LA PORNOGRAFIA OVVERO L'INDUSTRIA DEL SOGNO DELLA DOMINAZIONE SESSUALE


novembre 1999, di Richard Poulin da Inprecor

 

Nel '53 nascono Playboy e la pornografia contemporanea.
Da allora questa industria e questo commercio del "fantasma sessuale" hanno invaso tutti i mezzi di comunicazione.
Nel '94 a London, città canadese a sud dell'Ontario, la polizia ha smantellato un'importante rete di produzione pornografica che sfruttava gli studenti. Questa rete era gestita da degli insegnanti.
Nel '98 molti canali di vendita di fotografie pornografiche riguardanti bambini sono stati scoperti su internet e perseguiti nelle Corti di giustizia di molti Paesi.
Ma qual è il legame tra questi avvenimenti apparentemente così diversi? C'è un legame tra le foto di ragazze orgogliose di posare per Playboy e lo sfruttamento sessuale dei bambini? E qual è questo legame, se esiste?
Rispondere a questa domanda è difficilissimo. La pornografia è un campo delicato soggetto a controversie morali, religiose e politiche.
In più, si impongono fattori economici e sociali. L'industria legale della pornografia è multinazionale e genera dei profitti mirabolanti, impossibili da calcolare, semplicemente perché li si conosce molto poco. Inoltre per definizione l'industria illegale è ancora più difficile da indagare.

Un fenomeno onnipresente e poco studiato

Fenomeno sociale, psicologico ed economico complesso, la pornografia è studiata pochissimo oggigiorno malgrado la sua onnipresenza nella società contemporanea, come se fosse un evento rilevante nel privato ma senza un notevole impatto sociale (per esempio non esistono quasi ricerche sulla mano d'opera che lavora in questa industria). Ma migliaia di persone, soprattutto donne e bambini, sono utilizzati quotidianamente in questa industria del fantasma sessuale.
Se alcuni vi entrano volontariamente, quanti sono quelli costretti? E' il caso evidente della pornografia che abusa dei bambini. Ma come capire lo sfruttamento sessuale volontario delle donne?
Oltre alle cause economiche che hanno sempre un peso importante nella nostra società ci sono comunque donne che pur vivendo in condizioni molto precarie si rifiutano di lavorare per questa industria. Quali sono dunque i fattori individuali e sociali che permettono ad alcune donne di lavorarci? Al riguardo le nostre conoscenze sono estremamente limitate. Ci sono studi e scritti universitari e giornalistici sulla pornografia ma questi sono piuttosto descrittivi o storici ed in generale si interessano solo del problema della censura.
Se nel corso degli anni '70 e '80 le femministe nord-americane hanno tentato alle volte con successo di rivoluzionare le prospettive di analisi riguardo alla pornografia, poche delle loro riflessioni sono state accompagnate da ricerche sul campo. Esse hanno anche dedicato buona parte dei loro sforzi alla questione legislativa per regolamentare la diffusione della pornografia.
Comunque il fatto che un fenomeno sociale così ramificato non susciti quasi nessun interesse presso i ricercatori lascia esterrefatti.
Alla fine degli anni '60 alcune commissioni di inchiesta governative sulla pornografia e l'oscenità hanno concluso che la pornografia è inoffensiva.
Questo rapporto della commissione americana è tuttora considerato come uno dei pochi studi affidabili quanto agli effetti che ha il consumo di pornografia. Un gran numero di libri universitari di introduzione alla sociologia redatti in Nord America si appoggiano ancora a queste ricerche.
Secondo alcuni la pornografia servirebbe a proteggere le donne dalle aggressioni sessuali degli uomini e allo stesso tempo permetterebbe una maggiore armonia sessuale nella coppia!
I metodi utilizzati dagli studiosi della commissione per queste ricerche sono stati largamente criticati e non riconosciuti dagli specialisti.
E' stato provato che alcuni degli studiosi della Commissione hanno nascosto alcune scoperte che tendevano a dimostrare dei legami tra il consumo di pornografia e la violenza sessuale. Ma soprattutto i presupposti che guidavano la ricerca sostenevano tra l'altro che le donne era meno stimolate sessualmente dalla pornografia a causa delle loro inibizioni sociali e culturali. In modo tendenzioso non tenevano conto del messaggio lanciato da questo materiale. Non è senza ragione che le donne consumano poca pornografia. Lì si sentono aggredite.

Banalizzazione dello stupro

Nel corso degli anni '70 e all'inizio degli anni '80 degli psicologi dopo esperienze di laboratorio hanno mostrato che il consumo di pornografia banalizzava, nei soggetti esposti, la violenza e stimolava l'aggressione.
Un'inchiesta realizzata a San Francisco nel '78 con un campione rappresentante della popolazione femminile valutava che il 10% delle donne erano state molestate da uomini che dopo aver letto qualcosa di pornografico in una rivista avevano cercato di costringerle a fare quello che avevano letto.
Questa percentuale è minima rispetto alle numerosissime donne che possono ignorare che il loro compagno consumi del materiale pornografico.
Secondo la metà dei delinquenti sessuali che ho intervistato, la pornografia ha avuto un ruolo preciso nei loro crimini.
Uno studio californiano dello stesso tipo ha rivelato che il 57% dei delinquenti sessuali interrogati hanno compiuto sulle loro vittime degli atti che avevano visto in qualche film pornografico.
Queste ricerche si concentrano sulla questione del consumo e dei suoi possibili effetti. Ma non dobbiamo dimenticare che la questione della pornografia è anche una questione di produzione. Anche a questo livello le nostre conoscenze sono deficitarie. Che sappiamo noi delle donne, degli uomini e dei bambini che sono impiegati come mano d'opera in questa industria?

Scoria del reale

La pornografia è essenzialmente consumata dagli uomini.
In Canada essi rappresentano l'80% dei consumatori di film, il 90% dei clienti di spettacoli di nudo e il 95% degli acquirenti dei giornali. Dove c'è un consumo femminile è in generale a seguito di una domanda maschile.
Anche un giornale come Playgirl prodotto per le donne è consumato nel 85% dei casi dagli uomini. Circa tre uomini su cinque utilizzano regolarmente del materiale pornografico.
Che cos'è che socialmente può spiegare un uso così diffuso dei prodotti pornografici?
Dal punto di vista dei consumatori, nella pornografia il corpo nudo si rifiuta come sesso.
Loro lo possono vedere, immaginare, ascoltare, ma non possono toccarlo. Il corpo rappresentato mima la sensualità e sessualizza l'immagine.
Invece dal punto di vista dei produttori soprattutto di quelli che sfruttano i bambini, il corpo pornografico è reale; può subire maltrattamenti e abusi.
Consumare pornografia è più che guardare. E' anche provare eccitamento sessuale. Nella pornografia si vede tutto. Ma questo tutto non è che una scoria del reale.
L'iperrealtà della produzione pornografica, l'ipervisione in primo piano degli organi genitali, la promiscuità dello sguardo ed il fascino del dettaglio hanno per funzione la restituzione integrale del reale ma un reale che esula dall'umanità, che meccanizza l'atto sessuale.
E' l'assenza spettacolare dell'amore e della tenerezza.
Il corpo pornografico femminile è disumanizzato e infantilizzato.

Sogni maschili

Il modello che si fa fotografare per Playboy o per Penthouse è generalmente consenziente e maggiorenne. E' "felice" di emanare il proprio charme. Provoca un desiderio sessuale e questo è sufficiente per l'uomo che si masturba sognando su questa fotografia. Ma di quali desideri sessuali si parla? Per coglierlo bisogna approfondire l'immagine del corpo di questa donna comparandolo ad un uomo nella stessa situazione in una rivista simile, per esempio Playgirl.
Il corpo denudato dell 'uomo non è scoperto nella stessa maniera.
Non è mai mostrata la testa. Su tutte le foto, la sua integrità, cioè il legame tra la testa e il suo corpo è salvaguardata. Come per la donna, la testa sparisce in confronto ai primi piani di alcuni organi sessuali. In più l'erezione è bandita.
Ci si ingegna al contrario a inumidire tutte le labbra del corpo femminile per mostrare l'eccitazione. Bisogna imporre l'immagine che il suo corpo la domina, che lei non è altro che una sorta di bestia sessuale i cui istinti sono incontrollabili (da qui deriva anche tutto un certo tipo di linguaggio che fa appello all'animalità per descriverla e per nominare alcuni dei suoi attributi fisici).
In più l'uomo non perde la sua identità; non si determina essenzialmente per il suo corpo ma anche per il suo lavoro.
Uno è un attore molto conosciuto, l'altro è uno sportivo. In questi casi Playgirl non mostra mai il pene, perché sarebbe senza dubbio degradante per questi uomini.
Solo gli sconosciuti mostrano il loro organo a riposo. Ma anche loro non sono mai determinati solamente per le loro caratteristiche carnali. L'uomo è sempre più di un corpo.
I film pornografici presentano sempre lo stesso schema: le scene terminano quando l'uomo eiacula sulla sua partner. Il godimento maschile struttura il tutto e deve essere messo in evidenza. Le donne lo celebrano autoeroticamente coi loro corpi mentre gli uomini si masturbano per mantenere l'erezione. I loro gesti si caratterizzano per l'efficacia meccanica. Le donne sono offerte coi loro sguardi provocanti, le pose suggestive, le labbra umide e semi aperte ai veri uomini che sapranno dominarle.
Le donne non esistono solo per il piacere degli uomini ma sono anche gli esseri che permettono agli uomini di provare la loro virilità.
Infine gli uomini devono apprendere a difendersi da loro: nell'immaginario pornografico le donne sono divoratrici di uomini, per proteggersi da loro gli uomini dovranno disciplinarle. Il discorso pornografico assicura che le donne non vogliono delicatezze. Per questo sono rare le donne che hanno interesse a consumare pornografia dato che la pornografia corrisponde a fantasmi maschili.

Alienazione delle donne e godimento degli uomini

La questione perché gli uomini consumino della pornografia comincia ad essere colta in una delle sue espressioni. Oltre al piacere solitario, la disumanizzazione del corpo pornografico ha per effetto di conferire agli uomini che la consumano una superiorità umana sulle donne relegate all'animalità. In alcuni casi come ad esempio nei bar dove ci sono spogliarelliste l'uomo non si può neanche masturbare. Il suo piacere non è fisico. Ciò che viene goduto qui è l'alienazione delle donne.
La pornografia funziona come il razzismo. Gli esseri inferiori sono visti come esseri della natura ai quali vengono opposti individui di cultura, individui "civilizzati".. Gli esseri di natura sono per definizione dei depravati sessuali. L'anatomia è il loro destino.
I corpi pornografici si trasformano per enfatizzare i propri attributi sessuali, i seni ad esempio diventano enormi e duri, sono riempiti di silicone per occupare lo spazio. I corpi sono modificati al fine di soddisfare una "idea" di ciò che i corpi dovrebbero essere, sono corpi definitivamente votati alla sessualità.
Ciò che fa difetto ai corpi pornografici è l'integrità della personalità e del corpo, è precisamente questa la qualità apprezzata dagli uomini. Le attrici porno potrebbero essere definite delle persone che distinguono i loro corpi dal resto della loro personalità, da qui la possibilità di farne commercio. E' una delle maniere verosimilmente che hanno utilizzato per sopravvivere alle sevizie sessuali subite nel corso della loro giovinezza. La grande maggioranza delle spogliarelliste che ho intervistato era stata vittima di abusi sessuali.
Anche dalla lettura di riviste pornografiche chiamate "erotiche" è evidente che violenza e sesso sono quasi sempre inseparabili in questa industria. Per glorificare la virilità la pornografia esalta continuamente la brutalità e l'aggressività degli uomini. Dato che la virilità non è mai assicurata, si deve senza sosta manifestarla. Lo stupro è una delle manifestazioni abituali. Dopo la violenza la donna scopre il "vero godimento sessuale".
Secondo studi psicologici dell'inizio degli anni '80 i soggetti esposti a tali scene sono desensibilizzati riguardo allo stupro e la metà di loro ammette che violenterebbe se fosse certo di non essere arrestato. Con un gruppo misto ho mostrato all'Università dove lavoro un film pornografico dove c'erano tre violenze di quel tipo. Nessuno degli studenti ha sottolineato le violenze, mentre le studentesse le hanno immediatamente individuate.
Nella pornografia non solo si può parlare di banalizzazione della violenza sessuale ma credo che si possa qualificare quel materiale come propaganda in favore della violenza.

Un'industria che esalta la dominazione sessuale.

Fin qui ho evitato di definire la pornografia, preferendo esaminare la realtà del materiale sessuale disponibile per tutti. Per il senso comune la pornografia si distingue dall'erotismo per essere più volgare. Pertanto la pornografia tocca tutti i generi, le categorie, come tutte le merci fabbricate per un mercato segmentato secondo i mezzi dei consumatori e i gusti particolari dei differenti strati sociali.
La pornografia è un lavoro di rappresentazione genitalizzata della sessualità che esalta la dominazione sessuale di un essere umano su un altro.
Non necessariamente del materiale sessualmente esplicito è pornografico. Vi possono essere film o libri ad esempio dove sono presenti scene di violenza, ma se mostrano le conseguenze reali dell'aggressione sulla vittima non si tratta di pornografia ma di semplice realismo.

Il contrario della liberazione sessuale.

Le immagini pornografiche sono realizzate partendo da esseri umani che ne soffrono, che ne vivono e, che, in certi casi, ne muoiono. I rapporti sessuali di dominazione strutturano la pornografia e il suo consumo. Questa forma di sessualità traduce all'alba del XXI secolo, i paradossi di una liberazione sessuale delle più equivoche.
Se le scene di nudo e di accoppiamento sessuale invadono i mezzi di comunicazione, evidentemente queste immagini non partecipano ad una liberazione sessuale ma alla chiusura della sessualità in rapporti di soggezione.
La pornografia è un'industria che segue sogni e nevrosi. La pornografia smembra il corpo per rimodellarlo secondo i desideri maschili.
I corpi-oggetto messi in rilievo sono un simbolo che consacra la superiorità morale dei consumatori. Complici, gli uomini che trovano il loro vantaggio e l'industria che trova il suo profitto.