Si parla di "jihad al femminile" riferendosi alla lotta contro la lettura sciovinista, omofobica o sessista dei testi islamici sacri. Nel corso del ventesimo secolo si è andato affermando un importante movimento per superare questo approccio patriarcale, soprattutto grazie a donne che chiedevano l'uguaglianza dei diritti essendo donne musulmane. Questo movimento ha la caratteristica di essere nato spontaneamente e contemporaneamente in molti Paesi a maggioranza musulmana. I suoi esordi vanno ricercati nelle prime decadi del ventesimo secolo in Egitto, quando alcune femministe egiziane si posero molte delle domande che sono ancora oggi motivo di dibattito.
Nonostante i progressi conseguiti, la questione delle donne ancora oggi unadelle questioni insolute nelle società a maggioranza musulmana. E' quasi un nodo Gordiano, intorno al quale si e' consolidata una lettura conservatrice, che discrimina, restringe le libertà individuali e tende a perpetuare le strutture a potere gerarchico che escludono la maggioranza dei cittadini.
In questo momento c'e' un grande dibattito teoretico sul "Femminismo Islamico"che include argomenti sulla giustezza o meno dello stesso termine.
Il femminismo inteso come la lotta per la liberazione delle donne non può essere etichettato tanto facilmente. L'aggettivo "Islamico" non basta a definire un femminismo diverso da quello occidentale, ma piuttosto e' un modo per contestualizzare il problema della liberazione nel mondo islamico.
Non deve essere assolutamente considerato un aggettivo limitante, che si riduce alla richiesta base di uguaglianza delle donne. Al di la' della terminologia, resta il fatto che esiste un ampio movimento che può essere chiamato femminista proprio per la sua posizione di contrasto delle interpretazioni scioviniste, omofoniche o sessiste che predominano in molte aree del mondo islamico,
Oltre il patriarcato
Molti danno per scontato che l'Islam opprima le donne e che questo non possa cambiare. Da questo punto di vista, l'occidentalizzazione, intesa come la rinuncia all'Islam, e' l'unica via alla liberazione delle donne musulmane. Invece il movimento delle donne crede nella possibilità di liberazione restando all'interno della società islamica, per lo piu' donne che non vogliono rinunciare alle loro tradizioni e rifiutano lo sciovinismo maschile e il sessismo che prevale nelle società musulmane.
Questo movimento afferma che c'e' stata una degradazione delle tradizioni islamiche e una distorsione nella lettura dei testi sacri. Inoltre considera che il vero Islam contempla elementi di liberazione e richiami per il recupero di quegli elementi come sfondo all'emancipazione sociale.
La discriminazione contro le donne allora non e' piu' parte fondamentale dell'Islam ma una distorsione della tradizione. La liberazione delle donne non si potrà mai raggiungere attraverso una condanna generica all'Islam, piuttosto contrastando chi sostiene la subordinazione delle donne, ignorando le loro idee e offrendo alle donne musulmane gli elementi base per la loro
liberazione.
E' importante capire meglio il fenomeno islamico per affermare il significato di questo movimento. Si tratta di recuperare la dimensione spirituale e il senso d'appartenenza nel mondo contro quelli che vogliono ridurre l'Islam ad un'ideologia. Una visione basata sul concetto di complementarità, giustizia ed equilibrio nel messaggio del Corano.
L'Islam, come visione cosmica che mira all'integrazione di tutte le forze che governano la vita, non vuol dire che le donne debbano essere subordinate agli uomini. Nell'universo indivisibile, tutte le forze della natura sono integrate, in costante movimento per stare in equilibrio. All'interno di questa visione, l'equilibrio tra i due poli di una coppia (la forza maschile e quella femminile) e' un fattore decisivo. Maschile e femminile non corrispondono a uomo e donna ma piuttosto ad una parte interna ad ogni essere. Cio' che e' femminile e' in equilibrio con cio' che e' maschile tanto in un uomo quanto in una donna. Cercare di limitare cio' che e' femminile per le donne e subordinandolo a cio' che e' maschile intesa come parte predominante non fa altro che sconvolgere questa polarita' presente in tutti gli esseri.
Il patriarcato scompone questo equilibrio stabilito da Allah in natura, appoggiando una societa' basata sull'oppressione e sull'autorita'. Lo sciovinismo maschile e' la distruzione dell'Islam come modo di vita equilibrato. Infatti infrange l'ordine primario della creazione ed impone un ordine artificiale, il patriarcato. E' importante ricordare che la nascita dell'ideologia del patriarcato non e' presente nel Corano o nella Sunna.
C'e' bisogno di una nuova lettura dei testi sacri per rendere note le inconsistenze della visione sciovinista maschile delle tradizioni. Noi sosteniamo che il femminismo islamico non sia solo un movimento sociale e politico ma una restaurazione spirituale del messaggio del Corano.
La dicotomia della donna musulmana
Inoltre crediamo che nei Paesi che registrano un forte incremento dell'immigrazione musulmana, il femminismo islamico possa contribuire effettivamente all'integrazione poiche' esso e' apertamente contro la discriminazione e l'ingiustizia Una posizione che prende spunto proprio dall'Islam, che al contrario di come comunemente si ritiene rifiuta la visione totalitaria.
Ci opponiamo in modo critico dall'interno (decostruzione del patriarcato a partire dalle fonti dell'Islam) e siamo convinti che la cultura occidentale che pretende di imporsi come superiore non sia la soluzione al fondamentalismo, poiche' questo non fa altro che acuire ancora di piu' le distanze tra le due posizioni. La paura dell'Islam non fa altro che rafforzare l'istanza a favore
dell'occidentalizzazione, e di pari passo si rafforzeranno i movimenti integralisti che si presentano come difensori della religione contro questi attacchi "esterni".
E nemmeno sono utili i tentativi di "ingegneria sociale" come quelli che Kemal Ataturk ha messo in pratica in Turchia, vietando il velo, chiudendo le associazioni sufi, sostituendo l'alfabeto arabo con quello latino, reprimendo tutti gli atti pubblici di espressione religiosa ecc. Il fallimento di una tale strategia non poteva essere piu' lampante.
L'ingegneria sociale e la diffusione del secolarismo antireligioso non hanno raggiunto il loro scopo. Infatti la Turchia e' passata da essere una regione caratterizzata da sincretismo, inteso come crogiuolo di culture e religioni, ad essere un Paese in cui l'Islam tradizionale e' minacciato dall'Islam politico (Islamismo).
A fronte della dicotomia occidentalizzazione/Islamismo noi vogliamo che siano recuperati e venga riconosciuta priorita' a tutti quegli elementi dell'Islam tradizionale che sono compatibili con un sistema democratico e i diritti umani.
Il femminismo islamico sta avendo un'influenza notevole in alcuni Paesi e non e' una questione isolata ma riguarda milioni di persone. E' fondamentale per lo sviluppo positivo dell'Islam e per il superamento della lettura fondamentalista che questo movimento sia diffuso e sostenuto a livello internazionale. E' un errore comune nel mondo occidentale mettere in continua evidenza solo gli aspetti piu' oscuri dell'Islam e ignorare quei musulmani che contrastano proprio quegli aspetti.
Nella lotta contro la discriminazione, dobbiamo unire i nostri sforzi e superare le barriere culturali o religiose, proprio le stesse barriere che i fondamentalisti vogliono rafforzare. Superare queste barriere e' compito di tutti coloro che desiderano una globalizzazione che rispetti la diversita' e non diventi il piano egemonico di uno Stato o di una parte del mondo su
un'altra.
L'immigrazione musulmana
Nella societa' attuale, dove il peso dei media e' enorme, diventa sempre piu' importante dare spazio a quelle espressioni pluralistiche dell'Islam. Offrire un punto di vista diverso supera quel credo monolitico che i fondamentalisti vogliono diffondere. Bisogna dare alternative, per fare spazio a discussioni e per facilitare la rottura dei modelli patriarcali e unilaterali.
Uno degli obiettivi che il Consiglio Islamico Catalano si e' prefisso per il futuro consiste proprio nell'offrire un'interpretazione islamica della questione del genere che sia compatibile con il mondo moderno e i valori costituzionali. Abbiamo bisogno di questa visione femminista per far sapere alle donne musulmane che esiste un'alternativa alla rottura con le tradizioni o alla lettura patriarcale delle stesse. Dobbiamo far conoscere questo grande movimento per recuperare i diritti delle donne nell'Islam.
Per fare questo, come per ogni cosa che riguardi l'integrazione dei musulmani nella societa', le attivita' di una sola organizzazione non bastano. Ogni parte sociale coinvolta nel compito di integrazione e costruzione del pluralismo puo' fornire i suoi modi di agire e di comunicare per far si' che questo messaggio raggiunga tutta la societa' e anche la popolazione musulmana. E' un modo perche' la societa' multiculturale si sviluppi senza perdere la liberta' guadagnata duramente, un modo ben strutturato e concreto evitando trucchi e offrendo soluzioni basate sull'intesa di tutti.