LUOGO DI INCONTRO
CON E FRA DONNE
IUN'ESPERIENZA
DI INSEGNANTI E GENITORI DEL CIRCOLO DIDATTICO DI CONCOREZZO (MI)
PER CONDIVIDERE RELAZIONI E CULTURE TRA DONNE E CON I LORO BAMBINI.
LA PROPONIAMO A PARTIRE DAL RACCONTO CHE NE FANNO LE MAESTRE COINVOLTE,
PERCHE' POSSA STIMOLARE L'INIZIATIVA IN ALTRI TERRITORI
ottobre 2002, a cura di Marta Gatti
e Piera Dossi
L'obiettivo che ci siamo prefisse è quello di creare uno spazio, un luogo e un tempo, in cui donne, "straniere" e non, possano incontrarsi e incontrare altre donne per promuovere delle relazioni di autoaiuto e per raggiungere una maggiore conoscenza della lingua italiana quale strumento per comunicare nella quotidianità.
Questo spazio è stato organizzato come punto di incontro informale per conoscere meglio la realtà e i bisogni delle donne migranti.
Abbiamo pensato di proporre, come stimolo di aggregazione, la preparazione di piatti tipici delle diverse culture da presentare e far conoscere ai bambini e alle bambine della scuola elementare e materna in funzione della consueta festa di fine anno scolastico.
La scelta di questo "contenuto" è dovuta alla considerazione che la cucina potesse essere una abilità conosciuta e famigliare alle donne.
L'unico spazio fornito di cucina presente sul territorio di Concorezzo è presso l'oratorio. Contatti con il parroco ci hanno permesso di ottenere l'autorizzazione all'uso dello spazio per una volta la settimana.
Nelle riunioni di preparazione la preoccupazione maggiore del gruppo di lavoro era quella di non trovare la disponibilità delle mamme di altre culture a partecipare ai momenti di incontro che noi ritenevamo importanti. Abbiamo organizzato quindi una rete di comunicazione per far arrivare l'informazione alle mamme presenti nelle nostre scuole attraverso: contatti personali tra maestre e mamme, contatti personali tra assistente sociale e mamme che usufruiscono del servizio, un volantino diffuso a tutte le famiglie dell'utenza scolastica, comunicazione scritte in diverse lingue appese fuori da tutte le scuole, oratorio, servizi sociali (questa modalità è stata ripetuta settimanalmente durante gli incontri)Il primo giorno, 13 marzo 2002 alle ore 17, ci siamo incontrate alla scuola elementare perché pensavamo che il luogo fosse da tutte loro conosciuto. Abbiamo allestito uno spazio che accogliesse le mamme con tavoli, tovaglie, sedie in cerchio, vasi di fiori e dolci da noi preparati.
Un altro spazio attiguo serviva all'accoglienza dei bambini e delle bambine che venivano a scuola con le loro mamme. Grande è stata la sorpresa di vedere arrivare decine di donne con carrozzine e passeggini che mano a mano si sedevano intorno al tavolo.
Erano presenti 11 etnie diverse:
Marocco Egitto Ecuador - Messico Pakistan Croazia Albania Italia Senegal Germania Inghilterra.
Ci siamo presentate. Alcune donne che conoscevano la lingua italiana traducevano a coloro che non ne erano alfabetizzate.
Abbiamo proposto loro quanto noi avevamo pensato di organizzare.
Hanno scelto il giorno e l'ora di incontro: ogni venerdi dalle 17.
La prima richiesta che alcune mamme hanno fatto è stata quella di avere una scuola di italiano solo per donne. E di questo ne abbiamo tenuto conto nel progetto del prossimo anno.( vedi parte finale )Da quel momento hanno avuto inizio gli incontri settimanali non più a scuola ma all'oratorio che sono durati fino al 1 giugno.
Dieci maestre, due assistenti sociali, 5 volontarie hanno costituito il gruppo di riferimento per le mamme e per i bambini/e.La frequenza è stata costante (dalle 30 alle 40 donne), tranne che per alcune mamme che nel frattempo hanno trovato un lavoro nella stessa fascia oraria.
Strada facendo si sono aggiunte altre donne che non hanno i figli/e a scuola ma che hanno ricevuto l'informazione dalle mamme presenti al venerdi
Da subito "il gruppo mamme", così lo abbiamo chiamato, ha dimostrato gioia e serenità durante le ore di incontro.
E' evidente il bisogno di incontrarsi, parlare e raccontarsi anche se, per ora, ciò avviene prevalentemente all'interno della stessa etnia.Intorno a un grande tavolo insieme abbiamo impastato e mescolato, intrecciando, fra sfoglie al miele e paste lievitate, i nostri gesti e le nostre parole. Abbiamo fritto e arrostito accompagnate da musiche e danze, familiari per alcune, nuove per altre. Abbiamo gustato i cibi preparati insieme, condiviso i riti dell'accoglienza e dell'ospitalità: gli abbracci di saluto, gli abiti dei momenti di festa, le teiere di famiglia, ...
Intanto numerosi bambini e bambine di tutti i colori giocavano insieme, anche per loro momento di festa e di lavoro: pittura, costruzioni,giochi con la palla, merenda
Liberi di andare e venire da un locale all'altro, i bambini/e dividevano il tempo tra i coetanei e la loro mamma. Il momento della "degustazione" dei piatti preparati era momento di valorizzazione reciproca.
Mentre tutto ciò avveniva, su grandi fogli appesi alle pareti, veniva scritta la ricetta che era in preparazione. Questa modalità ha permesso un ulteriore scambio tra donne di nazionalità diverse: i gesti, gli strumenti e gli ingredienti aiutavano a comunicare tra persone che non condividevano la stessa lingua. Tutto veniva contemporaneamente trascritto da una mamma anche a computer e ciò ha permesso alla fine la realizzazione di un fascicolo che le donne stesse hanno messo in vendita ad un banchetto allestito alla festa di fine anno della scuola. Alla fine di ogni incontro si decidevano i piatti da preparare la volta successiva affinché potessero essere acquistati gli ingredienti durante la settimana.Gli ultimi due incontri sono stati dedicati alla "verifica" dell'esperienza e alla preparazione della festa di fine anno. Abbiamo raccolto la disponibilità di 18 donne a partecipare ad un corso di lingua italiana da progettare per il prossimo anno scolastico. Nell'ultimo incontro abbiamo preparato i dolcini e le bevande da far assaggiare, il giorno dopo, ai 320 bambini/e durante la festa della scuola. Dietro a un banchetto allestito, quel giorno c'erano tutte le mamme del gruppo, che distribuivano i dolci e si rendevamo così, per la prima volta forse, visibili al territorio e protagoniste di un'esperienza.
ACCOGLIENZA BAMBINI E BAMBINE
Era difficile prevedere l'età dei bambini e delle bambine che avrebbero accompagnato le mamme il primo incontro, 13 marzo 2002, alla scuola Marconima per ipotesi avevamo pensato che avremmo potuto considerare un'età da 2 anni in poi, poiché i piccolissimi sarebbero rimasti con le mamme.
Per accogliere e "far giocare" i bambini e le bambine, era stato chiesto un aiuto ad alcune ragazze di Concorezzo, poiché una sola persona non avrebbe potuto gestire il tutto.
Anche alcune mamme italiane si erano rese disponibili a questa esperienza.Nel pomeriggio del 13 marzo 2002, alla scuola Marconi, vicino all'aula dove si sarebbero incontrate le mamme, abbiamo allestito uno spazio gioco: tunnel di cartone, percorsi, angoli morbidi per i più piccoli, angolo per colorare, costruire, ritagliare e uno spazio per la merenda.
Tutto era pronto, c'era molta attesachissà quanti bambini e bambine, chissà se ciò che avevamo predisposto poteva essere gradito. Finalmente il momento: mamme con bambini e bambine di ogni età, subito disponibili ad affidare i loro figli e le loro figlie a noi.
Qualche bambino era intimorito, poi con qualche gioco, con un sorriso, con qualche faccia buffa siamo riuscite ad avere i "pargoli" con noi. C'erano anche bambini/e piccolissimi, che le madri avevano lasciato a noi, dopo averli coccolati un poco.
I più piccoli, non moltissimi, erano cullati da qualche adulto. Diversi bambini e bambine di poco più di un anno, erano, per la maggior parte, con le loro mamme.
C'erano diversi/e bambini/e che frequentavano la materna e alcuni la scuola elementare, bambini e bambine di circa due anni che alternavano la loro presenza nel locale allestito per loro e il locale dove stavano le loro mamme.
Non sappiamo dire con precisione quanti fossero, ma erano parecchi.
La grande stanza era diventata viva, piena di voci, di bambini/e che esploravano gli oggetti, i diversi spazi e osservavano noi. Abbiamo iniziato a giocare, a dipingere, a ritagliare e ognuno si è "tuffato/a" nell'angolo che più lo/a interessava. Ovviamente c'erano anche alcuni bambini/e italiani/e, figli di mamme o di insegnanti che stavano nel GRUPPO MAMME.Dopo il primo incontro, ogni venerdì, ci si riuniva all'oratorio.
Lo spazio era più ampio e i materiali sono diventati via via più numerosi. Sono stati portati giocattoli per le diverse età, palloncini, piccole palline di plastica, tempere, stoffe, veli, vecchi abiti, cuscini, dondoli..Ogni venerdì pomeriggio si organizzava l'angolo della pittura, l'angolo morbido per i più piccoli, l'angolo dei travestimenti, un tavolone su cui scrivere, ritagliare, incollare e perfino tappetini di gomma dove poter fare capriole, oltre a scatoloni che, da contenitore di materiale, diventavano via via oggetti dove nascondersi, farsi "sballottare" e trascinare. Il pavimento era un palloncino colorato unico e ogni tanto si giocava a " chi ne fa scoppiare di più". C'era sempre un tavolo per la merenda e per dissetarsi, molto frequentato soprattutto dai più golosi.
I bambini e le bambine aumentavano di numero e, di conseguenza, anche il numero degli adulti, in particolare delle ragazze che si erano offerte di collaborare. Quando le mamme erano particolarmente indaffarate in cucina, anche i bambini e le bambine più piccole venivano nel grande salone, nelle braccia di una ragazza o di una mamma italiana o di un'insegnante. Pochi rimanevano con le loro mamme. Alcuni passavano da un locale all'altro solo per dare uno sguardo e cercare un volto noto, un colore o un abito familiare e poitornavano a rituffarsi nel gioco.
Man mano trascorrevano i venerdì, i bambini e le bambine entravano nel grande locale più sicuri, poiché sapevano che sarebbero stati/e accolti/e dalle stesse persone, avrebbero ritrovato compagni/e di classe o di sezione o conosciuti/e anche grazie a questa esperienza e, soprattutto, avrebbero giocato.
Si era creato un rituale: la prima attrazione era il tavolone di pittura con pennarelli, ritaglio, incollaggi vari Poi si passava alla pittura con le tempere sopra grandi fogli bianchi attaccati alla parete. C'era il passaggio nell'angolo morbido e tranquillo, nell'angolo dei travestimenti e infine il momento finale era il più movimentato: capriole, gioco con palloncini, gioco con canestri improvvisati, giochi con gli scatoloniera un crescendo di movimento, come se tutti/e volessero vivere intensamente i momenti che precedevano il ritorno a casa.
Ovviamente c'era anche chi continuava tranquillamente un'attività iniziata al tavolone.Alla fine di ogni incontro, un poco sporchi, sudati, ma sorridenti, i bambini e le bambine se ne andavano con le mamme, mamme che non smettevano mai di ringraziarci ogni volta. Ma noi eravamo lì per i loro bambini e le loro bambine e, soprattutto, per loro stesse.
E' molto bello incontrarle e vedere nel loro sorriso un messaggio di condivisione di un momento di vita. E' molto bello sentire i ciao dei bambini e delle bambine che incontri per strada o mentre esci da scuola o addirittura mentre sei in cortile con la classe e si sbracciano e gridano per richiamare la tua attenzione.
Per noi, che eravamo un poco delle "Tate" particolari, l'esperienza è risultata positiva.