GENERE E POVERTA'
STUDIOSE
DELL'UNIVERSITA' DI SOCIOLOGIA DI ALICANTE ANALIZZANO I MECCANISMI
CHE GENERANO LA POVERTA' DA UN PUNTO DI VISTA DI GENERE
giugno 2004, fonte www.rebelion.org, di Eva Espinar e María
José González Río, docenti dell'Università
di Alicante e Collaboratrici di Medicos Mundi.Traduzione a cura
di Genoveffa Corbo
Perchè le donne sono povere?
Il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (PNUD) adotta parametri diversi per calcolare il grado di sviluppo umano di ogni Paese. Ma ovunque le donne sono sempre svantaggiate; soltanto in termini di aspettativa di vita le donne superano gli uomini (per numero di anni vissuti e non necessariamente qualitativamente). Per questo motivo, le Nazioni Unite, con documenti annuali, denunciano che "nessuna società tratta le donne tanto bene come gli uomini".
Dalla "femminizzazione" della povertà agli studi sui generi.
La maggior parte degli studi sul processo di impoverimento delle donne si sono occupati principalmente di appurare se le donne sono più povere degli uomini (cioè, uno studio della povertà delle donne o l'impoverimento delle donne) o se tra i poveri ci sono più donne che uomini (studio della "femminizzazione" della povertà). Sebbene l'importanza di questi studi sia ben riconosciuta, sono sempre di più gli autori che rivendicano la necessità di realizzare studi esplicativi adottando una prospettiva di genere. L'obiettivo, allora, sarà quello di analizzare l'influenza delle differenze di genere rispetto ai problemi dell'impoverimento. In altri termini, non si tratta tanto di vedere che le donne sono povere, ma che la povertà è condizionata dal genere. Da ciò ne consegue che i ruoli, le identità, le disuguaglianze e le relazioni di genere comportano un'esperienza di povertà diversa tra le donne e gli uomini.
L'adozione di un punto di vista di genere per lo studio della povertà suppone una critica decisa degli studi tradizionali sulla materia che comunemente adottava la strategia che prendeva come unità di analisi il nucleo domestico, senza considerare le disuguaglianze esistenti al suo interno e dando per certo che la distribuzione della ricchezza e della povertà dentro lo stesso fosse uguale.
Contro questa scuola, grazie agli Studi di Genere si capisce l'importanza di analizzare il funzionamento interno della povertà nella famiglia, il che permetterebbe di mettere in luce le differenze non solo nella proporzione delle donne e degli uomini coinvolti ma anche nei diversi modi in cui questi processi li interessano.
Le donne, il genere e la povertà
In tutte le società è possibile osservare una divisione dei ruoli e delle funzioni tra gli uomini e le donne. Questa divisione non consiste solo in una mera differenziazione dei compiti ma implica una gerarchizzazione degli stessi. Questa gerarchizzazione influisce sulle persone che svolgono le rispettive funzioni. In tal modo le attività qualificate tradizionalmente come maschili hanno un valore e una qualifica sociale superiore rispetto a quelle femminili.
Ma oltre agli affetti legati alla svalutazione delle funzioni femminili e con ciò delle stesse donne, questa divisione di funzioni ha diverse conseguenze in termini di rischi di impoverimento. Così per esempio l'assegnazione predominante delle donne al lavoro riproduttivo implica che l'accesso a tutta una serie di sussidi si realizzi, non in modo diretto, nel senso che molti di questi sussidi sono accessibili solo attraverso la persona che sostiene finanziariamente la famiglia e che probabilmente non è la donna.
D'altra parte, il processo di assimilazione della donna nel mercato del lavoro (nel quale non è mai mancata la sua presenza), anche se favorisce trasformazioni importanti nelle relazioni di genere, si va sviluppando in condizioni chiaramente di disuguaglianza. Così, molte donne, che contemporaneamente hanno un lavoro remunerato, continuano ad essere le principali responsabili del lavoro domestico e della cura dei figli, che ha come risultato un sovraccarico di lavoro.
Allo stesso modo, gran parte delle occupazioni che svolgono le donne nel mercato del lavoro rappresentano un prolungamento delle attivita' che realizzano in famiglia, delineando settori lavorativi ampliamente femminizzati e sottovalutati.
D'altra parte, proprio le donne sono colpite dai processi di deregolamentazione e precarizzazione che va sperimentando il mercato del lavoro. Così, il tasso di disoccupazione femminile è costantemente superiore rispetto a quello maschile; le donne sono le protagoniste nei lavori part-time e anche nei lavori neri. Per questo e altri motivi, il salario medio delle donne e' decisamente inferiore a quello degli uomini.
Le caratteristiche principali della partecipazione delle donne nel mercato del lavoro incidono molto rispetto al regime di sicurezza sociale; poichè come si sa bene, un lavoro secondario genera diritti secondari. Le disuguaglianze del genere basate sull'istruzione, sull'accesso al mercato del lavoro, sulla possibilità di avere crediti (per avere una casa, per esempio) così come le difficoltà per accedere a determinati istituzioni sociali e politiche sono alcuni dei motivi che, sommati a quelli già segnalati, permettono di spiegare perchè le donne sono povere.
Dunque, parlando delle donne sappiamo che esse non costituiscono un gruppo omogeneo. Esistono gruppi chiaramente svantaggiati o con maggiori rischi di impoverimento.
Uno di questi gruppi è quello costituito dalle donne anziane. Negli ultimi anni è cresciuta notevolmente la popolazione degli ultra settantenni, due terzi della quale sono donne. Questo spiega, solo in parte, il maggiore rischio di impoverimento delle donne. In questo senso, risultano piu' significative le discriminazioni sociali ed economiche che subiscono durante la vita lavorativa e che si riflettono direttamente in pensioni più ridotte.
Un altro gruppo particolarmente svantaggiato e che è al centro di molti studi è quello delle donne immigrate. In esse si concentrano le varie forme di discriminazione di genere, classe ed etnia.
Modi per superare la disuguaglianza
Se l'obiettivo è quello di superare la disuguaglianza di genere non è sufficiente l'adozione dei mezzi utili diretti alle donne come la promozione all'accesso dell'istruzione, alla formazione e all'impiego; ma è necessario adottare mezzi per adattare l'organizzazione della società verso una distribuzione più giusta dei ruoli e una nuova valutazione di quelli fino ad ora considerati prettamente femminili. Mettere in pratica queste misure non è facile e richiede la mobilitazione simultanea di leggi, ma anche ricorsi finanziari e l'impegno degli impiegati e delle istituzioni coinvolte.