PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA: DISCUSSIONE ALLA CAMERA
RIPORTIAMO IL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA DEL 19 GENNAIO PERCHE' RIASSUME LE RAGIONI DEL DISSENSO DELLE DONNE E DI CHI VUOLE UNO STATO LAICO E PLURALISTA


febbraio 2004, Intervento di Titti De Simone

 

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Titti De Simone. Ne ha facoltà.

TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, noi non abbiamo voluto ridurre, come spesso avviene in simili casi, quest'ultimo passaggio concernente la copertura finanziaria di questo provvedimento ad una mera formalità, proprio perché questo passaggio rappresenta per noi l'occasione che ci consente di riassumere e di porre l'accento sulla crudeltà e sull'assurdità del provvedimento in esame. Pertanto, alla luce di ciò, ritengo si possa affermare, anche con riferimento alla copertura finanziaria individuale, che trattasi di soldi sporchi e cattivi. Quello al nostro esame é, infatti, un provvedimento crudele, oscurantista e proibizionista, che segna una pericolosa tendenza regressiva sotto il profilo della civiltà e della democrazia pluralista.
È inoltre un affronto al nostro paese, che ha perseguito ed è stato in grado di raggiungere orizzonti e conquiste di civiltà, di democrazia e di diritto anche su temi complessi, come quello in esame, segnando un percorso di avanzamento civile per tutti i cittadini di posizioni, cultura e credo molto diversi. Così è stato per il divorzio, così è stato per l'aborto. Si tratta di obiettivi che non si possono rimettere in discussione e che segnano il progresso e lo sviluppo democratico e civile del nostro paese.
Ci troviamo di fronte ad una legge - e qui sta il primo errore - sulla fecondazione assistita che si è trasformata in un manifesto ideologico ed in uno strumento invasivo e normativo del corpo delle donne. Abbiamo rifiutato lo strumento legislativo sin dall'inizio di questo percorso, ormai sei anni fa, e ci siamo battuti instancabilmente nel paese, insieme a molte e a molti, affinché su questo terreno le forze politiche ed il Parlamento fossero invitati a procedere con senso di responsabilità, in modo non strumentale e non demagogico, risolvendo i problemi, laddove oggettivamente vi fossero, con un regolamento sui centri, con il quale si sarebbe potuto intervenire con precisione per porre norme certe su una questione di fondo, quella della tutela del diritto alla salute della donna.
Si è scelta invece un'altra strada (non da questa legislatura, ma da quella precedente), alla ricerca di un compromesso indecente, che ha già portato una bruttissima proposta di legge ad arenarsi, per fortuna, nella scorsa legislatura. Tale proposta, tuttavia, ha segnato in qualche modo la strada su cui questa destra e questa maggioranza si sono potute radicare e hanno potuto sviluppare il loro progetto demagogico e ideologico.
Avete fatto un regalo alle gerarchie ecclesiali, che tuttavia non rappresentano la maggioranza dei cattolici, la quale rifiuta tale impostazione da Stato etico e si è largamente espressa in senso contrario alla proposta di legge in esame. Ma dietro questo manifesto ideologico c'è qualcosa di molto più pericoloso rispetto a ciò che potrebbe sembrare sulla base di una legge specifica: dietro c'è, infatti, una materia enorme, quella della genitorialità e dell'autodeterminazione della donna sulla maternità, e un'idea di società - la vostra idea di società - fondata su princìpi ordinatori, sulla base di una morale di parte che decide chi è cittadino e chi può accedere ai diritti fondamentali. Si tratta di un'idea di società classista, che divide, che discrimina, che impoverisce culturalmente e socialmente il nostro paese; un'idea di società che fa a pezzi lo Stato di diritto, la natura laica dello Stato, la cittadinanza di un'etica pubblica.

 

Dall'alto della vostra doppia morale ipocrita, che ha risuonato nelle aule di questo Parlamento, ne abbiamo sentite di tutti i colori. Abbiamo sentito parlare di una genitorialità quale puro e fondamentale primato del legame biologico, del sangue dello stesso sangue, dimenticando che la genitorialità è qualcosa di molto più complesso, che attiene al desiderio, alla relazione e alla responsabilità individuale.
Dall'alto della vostra doppia morale ipocrita, abbiamo sentito riecheggiare mostri come quello del tutor ventris per il corpo delle donne. Abbiamo sentito lo spessore di un revanscismo patriarcale, che si innalza ancora sul corpo delle donne e sul primato femminile nella riproduzione. Abbiamo sentito la pulsione, l'ossessione di un monopolio dell'etica, che interpreta la nostra società al di fuori dell'etica cattolica, come un deserto di valori e di principi. Tutto sbagliato.
Abbiamo una legge violenta e crudele, che prevede norme vessatorie nei confronti delle donne, norme fortemente invasive e violente per il loro corpo e per la loro autodeterminazione, norme che mettono in pericolo il diritto alla salute e la salute riproduttiva. Abbiamo una legge che è un manifesto ideologico già a partire dall'articolo 1, là dove si opera l'esplicito riconoscimento dei diritti del concepito, aprendo per questa via un conflitto fra i soggetti, in primis fra la madre, fra la donna e i diritti presunti di un insieme di cellule fecondate. È un obbrobrio, una mostruosità, un pericolo. È una legge invasiva e irresponsabile. Noi ci batteremo con tutti gli strumenti politici, culturali e giuridici che avremo a disposizione per cancellare questo affronto alla laicità e alla civiltà del nostro paese. Vorremo ragionare su un orizzonte diverso per uomini e donne che credono nella costruzione di un'etica pubblica condivisa.
Ricorreremo a tutti gli strumenti per cancellare questa legge, senza escludere anche il ricorso a un referendum abrogativo.
Tanti uomini e tante donne nel nostro paese sono contrari a questa legge. Ci ritroveremo in tanti e in tante il 24 gennaio prossimo, a Roma, per proseguire un percorso, una battaglia culturale e politica per cancellare la legge. Ma non faremo soltanto questo. Per quanto compete a noi donne dell'opposizione e di Rifondazione comunista in particolare, pensiamo che questa materia debba essere oggetto, inequivocabilmente, di un confronto programmatico fra Rifondazione comunista e il centrosinistra per la costruzione di un'alternativa. Non è più possibile ricorrere alla questione della libertà di coscienza su temi che attengono, in modo fondativo, alla cultura giuridica e alla natura laica del nostro Stato, e utilizzare questa libertà di coscienza come un paravento che impone una visione di parte e limita - questa volta sì - la libertà di coscienza dei cittadini, dei singoli individui.
Noi siamo contrari a questa ipocrisia. Per questo ci batteremo per cancellare tale legge. Per questo ci batteremo per mettere questo tema al centro di una vera alternativa (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista e misto-Verdi-l'Ulivo).