Riceviamo e pubblichiamo

DAL BELGIO RICHIESTE AL GOVERNO ITALIANO SUI GRAVI FATTI DI GENOVA
LETTERA ALL'AMBASCIATORE DEL GOVERNO ITALIANO DI ALCUNE DONNE ITALIANE RESIDENTI IN BELGIO


agosto 2001


A Sua Eccellenza l'Ambasciatore della Repubblica italiana,
Per trasmissione al Governo italiano

Siamo in tanti a chiederci che cosa stia succedendo all'Italia e perfino a pensare che forse le nostre convinzioni etiche ci obbligheranno a non metterci più piede, nonostante la presenza dei nostri famigliari e amici e le bellezze naturali e culturali.

Dopo gli avvenimenti di Genova, già preannunciati dai fatti di Napoli, molti di noi, che sono stati fra l'altro vittime delle violenze, si vergognano di essere italiani. Solo se sarà fatta piena luce su quegli abusi e riparato per quanto é possibile il male fatto - sebbene l'orribile morte di Carlo Giuliani e i traumi profondi subiti da pacifisti inermi non possano essere riparati - si potrà rivalutare il grado di civiltà del nostro paese, che per il momento viene considerato alla stregua di regimi di sinistra memoria quali il cileno o l'argentino.

Per tramite Suo chiediamo pertanto al Governo italiano:

* Che sia reso noto al più presto il luogo nel quale sono detenuti i 20 'dispersi ' di cui non si hanno più notizie dal 21 luglio scorso.
* Che si liberino immediatamente le persone incarcerate senza alcun capo d'accusa: ricordiamo la nostra amica pacifista quacchera statunitense Susan Thomas.
* Che siano revocati i divieti di soggiorno (alcuni fino a 5 anni) imposti a numerosi stranieri ricondotti arbitrariamente alla frontiera, anche in questo caso senza alcun capo d'accusa.
* Che si spieghi perché sia stato vietato l'ingresso sul territorio italiano a dei cittadini dell'Unione europea: un processo alle intenzioni degno dell'Inquisizione. Un esempio per tutti: Akis Gavrilidis, cittadino greco, funzionario del Consiglio, respinto all'aeroporto di Milano.
* Che l'inchiesta in corso riveli perché e chi ha voluto creare un clima di tensione e di violenza a Genova, perquisendo case, persone e automobili, evacuando i malati dagli ospedali e i prigionieri dalle carceri per fare posto ai numerosi futuri 'ospiti' manifestanti, consigliando ai cittadini di lasciare la città, per poter di fatto meglio preparare la guerra preannunciandola e legittimare in tal modo la militarizzazione della città.
* Che siano realmente sottoposte ad inchiesta non solo le forze dell'ordine colpevoli di brutalità, ma anche i loro complici, come certi medici militari o 'agitatori'. Suggeriamo che d'ora innanzi ogni
rappresentante delle forze dell'ordine sia identificabile (viso scoperto, numero di matricola, insegna del corpo di appartenenza).
* Che si metta fine alla 'caccia alle streghe' verificatasi dopo le manifestazioni, allorché sono finiti in galera innocui pacifisti, colpevoli di possedere coltellini svizzeri o fornelletti da campeggio.
* Che non vengano mai più ignorati i diritti elementari sanciti dalla nostra Costituzione, quali il diritto all'assistenza giuridica, alla protezione fisica e morale, alla libertà d'associazione e di manifestazione, alla libera circolazione delle persone, diritti che sono venuti meno a Genova sin dai giorni precedenti la manifestazione.
* Che si indaghi sulle circostanze esatte della morte di Carlo Giuliani. E' possibile parlare di legittima difesa davanti alla sproporzione di aggressività esistente tra un idrante ed una pistola ?
* Che le forze dell'ordine non adoperino mai più armi letali contro i manifestanti.

Ed infine ma forse avremmo dovuto porlo innanzi tutto:

* Che si tenga conto delle rivendicazioni dei manifestanti, moltissimi dei quali hanno partecipato ai quattro giorni di forum-dibattiti, nel corso dei quali tante proposte concrete e realizzabili sono state espresse da esperti internazionali e da organizzazioni non governative, il che ci porta alla conclusione che

A GENOVA NON SI SONO VOLUTE SOLTANTO SPACCARE LE TESTE MA ANCHE LE PROPOSTE ALTERNATIVE.

Questa lettera sarà consegnata all'Ambasciata italiana in occasione della manifestazione che avrà luogo il 20 agosto alle ore 18, rue Emile Claus, a Bruxelles.

Volete sottoscriverla? Vi preghiamo allora di rinviarcela al piu presto firmata (indicare nome, cognome, organizzazione o professione)

 

Potete rinviare l'appello firmato
per email
a
carla.cazzaniga@cec.eu.int
(fino al 16/8)
o a
Carla Goffi, Parvis St Henri, 9 -
1200 Bruxelles
Tel. 02/7347982
GSM 0496/463965

<<Appello via mail.doc>>