NIKE E DECATHLON IN
THAILANDIA: PRIMI RISULTATI
TRE
LAVORATRICI LICENZIATE SONO STATE REINTEGRATE, LE INIZIATIVE DI
PRESSIONE SONO SOSPESE MA L'ATTENZIONE RESTA ALTA
aprile 2005, Dalla
Clean Clothes Campaign
Chi ha seguito il caso della MSP Sportswear, fabbrica thailandese che produce per Nike e Decathlon, sarà contento di sapere che la campagna di pressione pubblica ha conseguito risultati positivi.
Il Thai Labor Relations Committee (commissione per le relazioni industriali del governo thailandese) ha deliberato il 16 marzo il reintegro delle due lavoratrici che hanno una causa legale in corso contro il licenziamento, ma non ha concesso il recupero delle paghe arretrate. E' imminente un pronunciamento ufficiale. Due giorni dopo si è tenuto un incontro decisivo fra l'ong thailandese CLIST (Centre for Labor Information Service and Training), che sostiene la lotta sindacale alla MSP Sportswear, e Nike: le tre lavoratrici licenziate saranno riammesse al lavoro e due di loro riceveranno gli arretrati (la terza aveva accettato un risarcimento per una somma di denaro maggiore). Nike ha promesso di impegnarsi per ottenere il reintegro di un'altra attivista sindacale, Maneerat Srimahaphan, licenziata ingiustamente, richiesto da CLIST come gesto di buona volontà e per ricostruire un clima di fiducia fra le parti. L'accordo prevede inoltre la stesura dei "Terms of engagement" (condizioni di impiego), regole che saranno elaborate con il contributo di tutte le parti interessate: lavoratori, datore di lavoro, committenti, ministero del lavoro. La Fair Labor Association affinerà le procedure dei "Terms of agreement" che hanno per oggetto la protezione e il reintegro dei lavoratori, e le successive fasi di verifica. Saranno fissate regole di comportamento per tutte le parti coinvolte nel caso MSP (direzione, parti esterne, marchi, lavoratori attivi e licenziati, organismi di rappresentanza dei lavoratori). Sarà individuata una terza parte indipendente, che goda della fiducia di tutti, con il compito di favorire la ricerca di una soluzione che eviti il ripetersi di controversie di lavoro alla MSP.
Su richiesta di CLIST e delle organizzazioni sindacali, la Clean Clothes Campaign invita a sospendere le iniziative di pressione pubblica a sostegno dei lavoratori della MSP.
Pur apprezzando i passi avviati, la Clean Clothes Campaign giudica negativamente il comportamento tenuto da Nike fino a questo momento, che non ha fatto che esasperare e prolungare il conflitto. Nike avrebbe potuto intervenire in numerose occasioni per pretendere il rispetto del suo codice di condotta e la revoca dei licenziamenti, ma ha preferito ignorare il tentativo più che evidente di liquidare un sindacato legittimamente costituito lasciando i lavoratori in balia di forze soverchianti. Nike dovrebbe trarre insegnamento da questo caso e impegnarsi ad applicare il suo codice in modo serio.
Decathlon, da parte sua, ha tenuto un comportamento inqualificabile. Ha rifiutato di rendere pubblici i risultati delle indagini che avrebbe condotto presso il suo fornitore e alla fine ha concluso che poichè la libertà di associazione non è fra i diritti tutelati dal suo codice di condotta non era tenuta ad assumersi responsabilità nei confronti delle lavoratrici licenziate.
CLIST, il sindacato e la Clean Clothes Campaign si augurano che il processo avviato con l'accordo rappresenti una svolta nelle relazioni fra la direzione della MSP e i lavoratori, che cessino le intimidazioni e le attività antisindacali, che le lavoratrici licenziate siano riammesse senza ritorsioni, e che sia garantito il rispetto della legge, dei diritti sindacali e della dignità umana.
La Clean Clothes Campaign seguirà da vicino l'applicazione dell'accordo e continuerà a diffondere aggiornamenti in lista e sul suo sito.
Grazie a tutti quelli che ci hanno sostenuto inviando lettere di protesta, come vedete sono utilissime