A FIRENZE LE DONNE CONTRO LA GUERRA
LA CONVENZIONE PERMANENTE DI DONNE CONTRO LE GUERRE HA TENUTO DURANTE IL SOCIAL FORUM UN SEMINARIO "PER UN'EUROPA NEUTRALE E DISARMATA", ALIMENTANDO UN DIBATTITO CHE VEDE POSIZIONI DIVERSE PRESENTI NEL FEMMINISMO ITALIANO, E CHE SARA' APPROFONDITO A DICEMBRE A ROMA


dicembre 2002, Di Imma Barbarossa

 

Uno dei seminari, promossi a Firenze da associazioni di donne, contro la guerra è stato tenuto dalla Convenzione permanente di donne contro le guerre dal titolo "Per un'Europa neutrale e disarmata". Le donne della Convenzione, nata nel 1999 durante la guerra "umanitaria" del governo D'Alema, avvertirono subito la necessità di andare oltre le pur giuste e necessarie manifestazioni contro quella e le altre, oramai prevedibili, guerre: si sentiva forte il bisogno di un'analisi "antica e moderna" insieme non solo delle ragioni economiche delle guerre, ma anche dei meccanismi strutturali e mentali, delle forme vecchie e nuove del militarismo e dei nazionalismi. Si è costruita, perciò, l'associazione Rosa Luxemburg, che ha sede a Firenze, e che dal nome della grande Rosa trae motivo e spunto per una lettura delle modalità passate e presenti con cui la guerra si manifesta.

Insomma, se è vero che le guerre oggi sono il precipitato della globalizzazione neoliberista, dello squilibrio, delle disuguaglianze e delle volontà di potenza dell'Occidente, ci sembra altrettanto vero che per comprendere a pieno (e contrastare) il carattere permanente, invisibile e perciò pervasivo della guerra infinita con cui si apre il nuovo millennio, è indispensabile cogliere in essi con una tradizione più complessa e più onnivora della storia umana, quella del patriarcato, delle sue categorie, delle sue strutture materiali e mentali, del suo linguaggio, del suo simbolico.

Il senso comune ne è impregnato, al punto che la guerra (e la morte per guerra) è considerata un evento della natura, un fatto inevitabile. E di conseguenza le modalità di comunicazione tra essere umani sono impregnate di termini e immagini militari.

Il femminismo pacifista, proprio per aver colto i nessi tra guerra, militarismo, pratiche maschili, patriarcato, ha avviato da tempo una destrutturazione dell'immaginario e del simbolico di guerra, dal nesso sacrificio/eroismo/morte alla dialettica paura/coraggio e alle armi come protesi del corpo maschile. Non per fare letteratura, ma per denudare della patina eroica e romantica il militarismo, gli eserciti, il nesso tra religioni, eserciti, violenza, la morte per la patria, e per metterne in evidenza la miseria materiale e simbolica.

Queste sono le ragioni profonde che mettono in relazione le donne della Convenzione, nella convinzione che esercitare il conflitto di genere è pratica ineludibile per le donne, per le femministe. E qui anche sta il nucleo di proposte politiche che la Convenzione avanza alle donne e al movimento: le proposte di un'Europa disarmata, soggetto di politica attiva verso le aree del Mediterraneo, con una dichiarazione di "neutralità" e di opposizione attiva a tutte le guerre, di ripudio della guerra come strumento per dirimere le controversie internazionali, dichiarazione da iscrivere nella Costituzione europea. Una tale dichiarazione impedirebbe ai paesi della U.E. la partecipazione a guerre comunque camuffate, la cessione dell'uso del proprio territorio per le basi militari, il commercio (e la costruzione) di armi di qualsiasi genere. Ma questa dichiarazione va assolutamente accompagnata ad una politica di accoglienza e di apertura materiale, sociale, mentale e simbolica delle frontiere, e ad una riscrittura della cittadinanza come non diritto di sangue o di nascita o di nazione, ma diritto a vivere e a convivere nel luogo in cui si approda. Senza questa apertura l'Europa sarebbe una fortezza, una cittadella. L'attraversamento delle frontiere è la nostra proposta forte, visto che siamo nel cuore del Mediterraneo, che è sempre stato un mare di commerci, ma anche (forse perciò) un mare di sangue, di guerre per il dominio e per il potere.

Su questo c'è stato un primo appello della Convenzione, sottoscritto da moltissime donne (e anche da uomini) e di questo e di altro la Convenzione discuterà il prossimo 13 dicembre a Roma alle ore 14:00 presso l'ex Hotel Bologna.