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Il 17 aprile del 1944, durante il settimo mese dell'occupazione nazifascista della città di Roma, il Quadraro fu completamente circondato e rastrellato da unita tedesche (SS, unità della Wermacht, un battaglione di paracadutisti affluiti dal fronte di Nettuno) agli ordini di Kappler. Oltre 2000 furono i rastrellati di cui 744 deportati in Germania.
 Quello che segue è quanto scrive l'allora console tedesco a Roma, Eitel Moellhausen:

"Il rastrellamento del Quadraro fu il più imponente di quelli che Roma subì; non rientro però nel quadro previsto dalle Forze Armate per procacciarsi mano d'opera. Fu un'operazione diretta dalla polizia responsabile della sicurezza di Roma, la quale vedeva nel Quadraro il rifugio di tutti quegli elementi contrari, degli informatori, dei partigiani, dei comunisti, di tutti coloro che essa combatteva. Il comando della città era dell'opinione, più volte manifestata, che quando qualcuno non riusciva a trovare rifugio o assistenza nei conventi o al Vaticano, si infilava al Quadraro, dove spariva. Voleva farla finita una buona volta con quel "nido di vespe"

E.F. Moellhausen, La carta perdente. Memorie diplomatiche 25 luglio 1943 - 2 maggio 1945, cit. pp. 148-149

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