|
 |
Questa guerra è ingiusta perché è una guerra |
Uranio impoverito; alimenti a rischio?
Italia: rischio uranio negli alimenti provenienti dal Kossovo
di redazione
27 Nov 2004
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Con un decreto del 28 ottobre scorso, il Ministro Sirchia ha avviato un
monitoraggio sulle derrate alimentari provenienti da Bosnia Erzegovina e
Kossovo. Due i contaminanti chimico-fisici ricercati: uranio ed arsenico. In
particolare sono indagati funghi, cereali, altri vegetali, prodotti
lattiero-caseari e prodotti ittici. "Non è chiaro - riporta un dettagliato
articolo dell'Osservatorio sui Balcani - se quest'iniziativa del Ministero
avvenga solo ora a causa dei ritardi caratteristici della nostra burocrazia,
l'iter sarebbe stato in questo caso avviato nel 2000, in seguito alle prime
polemiche sulle morti sospette dei militari italiani deceduti per la
"Sindrome dei Balcani", oppure se Sirchia sia intervenuto a seguito di nuovi
elementi non ancora resi pubblici. Molto più probabile è la prima ipotesi".
A 9 anni ed a 5 dai bombardamenti su Bosnia Erzegovina e Kossovo sembra
comunque difficile che queste analisi riscontrino la presenza di
contaminanti chimico-fisici.
Una ricerca svolta in Bosnia Erzegovina dall'UNEP nel 2002 aveva trovato
bassi livelli di radioattività nelle zone colpite con proiettili all'uranio
impoverito - percentuali ritenute in quell'occasione dagli esperti UNEP non
pericolose per la salute - ed il responsabile della ricerca aveva precisato
che "si era intervenuti tardi" rispetto ai tassi di contaminazione raggiunti
negli anni precedenti.
Ora il monitoraggio italiano interviene a sua volta a ben 2 anni di
distanza dalla già ritardataria missione UNEP. "Se invece si verificasse il
contrario, e quindi si riscontrasse presenza di uranio ed arsenico nei
prodotti agroalimentari provenienti da Bosnia Erzegovina e Kossovo, allora
significa che il livello di contaminazione è stato ed è tutt'ora altissimo e
che tutta la popolazione bosniaca sta correndo gravi rischi per la propria
salute" - sottolinea l'Osservatorio roveretano.
In Bosnia Erzegovina in alcune aree colpite da proiettili all'uranio
impoverito il tasso di tumori pare sia drammaticamente alto, ma in molte
zone mancano i registri dei tumori mentre in altre sono stati riavviati solo
da pochi anni ed in maniera parziale.
Il decreto Sirchia solleva comunque un'altra domanda.
Perché si parla anche di arsenico? "Potrebbe essere logico parlarne se si
trattasse di prodotti provenienti dalla Serbia e quindi se si temessero le
conseguenze dei bombardamenti sul centro petrolchimico di Pancevo, nel 1999,
ma perché temere la presenza di arsenico in Bosnia Erzegovina e Kossovo?".
Insomma i soliti ritardi italiani o c'è qualcosa di nuovo (e di oscuro)?
(Fonte: Osservatorio sui Balcani)
|