LETTERA APERTA ALLA
COMUNITA' EBRAICA ROMANA
A PROPOSITO
DEGLI INCIDENTI DURANTE LA FIACCOLATA CONTRO HAIDER DEL 14 DICEMBRE
SCORSO A ROMA
gennaio 2001, dalle Donne
in Nero/Donne Assopace Roma
Abbiamo partecipato alla fiaccolata romana contro Haider di giovedì 14 dicembre. C'eravamo con le nostre modalità e contenuti scritti sulle nostre manine nere. Quasi tutte ne avevamo due, una con il triangolo delle discriminazioni,conservate dall'ultima manifestazione del gay pride: rosso politica, verde psichiatrica, rosa omosessuale, arancio scuro zingara, mancava il giallo , non ce l'abbiamo fatta, ma eravamo lì a dimostrare insieme alla comunità ebraica e c'erano anche le bandiere di Israele. Nell'altra mano manine con scritte " smilitarizziamo le menti" costruiamo la pace" , " tacciano le armi" . Ormai, il nostro essere in piazza ci permette di avere di volta in volta sempre una partecipazione coerente. Una sola scritta abbiamo aggiunto a quelle già pronte " BASTA AI CAMPI, DALLA RISIERA, A DACHAU, A GAZA". Quella manina ora non c'è più, o meglio è rotta in tanti pezzi, dopo che è stata strappata con violenza dalle mani della donna in nero che la portava, noi tutte siamo state insultate, ci hanno chiamate naziste, qualcuno ci voleva cacciare dal corteo, è stato negato che nel massacro di Sabra e Chatila ci fosse stata responsabilità dei generali israeliani, chi è intervenuto, rappresentanti della comunità ebraica, ci ha invitate ad attenerci rigidamente all'ordine della manifestazione perché altrimenti non avrebbero risposto di quello che sarebbe potuto accadere. Abbiamo cercato di sedare immediatamente ma con grande fatica la provocazione che stavamo subendo conscie del fatto che i semi del fondamentalismo sono sparsi ovunque ma non possiamo non considerare la gravità dell'accaduto. Anche tra di noi poi si è cercato di capire se quella scritta fosse stato un errore , mettere insieme Dachau e Gaza, e sinceramente ci rimane la perplessità che non si possano manifestare contenuti contrastanti con modalità nonviolente in un ambito democratico, ma non abbiamo dubbi che entrambi rappresentano un orrore e che la condanna dell'uno non può impedire la denuncia dell'altro . La tragica differenza è che il nazismo è stato perseguito a livello mondiale, mentre l'aggressione militare israeliana e il fondamentalismo violento dei coloni viene da un paese considerato dalla " comunità internazionale " come democratico. Nei giorni indietro abbiamo lanciato, insieme ad altre associazioni, un appello alla comunità ebraica romana , pubblicato anche sulla stampa, perché insieme a noi dica basta a quello che sempre più si presenta come la distruzione di un popolo, il popolo palestinese. Chiedevamo anche di sostenere tutti coloro, israeliani e palestinesi, che rivendicano il loro diritto di vivere in pace, oggi chiediamo anche di intervenire verso quei comportamenti che alimentano la violenza e l'aggressione.Sono state scritte pagine dolorosissime nei confronti di chi è o era di religione ebraica, ma questo non deve e non può costituire alcuna motivazione per non leggere quelle pagine altrettanto dolorose scritte da Israele nei confronti del popolo palestinese.