NO ALL'IMPRONTA DEL NUOVO RAZZISMO
DONNE IMMIGRATE E ITALIANE IN DIFESA DEI DIRITTI CONTRO LA LEGGE BOSSI-FINI, IL TESTO DELLA CONVOCAZIONE DEL PRESIDIO DEL 13 GIUGNO SCORSO A MILANO


giugno 2002, dal gruppo promotore

 

Avete idea di che cos'è il mondo? E' il nostro spazio di vita, nel quale milioni di persone sono costrette a migrare continuamente, spinte dall'ingiustizia, dalla guerra, dalla violenza verso i luoghi dove si accumulano le ricchezze. Perciò i migranti e le migranti lo conoscono meglio di chi non migra più o ha distrutto la memoria delle migrazioni passate).

La legge Bossi-Fini è stata scritta da chi non vuole sapere che cos'è il mondo. E' una legge xenofoba e razzista, che ci vuole tutti schedati come se migrare fosse un crimine.

Avete idea di che cosa siano la libertà e la dignità umana? Sono diritti sancite, per esempio nella Dichiarazione dei diritti dell'Uomo, nonché nella Costituzione della Repubblica Italiana. Implicano uguaglianza davanti alla legge, senza distinzione di nascita.

La legge Bossi-Fini stabilisce una disuguaglianza davanti alla legge in base alla nascita. Con questa legge l'Italia dimentica definitivamente il senso della democrazia

Avete idea di che cosa sia la sicurezza? E' una condizione in cui la persona può progettare una vita per sé e per i propri cari per un periodo di tempo sufficiente a realizzare il progetto, a modificarlo, a godere il frutto della propria fatica, a raggiungere dentro di sé speranza e serenità sufficienti da diffondersi attorno, senza che tutto venga periodicamente messo in discussione e distrutto dall'intervento eccezionale delle istituzioni. E' sapere che il proprio permesso di soggiorno, non scade, e sapere dopo anni di lavoro non si può essere ricattabili e perdere tutti i diritti acquisiti

Avete l'idea di che cos'è un'espulsione? no non potete avere idea. E' perdere un'altra volta la certezza della propria vita, e di nuovo un mondo che vacilla, e di nuovo l'ignoto e il dovere ricominciare ancora da zero. La legge Bossi-Fini fa di ogni migrante un essere perennemente insicuro, sempre sotto arcigno controllo. Questa legge diffonderà solo tensione ed insicurezza

Avete idea di che cosa sia il lavoro? E' una premessa di libertà, di dignità, di uguaglianza, di sicurezza, di contributo al miglioramento del mondo, se chi lo esercita è una persona in senso pieno, libera di contrattarne le condizioni, di lasciarne uno per assumersene un altro, di migliorare. Una persona dotata di diritti e di doveri.
Oppure è servitù. Lo è se una persona sparisce dietro le sue braccia da lavoro, se vende tutto il suo essere rinunciando agli affetti, ai saperi, ai desideri in cambio della possibilità di "stare" là dove un padrone le concede di stare.

Con la legge Bossi-Fini torna, senza veli, la servitù e la schiavitù.

In più questa legge umilia le donne. Donne che hanno conosciuto il mondo, le sue leggi, le sue frontiere, la sua barbarie, la sua speranza, le sue molte lingue. Saranno solo serve o badanti, per legge. Potrebbero dare un grande contributo alla costruzione e al miglioramento del tessuto sociale, ma si affanneranno soltanto a tenere il posto di lavoro, a nascondere i propri parenti minacciati da questa legge perché permesso e senza lavoro, a macinare e calmare la loro stessa tensione, la loro insicurezza, la loro delusione.

Che i figli leggeranno nei loro occhi. I bambini e le bambine che non potranno mai pensare che questa è casa loro, è il loro mondo, il mondo che un giorno dipenderà da loro. Nessun messaggio educativo di speranza e di responsabilità per i bambini e le bambine di chi migra.

Questa legge offende le donne

Per questo noi che siamo donne e conosciamo il mondo e amiamo la libertà e la dignità e sappiamo come creare sicurezza e non tolleriamo l'asservimento di nessuno perché sappiamo bene di che si tratta chiediamo:

- Che non si permetta il varo di questa legge

- Che ci si batta stabilmente, per il suo blocco e il suo ritiro.

- Che tutti e tutte, ciascuno secondo le sue possibilità, dai cittadini e dalle cittadine semplici fino al Presidente della Repubblica, riflettano sulle sue gravi conseguenze per la civiltà di questo paese.

E avvertiamo: questa volta le donne non metteranno le toppe ai disastri altrui, non medicheranno le ferite che altri infliggono alla convivenza umana, non indoreranno le pillole per una società ostile. Semplicemente perché, questa volta, non ce la faranno. Perché questa legge, e la cultura che la genera, è un passo verso una barbarie sempre meno curabile. E con la barbarie non saremo né materne né benevole. Noi non saremo servili.

 

Lucy Rojas(Cile), Ainom Maricos(Eritrea), Dava Gjoka (Albania), BettyGilmor (AfroAmericana), Mallaqui Guzman Ana Liliana(Peru), Karagodiha Tatiana (Russia), Majuoba Aqiq (Marocco) Zahia Bounab(Algeria), Antonia Docarmo(Brasile), Touraya Hafid(Marocco) Faduoma (Somalia)Kaha Aden(Somalia) Elfenesc (Eritrea) Marien (Senegal)
seguono molte altre firme