UNA SCONFITTA PER TUTTI
I DIVIETI, LE INUTILI CRUDELTA', LE PRESCRIZIONI INAPPLICABILI, LA MANCATA REGOLAMENTAZIONE DEI CENTRI CHE PRATICANO LA PROCREAZIONE ASSISTITA, LE CONTRADDIZIONI DI UNA LEGGE DA ABROGARE


dicembre 2003, di Maria Gigliola Toniollo e Morena Piccinini della CGIL nazionale


La legge sulla procreazione medicalmente assistita approvata definitivamente oggi (12/12/03) dal senato italiano e il dibattito d'aula che ha accompagnato le votazioni descrivono in primo luogo l'inadeguatezza di un parlamento in grave crisi di credibilità e di autorevolezza, disposto in nome di ideologie oscurantiste e di mere convenienze elettorali a licenziare norme che risulteranno nella realta' disumane e inapplicabili.
La nuova legge viola il principio della libertà riproduttiva e pone pesanti limiti al progetto di vita delle persone, valori fondamentali per chi crede nella crescita civile di un Paese, nega la responsabilità e l'autodeterminazione femminile e si contrappone al progresso scientifico e alla opportunità concreta di curare, imponendo divieti e forti restrizioni, anche con il ricorso a sanzioni ispirate a una inutile crudeltà.
Troppe sono le ipocrisie e le contraddizioni del provvedimento. Il divieto donazione dei gameti colpisce indistintamente anche coppie a rischio di trasmissione di malattie genetiche, il divieto di diagnosi pre-impianto con l'obbligo di reinserimento in utero di tutti gli embrioni formati, il cui numero imposto per legge non ha conferma in alcuna argomentazione a carattere scientifico, risulta di fatto ripugnante da un punto di vista morale e impraticabile nella realtà, prefigurando una attuazione coercitiva di intervento e cadendo in più in un evidente conflitto con il divieto di crioconservazione: è chiaro che tutto ciò incide inevitabilmente sulla salute e sul benessere delle donne e dei nascituri e che è molto distante dalla sacrosanta richiesta di una seria e severa regolamentazione dei centri dove si pratica la procreazione assistita, unica vera urgente necessità da normare.
Questa legge costituisce una sconfitta per tutti: per i cattolici che, approvando una legge sulla fecondazione artificiale, finiscono con il riconoscerne la legittimita' e tradiscono il principio d'inscindibilità tra vita sessuale e vita riproduttiva; per i laici, che vedono fortemente limitata la libertà personale dalla volontà di un parlamento dove hanno fortemente prevalso principi di chiusura e di fondamentalismo; per chi crede e confida nel progresso scientifico cui è negata una ennesima possibilità, per lo Stato che è colpito nel principio fondante della autonomia e della laicità.
Riteniamo che la battaglia per la liberta' condotta in questi anni da tante persone di buona volontà non possa arrestarsi soprattutto ora che il provvedimento e' stato definitivamente approvato. Confidiamo che la classe medica e gli operatori sanitari difendano la loro dignita' professionale e umana, che si conduca un forte dibattito nel Paese e che la Corte Costituzionale, prima ancora del doveroso ricorso a un referendum abrogativo, neghi validita' a un atto tanto grave e ingiustificabile.