conflitto israelo-palestinese, può essere risolto attraverso una soluzione diplomatica, se Israele e gli Stati Uniti abbandonano le proprie tendenze. Altri rilevanti problemi nella regione sono soggetti a possibili negoziazioni e all'uso della diplomazia. Non può essere garantito il successo. Ma possiamo essere certi che osservare il mondo attraverso un mirino porterà ulteriore miseria e sofferenza, forse anche in "termici apocalittici".

Fonte