GRUPPO DIADE, LODI
CHI SIAMO, LE NOSTRE ATTIVITA', PERCHE' DIADE


aprile 2000, a cura del Gruppo Diade

 

CHI SIAMO

Il gruppo, costituito da insegnanti di scuole di diverso ordine e grado, ha iniziato a riunirsi a Lodi, presso la sede dell'Istituto Magistrale "Maffeo Vegio", nell'autunno del 1993, decidendo di agire e indagare nell'ambito della differenza di genere, sul tema dei percorsi dell'identità femminile.
La formazione iniziale del gruppo è avvenuta nell'ambito del progetto IRRSAE LOMBARDIA Differenza di genere e scuola, coordinato dalla prof. Maria Rosa del Buono, con la consulenza della formatrice Giulia Ghirardini. I primi due anni di ricerca/azione sono stati effettuati quindi come gruppo territoriale IRRSAE guidato dalla metodologa Simona Sarchi. Successivamente, esauritosi il progetto presso l'IRRSAE Lombardia, il gruppo ha deciso di continuare la propria formazione-ricerca nel territorio del lodigiano e presso le scuole di appartenenza.
Il primo anno di lavoro referente del gruppo presso l'IRRSAE Lombardia è stata Nuvola de Capua, i successivi Danila Baldo.
Nell'anno scolastico 1993-94 è stato definito l'obiettivo di individuare gli stereotipi che rendono rigidi i ruoli femminili e maschili fin dall'infanzia, individuando come strumento un questionario - che ha preso il nome "I generi a confronto"- attraverso il quale raccogliere dati relativi al modo di vedersi, ai desideri e alle inclinazioni di bambine/i e di ragazze/i.
Il metodo utilizzato è stato quello della ricerca/azione, che fuoriesce dagli schemi della ricerca operativa poiché abbandona procedure esclusivamente quantitative, nomotetiche e lineari e in generale perché supera una concezione di scientificità legata al mito dell'obiettività. La ricercatrice, il ricercatore non osserva più infatti dall'esterno il suo oggetto ma partecipa attivamente, è "in ricerca", nel senso che agisce sull'oggetto, verifica in itinere il suo agire e le trasformazioni su sé e sull'oggetto, partecipa ad un processo di apprendimento che ella stessa/egli stesso ha contribuito ad attivare.
L'elaborazione e la somministrazione di queste schede, è stata per noi uno strumento per avvalorare il rapporto pedagogico, facendo emergere gli stereotipi che condizionano i comportamenti, per potere, di conseguenza, formulare un progetto organico e giungere ad azioni visibili che tendano a trasformare ciascun/a insegnante e ciascun ragazzo/a verso l'acquisizione della coscienza di sé, come persona libera.
Gli esiti del lavoro sono stati presentati il 13 ottobre 1995 nel seminario "Pensare, dire, fare nella differenza", tenutosi presso la SMS "Don Milani".
Negli anni scolastici successivi il gruppo ha voluto nominarsi gruppo diade, iniziando a riflettere su alcune motivazioni filosofiche fondative.
L'attività di indagine svolta attraverso il questionario ha avuto come esito la scelta di operare concretamente in campo didattico, mediante l'attuazione di percorsi e progetti focalizzati sul tema della differenza di genere. Tali percorsi e progetti sono stati pensati e calibrati tenendo conto delle specificità degli ordini e gradi delle scuole in cui sono stati avviati, e degli stimoli e dei suggerimenti forniti da alunni e alunne, fatti oggetto di discussione nel lavoro di gruppo e recepiti nella realizzazione pratica.
Il gruppo ha, successivamente, portato a compimento il progetto prospettato, formalizzando le esperienze didattiche e giungendo a una pubblicazione, Pensare, dire, fare nella differenza. Percorsi didattici attraverso la differenza di genere, che comprende una scelta dei percorsi e progetti utili per un costruttivo confronto e per una efficace formazione sul tema della pedagogia della differenza di genere. Il lavoro, presentato nell'ottobre 1998, è stato patrocinato dalla Provincia di Lodi come l'inizio di un percorso di formazione e aggiornamento nell'ambito delle Pari Opportunità.

LE NOSTRE ATTIVITA'

Il gruppo diade si è costituito nel 1995 allo scopo di occuparsi di aggiornamento e formazione in ambito educativo. Una sua peculiarità risiede nel fatto di essere costituito da insegnanti di più ordini di scuole, dalle scuole d'infanzia alle medie superiori, e ciò ha permesso di rendere il proprio ambito di intervento particolarmente stimolante, importante per la continuità didattica e ampio.
Coniugando strettamente la riflessione psicopedagogica all'elaborazione e attuazione pratica di percorsi didattici, il gruppo diade ha sviluppato in particolare il rapporto tra educazione e differenza di genere. La trattazione di questo tema ha permesso non solo di riflettere sulle dinamiche relazionali, ma ha anche favorito l'immissione di elementi innovativi nella pratica educativa quotidiana (per esempio ci sentiamo di sottolineare l'introduzione di un metodo maggiormente interattivo ed esperienziale).
Tra le numerose attività svolte, evidenziamo le seguenti, per il loro valore di ricerca e divulgazione pubblica:
ÿ questionario I GENERI A CONFRONTO, sottoposto a un campione di studenti delle scuole dei diversi gradi, svolto nell'ambito di un progetto IRRSAE Lombardia (1995);
ÿ libro Pensare dire fare nella differenza, pubblicato grazie al contributo della Provincia di Lodi (1996);
ÿ corso di aggiornamento Differenza di genere e scuola: dalla ricerca teorica ai percorsi didattici, rivolto a docenti dei diversi ordini di scuola, patrocinato da Provincia di Lodi e Provveditorato Agli Studi di Lodi e realizzato presso la SMS "don Milani" di Lodi (1998/99);
ÿ ciclo di incontri su NOVECENTO: IL SECOLO DELLE DONNE, in collaborazione con Assessorato alla Cultura e Archivio Storico del Comune di Lodi.
L'interesse manifestato da insegnanti e genitori per le iniziative svolte ci ha indotte a formulare proposte di disponibilità a organizzare e condurre incontri per presentare percorsi didattici sul tema della differenza di genere, per sollecitare una riflessione e un confronto sulla scuola e sull'educazione, tanto importante a livello sia culturale sia politico.

PERCHÉ DIADE

Sta profondamente cambiando, oggi il concetto di "mondo", esplorato non per cogliere un principio originario o un sistema di conoscenza universale, ma per riconoscere l'esistenza e la ricchezza delle diversità che lo compongono, costituendo un pensiero che dia valore alla molteplicità, alla relazione tra le parti, senza annullarle nel Tutto: dall'universo al pluriverso (cfr. Pluriverso-Biblioteca delle idee per la civiltà planetaria, anno I n. 1, dicembre 1995, pp. 4-8).
Tale nozione di complessità, che ha le sue radici nella conoscenza profonda del fluire e dell'evoluzione della vita stessa, è fondante per una filosofia che tenda a non subordinare, escludere o cancellare il femminile, così come è molto importante creare un nuovo sguardo sul concetto di "vita", in modo tale che non venga privilegiata e considerata "vera" unicamente la vita dello spirito e della mente e sia negata o ridotta a "mera vita" la materia e il corpo (cfr. ADRIANA CAVARERO, Pensiero della differenza e origini della filosofia occidentale, in Differenza di genere e scuola-Quali opportunità, a cura di MARIA ROSA DEL BUONO, IRRSAE Lombardia, Milano 1993).
Una conoscenza che voglia tener conto della nozione di complessità, della relazione tra le parti, deve darsi un nuovo fondamento, che pensi la vita a partire dalla nascita, nascita di un corpo, sia di uomo sia di donna, da un corpo di donna, e che non dimentichi questa nascita per innalzare uno spirito invisibile, incorporeo, immortale, sorto dalla cancellazione e dalla morte del corpo. La ricerca sul senso della vita e della morte, che non è detto debba escludere il discorso escatologico o l'indagine sull'aldilà, non deve appiattirsi sulla ricerca (conscia o inconscia) di un'immortalità che escluda questa vita e questo corpo.
"[Così si tramanda nelle memorie pitagoriche: che] principio di tutte le cose è la monade, che dalla monade nasce la diade infinita, soggiacente come materia alla monade ch'è causa, che dalla monade e dalla diade infinita vengono i numeri, e dai numeri i punti..." (Diogene Laerzio).
Questo incipit della filosofia occidentale iscrive nelle origini del simbolico della nostra cultura la subordinazione del principio femminile a quello maschile, l'uno materiale, corporeo, mortale, passivo, indefinito e imperfetto, l'altro divino, intellettuale, immortale, attivo, finito e perfetto. L'unità e la diade.
Perché il principio femminile è diade? Forse perché le meravigliose potenzialità del corpo di donna ne fanno sempre uno che diventa due?
Perché il due è diventato meno significante dell'UNO?

La mappa storico-culturale che sottostà a questa strabiliante trasformazione ideologica è quella che conduce ad individuare il passaggio dalla società gilanica preellenica, in cui dominava il culto della Grande Dea Madre, natura fertile e fecondatrice, alla società androcratica ellenica, in cui avvenne il ribaltamento che portò a proiettare in un dio celeste, spirituale e immortale quello stesso potere creatore che apparteneva a una dea terrena, materiale e intrecciata al ciclo della vita e della morte naturale (MARIJA GIMBUTAS, Il linguaggio della dea, Longanesi, Milano 1990).

Il compito essenziale che noi ci diamo, come studiose e come educatrici, è quello di creare un nuovo simbolico, che non cancelli il nostro genere, ma sappia rappresentarci, sotto il segno della madre e del "due" (Così come si esprime essenzialmente la filosofia di Luce Irigaray).

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