LETTERA AL SINDACO DI
ROMA: NON ACCETTARE DONI DALLA NIKE
IL
COMUNE DI ROMA STA PER ACCETTARE LA SPONSORIZZAZIONE DELLA NIKE
CHE "DONA" GENTILMENTE A 20 SCUOLE DI ROMA I CAMPI UTILIZZATI
PER IL TORNEO SCORPION K.O., LE FAMOSE "GABBIE"
novembre 2002, Dal
coordinamento Cambia lo Sponsor
Il Coordinamento Cambia lo Sponsor ha preparato una lettera da inviare al sindaco Veltroni per chiedergli di non accettare questa sponsorizzazione nel pieno rispetto dell'Ordine del Giorno approvato dalla Giunta Comunale nel 1997 e della Memoria di Giunta sugli investitori etici, che vieta al Comune di accettare sponsorizzazioni da multinazionali coinvolte in campagne di
boicottaggio.
L'Assessore Nieri ha già fatto presente il problema al Sindaco, il quale ha risposto che eviterà di accettare la sponsorizzazione solo se gli perverranno lettere di protesta in tal senso.
Si invitano i singoli e le associazioni a diffondere, firmare e spedire questa lettera, con le modifiche che vorrete eventualmente apportargli, al Sindaco di Roma Walter Veltroni - Piazza del Campidoglio 1.
Al Sindaco di Roma
Walter Veltroni
Alla Giunta del Comune di Roma
Ogg: Sponsorizzazioni al Comune di Roma da parte di multinazionali sottoboicottaggio.Gentile Sindaco,
chi le scrive è _ _ _ _ _ (mettere il nome e una breve descrizione
dell'attività dell'associazione).
Invitiamo Lei e la Giunta Capitolina a fare una scelta di "consumo critico", cioè quel consumo attento non solo alla qualità ed al prezzo del prodotto, ma anche alla sua storia (impatto ambientale e sociale) ed al comportamento dell'impresa che lo offre sul mercato, premiando le aziende che tengono una condotta virtuosa, ovvero rispettosa dell'ambiente, della vita, della salute
e della dignità dell'uomo, e penalizzando viceversa le imprese che, nella ricerca del profitto, non si fanno scrupolo di compiere abusi umani, sociali ed ambientali.
Negli ultimi anni si è potuto apprezzare un crescente interesse da parte della società civile intorno a queste problematiche, rispetto alle quali anche la Pubblica Amministrazione ha dimostrato una maggiore sensibilità, che però, pur essendosi manifestata spesso con parole dette e scritte, fatica ancora a tradursi in pratica concreta.
Nel 1997 il Consiglio Comunale di Roma ha infatti approvato un Ordine del Giorno, con cui si è impegnato "a non accettare per attività culturali, sportive ed educative, nonché per l'esecuzione di lavori pubblici nell'ambito del territorio comunale, la sponsorizzazione e la pubblicità di compagnie produttrici di latte in polvere, di alimenti per l'ìnfanzia e di altri prodotti", poichè esse, secondo dati UNICEF e quindi di indiscutibile
obiettività, contribuiscono alla MORTE DI 4000 BAMBINI AL GIORNO nei Paesi del Sud del mondo con l'adozione di tecniche di marketing irresponsabili ed in palese violazione del Codice OMS del 1981 sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno.
In particolar modo l'OdG si riferisce alla Nestlé s.a., leader del settore ed autrice del maggior numero di violazioni riscontrate del Codice OMS.
L'impegno preso con quest'Ordine del Giorno non ha finora trovato attuazione alcuna, come testimoniano alcuni fatti che vogliamo citare a titolo esemplificativo:
· permane infatti la sponsorizzazione Nestlé dei mosaici che abbelliscono le stazioni della metropolitana con le relative targhe;
· la manifestazione "Eurochocolate", patrocinata dal Comune, vedeva tra i suoi sponsor la Perugina-Nestlé;
· il Comune di Roma offre il suo contributo economico, nella forma del comodato gratuito per 12 anni dell'area comunale su cui sorge la struttura, ad Explora - Museo dei Bambini scarl onlus, che è altresì sponsorizzato da Nestlé Italia per una somma di 300 milioni.
Purtroppo veniamo ora a conoscenza del fatto che il Comune di Roma intende accettare dalla Nike inc. in "dono" una ventina di campi sportivi, che dopo essere stati utilizzati per il Torneo Scorpion K.O., verrebbero destinati ad altrettante scuole romane.
Si tratta ancora una volta di una forma di sponsorizzazione che contrasta con l'indirizzo espresso dall'OdG e con la sensibilità ed attenzione da Lei dichiarata in campagna elettorale su queste tematiche.
Le facciamo infatti presente che, a fronte di un positivo impegno assunto dalla Nike in Pakistan con l'adesione ad un programma dell'OIL di monitoraggio del lavoro minorile, le inchieste nelle fabbriche indonesiane confermano che i lavoratori vengono trattati come macchine.
Gli stipendi che si aggirano intorno ai 56 $ al mese non garantiscono una vita dignitosa e gli stipendi minimi legali non sono al passo con l'aumento del costo degli alimenti.
L'imprigionamento di Ngadinah Binti Abu Mawardi della fabbrica di Panarub (Adidas) e il tentato omicidio di Rakhmat Suryadi della fabbrica di Nikomas Gemilang (Nike ed Adidas) impedisce agli operai di intraprendere attività sindacale per il timore di ritorsioni.
Se da un lato diminuiscono leggermente le pressioni psicologiche e le molestie sessuali, dall'altro il trattamento riservato agli operai non garantisce ancora il rispetto della loro dignità (insulti, grida e l'assurda pratica della verifica in fabbrica del ciclo mestruale delle operaie) e della loro salute (inalazione di vapori tossici e troppi incidenti sul lavoro con mutilazioni alle mani nella fabbrica di Nikomas Gemilang).
Tutto questo è documentato ampiamente nell'inchiesta "We are not machine" realizzata nel periodo Luglio 2001-Marzo 2002 da Oxfam, Clean Clothes Campaign e Global Exchange.
L'inchiesta è pubblicata sul sito
http://www.globalexchange.org/economy/corporations/nike/machines
In questi giorni Nike sta togliendo definitivamente le commesse al suo fornitore indonesiano monomarca PT Doson. Questo comportera' il licenziamento in tronco di 7 mila persone. A nulla sono valse le pressione esercitate dai consumatori a livello internazionale, le proteste e gli appelli dei dipendenti stessi. Nike rifiuta inoltre di pagare ai lavoratori le indennita' di legge che il titolare della fabbrica non e' in grado di corrispondere.
Nel 1996, quando l'Indonesia era sotto la dittatura di Suharto e non esistevano sindacati liberi, il 38% delle scarpe sportive di Nike proveniva da questo paese. Negli anni del difficile passaggio alla democrazia e all'affermazione dei diritti sindacali che hanno portato anche a consistenti aumenti dei minimi salariali, la quota di produzione assegnata all'Indonesia e' scesa al 30% e, secondo stime del Wall Street Journal, potrebbe toccare il 26% a ottobre quando saranno rescissi i rapporti commerciali con la PT Doson. Attualmente oltre la meta' dell'intera produzione di scarpe sportive Nike proviene da paesi dove costituire sindacati democratici puo' comportare l'arresto o l'internamento in campi di lavoro forzato (Nike non ha ancora risposto alla domanda dove intende trasferire le commesse della PT Doson).
Chiediamo quindi a Lei e alla Giunta Capitolina di non accettare la sponsorizzazione Nike di cui sopra e di attivare gli organi competenti perché l'OdG del 1997 relativo al problema del latte in polvere sia trasformato in delibera o comunque in un atto che sia dotato di maggiore efficacia cogente.
Firma: _ _ _ _ _ (ricorda di mettere la firma o di scrivere il tuo nome in modo leggibile)