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Questa guerra è ingiusta perché è una guerra |
"gli alberi resuscitano, gli uomini no" INTERVISTA A SARAMAGO
Alla luce di quanto accade in Iraq, riteniamo interessante pubblicare la riflessione di Saramago effettuata prima dello scoppio della guerra
Intervista a José Saramago:
6 marzo 2003
NESSUN PAESE HA BASI MILITARI NEGLI USA, MA L'IMPERO HA BASI MILITARI IN TUTTO IL MONDO
Carla Maldonado. Tierramérica.
Lo spirito pacifista dello sscrittore portoghese Josè Saramago, Premio Nobel per la Letteratura del 1998, ha scandalizzato più di un uditorio. Saramago ha chiesto che facessero silenzio i tamburi di guerra in Chiapas e in Palestina, che ha paragonato ad Auschwitz.
Sulla imminente guerra in Iraq Saramago, 80 anni, non ha abbassato la guardia. In un documento collettivo inviato al Presidente degli USA a inizio febbraio ha scritto: "fare guerra a qualcuno è sempre un passo indietro. E' un disastro per la democrazia, per lo sviluppo, per la ragione: una sconfitta per l'intera umanità".
L'autore di "Cecità" e "Il Vangelo secondo Gesù" è inquieto per catastrofe umanitaria e ambientale che si avvicina, ma avverte: "gli alberi resuscitano, gli uomini no".
Saramago parla in esclusiva con Tierramérica durante la sua visita a Milano dove ha presentato il suo nuovo libro "L'uomo duplicato"
Qual è la sua posizione riguardo la imminente guerra in Iraq?
Questo attacco è preparato dall'impero americano. Nel diciannovesimo secolo gli imperi hanno raggiunto il proprio apogeo, nel ventesimo secolo si sono sgretolati e ora nel ventunesimo secolo resuscitano. Ma con una differenza: oggi c'è un solo unico impero coloniale nel mondo, gli Stati Uniti. Prima c'erano portoghesi, spagnoli, francesi e inglesi, ora uno solo.
Gli interessi di armi e petroliferi sono dietro questa guerra ?
Si, sono alcuni dei motivi di questa guerra, però ce ne sono molti altri. Affinché questo sia chiaro, se può esserci qualcosa di sufficientemente chiaro in questo mondo: nessun paese ha basi militari negli Stati Uniti, mentre l'Impero tiene basi militari in tutto il mondo. Questo, che sembra non preoccupare l'opinione pubblica, può avere un solo significato: ho basi militari in tutto il mondo, ovvero, ho un'idea di dominio. Dato che non sono basi con università e ospedali, ma con soldati e armi. Questo con un fine determinato: controllare il mondo. La soluzione migliore sarebbe che iniziassimo a dirci cosa sta dietro tutto ciò e non rimanere a guardare solo l'apparenza.
Gli specialisti pronosticano che l'attacco non costerà solo migliaia di vita umane, ma che distruggerà l'ambiente nella regione. Si annuncia una tragedia ecologica? Che ne pensa?
Le tragedie ecologiche sono importantissime, però gli uomini lo sono di più. Un albero può, più o meno, resuscitare, una foresta un bosco, anche, se ci prendiamo cura di loro. Invece i morti non resuscitano, non c'è modo di riportarli in vita. Se è vero che dobbiamo preoccuparci della catastrofe ecologica, non è da meno dover pensare soprattutto alla catastrofe rappresentata dalla morte di molti esseri umani, che in questo momento non siamo in grado neanche di immaginare
Nel suo libro "La Caverna" lei parla del mondo in cui perdiamo le specie come perdiamo le tradizioni
Un giorno finiremo nel buco nero della galassia e finirà tutto. Però prima che accada devi sapere che ogni quattro secondi qualcuno muore di fame nel mondo. E l'ecosistema ha a che vedere con questo.
Quanto è importante per lei la riflessione sull'ambiente?
E' molto importante, però dobbiamo preoccuparci di qualcosa in più. Io ho un giardino e curo moltissimo le mie piante, però sono più preoccupato per le persone che vivono con me.
Traduzione a cura del Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa
Fonte:
http://www.tierramerica.net
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