E' FINITO UN CERTO TIPO DI FEMMINISMO
NEL DISCORSO ALLE ALLIEVE AL TERMINE DEI CORSI, UNA MADRE PROPONE UNA RIFLESSIONE SU GUERRA, UGUAGLIANZA DEI SESSI E METE DELLE DONNE



giugno 2004, dalla Barnard University di New York City. Traduzione a cura di Genoveffa Corbo

 

E' bellissimo condividere questo giorno meraviglioso con voi.
Quanti di voi sono genitori di laureati? La cosa che mi incuriosisce di più è sapere come siete riusciti ad arrivare fin qui oggi, dopo aver speso tutti quei soldi per i loro studi - siete venuti a piedi? Io stessa ho mandato due figli nei collage della Ivy League [tra i piu' prestigiosi degli Stati Uniti, ndr] il che mi ha ridotto a fare l'autostop per poter assistere alle cerimonie di inizio corsi.
Avevo preparato un altro discorso diverse settimane fa. Era buono - a dire il vero anche divertente - ma due settimane fa è successo qualcosa che mi ha tolto la voglia di ridere. Lo sapete anche voi, anche voi avete visto - le foto dei soldati americani che sadicamente umiliavano e abusavano i prigionieri in Iraq.
Quelle foto mi hanno fatto rivoltare lo stomaco - anche a voi, immagino. Ma mi hanno anche spezzato il cuore. Non mi facevo illusioni sulla missione americana in Iraq, se fosse giusta o meno, ma il fatto è che credevo nelle donne.
C'era la foto della riservista Sabrina Harman con un sorriso perfido e i pollici in su davanti ad un gruppo di uomini irakeni nudi - come per dire "Ciao mamma, sono qui ad Abu Ghraib!"
Siamo passati dalla banalita' della cattiveria alla bellezza della cattiveria.
C'era la foto della riservista Lynndie England che trascina un uomo irakeno con un guinzaglio. Anche lei sembra abbastanza carina, in una di quelle belle uniformi e gli anfibi. Lui ha una smorfia di dolore. Se si voleva fare pubblicità ad Al Qaeda non si poteva presentare un quadretto migliore per stimolare i fondamentalisti misogini in tutto il mondo.
E non bisogna mai sottovalutare la misoginia del vero nemico che non è mai stato il popolo iracheno; erano e dovrebbero sempre essere gli estremisti fondamentalisti tipo Al Qaeda. Due settimane fa nell'Afghanistan orientale, membri sospetti di Talebani (credevo fossero stati sconfitti, ma lasciamo perdere) hanno avvelenato tre bambine solo per il fatto di essere andate a scuola. Questa sembra essere la tendenza: le donne meglio morte che istruite.
Ma lì nelle foto da Abu Ghraib, è presente ogni stereotipo di fondamentalista islamico della cultura occidentale - tutti ben sistemati in un'immagine orrenda - arroganza imperiale, depravazione sessuale e eguaglianza di genere. Non sappiamo se alle donne era stata imposta la partecipazione a questo tipo di torture per umiliare maggiormente gli uomini musulmani. Sappiamo solo che queste donne non si sono rifiutate.
Su sette soldati americani accusati di abuso su prigionieri di Abu Ghraib, tre sono donne: Harman, England e Megan Ambuhl.
Forse non mi dovrei scandalizzare tanto.
Sicuramente non per l'esistenza di abusi. Rivelazioni di questo tipo e di abusi simili sono trapelate anche dalla prigione di Guantanamo e dai centri di detenzione di immigrati di New York City da oltre un anno. Sappiamo anche, se ce ne fossimo interessati, che questo tipo di abusi, incluso le umiliazioni sessuali, non sono insolite nel nostro immenso sistema carcerario americano.
Sappiamo anche, che brave persone possono fare cose terribili in determinate circostanze. Cosa che lo psicologo Stanley Milgram ha dimostrato con i suoi famosi esperimenti negli anni '60. Sabrina e Lynndie non sono intrinsecamente persone cattive. Sono donne della classe operaia che volevano studiare e sapevano che l'esercito era il modo piu' facile per guadagnare i soldi necessari. Una volta entrate, volevano starci bene.
E non dovrei scandalizzarmi anche perchè non ho mai creduto che le donne fossero innatamente meno aggressive degli uomini. Ho discusso la questione molte volte - una volta con il famoso antropologo maschilista Napoleon Chagnon. Mentre lui continuava ad insistere che le donne sono psicologicamente incapaci di combattere, gli ho risposto come meglio potevo: gli ho chiesto se voleva andare fuori [a confrontarsi fisicamente, ndr].
Ho sempre appoggiato la possibilità per le donne di avere accesso al servizio militare, in parte perchè - con un numero sempre inferiore di iscrizioni ai college- è uno dei pochi modi per offrire questa occasione ai giovani di basso reddito.
Sono stata contraria alla prima Guerra del Golfo nel 1991, ma allo stesso tempo ero fiera delle nostre soldatesse e felice che la loro presenza irritava i Sauditi.
Segretamente speravo che la presenza delle donne avrebbe alla fine cambiato un pò il carattere dell'esercito, rendendolo più rispettoso verso le altre persone, le altre culture e maggiormente capace di difendere la pace.
Questo è quello che pensavo, ora non è più così.
Molte cose sono finite con quelle foto.
L'ultima giustificazione morale per la guerra in Iraq è caduta con quelle foto. Prima c'erano le armi di distruzione di massa. Poi si sospettava un legame tra Saddam e Osama bin Laden - legame che neppure e' mai stato dimostrato. Quindi l'ultima giustificazione era che dovevamo rimuovere un dittatore cattivo che torturava la sua stessa gente. Soltanto lo scorso 30 Aprile, George Bush esultava dicendo che le camere di tortura in Iraq non funzionavano più.
In realtà si scopre che funzionavano sotto una diversa gestione. Non abbiamo dimesso Saddam Hussein; lo abbiamo semplicemente sostituito.
E quando si sommano simili abusi in Afghanistan e Guantanamo, nei centri di detenzione per immigranti nelle prigioni degli Stati Uniti ci si accorge che abbiamo creato un dilagante regime di torture - un impero del dolore.
Ma c'è un'altra cosa che è finita per me nelle ultime due settimane- un certo tipo di femminismo o forse è meglio dire un certo tipo di ingenuità femminista.
Era quel tipo di femminismo che vedeva gli uomini come i perpetui offensori, le donne come le eterne vittime e la violenza sessuale degli uomini contro le donne come la base di tutte le ingiustizie. Forse questa forma di femminismo aveva piu' senso negli anni '70. Di sicuro aveva senso quando avevamo saputo dei campi di stupro in Bosnia nei primi anni '90. Si parlava molto allora - mi ricordo perche' ero un'attivista - dello stupro come strumento di guerra e perfino della guerra come una continuazione dello stupro.
Non ero d'accordo ma non manifestavo chiaramente il mio dissenso. Sembrava che ci fossero almeno alcuni motivi per credere che il sadismo sessuale maschile potesse in qualche modo essere profondamente connesso alla tragica propensione della nostra specie alla violenza.
Era così prima che vedessimo il sadismo sessuale femminile in azione.
Ma non era solo la teoria di questo femminismo ingenuo che era sbagliato. Era così anche per la strategia e la visione del cambiamento. Quella strategia e quella visione si basavano sulla presunzione, implicita o esternata apertamente, che le donne sono moralmente superiori agli uomini.
Si è discusso molto se fosse la biologia o le condizioni che rendevano le donne superiori - o semplicemente l'esperienza di essere donne in una cultura sessista. Ma la presunzione di superiorità era più o meno fuori discussione. Dopo tutto, le donne si occupano principalmente della cura della famiglia nella nostra cultura, e nei sondaggi sono consistentemente meno inclini verso la guerra rispetto agli uomini.
Non sono l'unica a non credere più a quella supposizione oggi. Ecco cosa scrive Mary Jo Melone, un'opinionista del St Petersburg Times che il 7 Maggio scrive:
"Non riesco a togliermi l'immagine della riservista Lynndie England dalla testa perchè è proprio come oggi ci si aspetta che si comportino le donne.
Il femminismo 30 anni fa mi ha insegnato non soltanto che le donne erano trattate ingiustamente rispetto agli uomini, ma che noi eravamo moralmente superiori a loro".
Quella supposizione implicava il fatto che tutto quello che dovevamo fare per migliorare il mondo - per renderlo più gentile, meno violento, piu' giusto - era di confrontarci con quello che era stato per così tanti secoli, il mondo degli uomini. Batterci perchè le donne diventassero i generali, i direttori generali, i senatori, i giudici, gli opinionisti - e che quella era l'unica lotta che dovevamo affrontare. In quanto nel momento in cui le donne conquistavano potere e autorità, nel momento in cui raggiungevano una massa critica dentro le istituzioni della società, avrebbero naturalmente cercato di fare il possibile per il cambiamento.
Questo era quello che pensavamo, anche se solo a livello inconscio. E la cosa più importante che ho da dirvi oggi, come gruppo di giovani donne brillanti che vogliono fare il loro ingresso nel mondo- e' che tutto ciò non era assolutamente vero.
Non si può nemmeno discutere, nel caso di Abu Ghraib, che il problema era che non c'erano abbastanza donne nelle gerarchie militari per fermare gli abusi.
La prigione era diretta da una donna, Generale Janis Karpinski.
Il capo dell'intelligence militare americana in Iraq, che era anche responsabile dello stato dei detenuti prima del loro rilascio, era il Maggiore Generale Barbara Fast.
E infine l'ufficiale americano responsabile per l'organizzazione dell'occupazione in Iraq fin dallo scorso Ottobre era Condoleeza Rice; che come Donald Rumsfeld, ha ignorato ripetutamente i rapporti di abusi e di torture fino a quando non sono emerse le indiscutibili prove fotografiche.
Quello che abbiamo imparato una volta per tutte e' che l'utero non è il sostituto della coscienza e che le mestruazioni non sono il fondamento della moralità.
Questo non vuol dire che non vale la pena di combattere solo per l'eguaglianza dei generi in sè. Ne vale la pena. E io continuerò a combattere per questo fino a quando vivrò. Se crediamo nella democrazia, allora crediamo nel diritto delle donne di fare e ottenere qualunque cosa gli uomini possano fare e ottenere, anche le cose più brutte.
Il fatto è che l'eguaglianza dei generi non può da sola portare ad un mondo giusto e pacifico.
Quello che ho capito alla fine, tristemente e per certo è che quel tipo di femminismo basato sulla presunzione della superiorità morale delle donne è una forma di femminismo pigra e auto-commiserante.
Auto-commiserante perchè suppone che un successo di una donna - una promozione, una laurea, il diritto di servire l'esercito insieme agli uomini - è per il fatto stesso- per la sua stessa natura - un successo per l'umanità.
E pigra perchè presume che abbiamo solo una lotta da fare - la lotta per l'eguaglianza dei generi - quando in realtà ce ne sono molte. La lotta per la pace, per la giustizia sociale e contro l'imperialismo e l'arroganza razzista; mi dispiace molto dirlo, non possiamo rinchiuderci solo nella lotta per l'eguaglianza dei generi.
Le donne non cambiano le istituzioni semplicemente confrontandosi con queste. Ma - e questo è il "ma" a cui affido tutte le mie speranze - un CERTO TIPO di donna può ancora cambiare il mondo - ed ora è il momento in cui entrate in gioco voi.
Quello di cui abbiamo bisogno è un nuovo duro tipo di femminismo senza illusioni.
Abbiamo bisogno di donne che sanno dire No, non soltanto allo stupratore di turno o all'insistente fidanzato, ma alla gerarchia militare o aziendale entro cui si trova.
Abbiamo bisogno di un tipo di donna che non voglia essere uno dei ragazzi quando i ragazzi stanno comportandosi come sadici o stupidi.
E ancora abbiamo bisogno di un tipo di donna che non cerchi di adeguarsi, ma di infiltrarsi e sovvertire.
TU puoi essere uno di quelle donne. E come le donne più intelligenti e privilegiate della vostra generazione sarete anche meglio.
Primo perchè la nostra nazione è in un grosso guaio - odiata da tutto il mondo e non solo dai fanatici fondamentalisti.
La mia versione del patriottismo è semplice: quando le persone al potere non sono più responsabili diventa nostro compito togliergli il potere.
Secondo, per un vero cambiamento dovete diventare attiviste senza sentimentalismi perchè l'intero progetto femminista è anche in pericolo in tutto il mondo. Quel progetto, che riguarda solo in minima parte il raggiungimento dell'eguaglianza con gli uomini, e' minacciato dai fondamentalismi di ogni tipo - Cristiani e Islamici.
Ma non possiamo sostenere con successo quella minaccia senza una visione morale che vada OLTRE l'eguaglianza di genere. Per citare un vecchio - e assolutamente non ingenuo - detto femminista: " Se pensi che l'eguaglianza sia l'obiettivo, punti troppo in basso".
Non e' abbastanza essere uguale agli uomini, quando gli uomini si comportano come animali.
Non e' abbastanza integrarsi. Abbiamo bisogno di creare un mondo in cui valga la pena di vivere.
Conto su di te. Voglio che TU sia uno dei volti di donne americane che vede il mondo - non quello di Sabrina o Megan o Lynndie o Condoleeza.
Non mi deludete. Prendete il vostro sudato diploma, la vostra cultura e i vostri talenti e andate fuori e ESPRIMETE APERTAMENTE IL VOSTRO DISSENSO!