Riceviamo e pubblichiamo

RETE DI DONNE CONTRO I G8
LA PROPOSTA DI UNA LISTA E DELLA COSTRUZIONE DI INIZIATIVE A GENOVA


dicembre 2000, dalla redazione di Marea

 


La redazione di MAREA comunica che è nata una lista che da qui sino al luglio 2001 vuole essere un punto di riferimento e scambio tra donne sulle iniziative che si succederanno a Genova in occasione dei lavori dei g8, previsti nel luglio 2001.
Per questo vorremmo iniziare un percorso comune per costruire un appuntamento di donne a fine marzo contro la logica della globalizzazione.
L'indirizzo al quale iscriversi è donnecontrog8-subscribe@egroups.com
In questa lista sarà possibile scambiare documenti, informazioni e discussioni verso questo evento che speriamo sarà importante e sentito da molte, singole e gruppi, che vorranno costruirlo con noi.
A seguire inviamo il documento con il quale vogliamo aprire il dibattito tra noi, che sarà anche pubblicato sulla home page di MAREA www.marea.it

 

Rete di donne contro i G8
Per una società di donne e uomini equa, sostenibile,
solidale, pacifica e democratica

 

I G8 pretendono di governare e di fatto governano il pianeta senza alcun mandato: se esistono trattati internazionali che sanciscono l'esistenza, piaccia o non piaccia, dell'ONU, della Nato, della Fao, i G8 rispondono solo a stessi e si autolegittimano. Esistono perché comandano.
Il gruppo dei G8, che riunisce i paesi più potenti del pianeta (Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia, Russia e Stati Uniti) coadiuvati dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), la Banca Mondiale (BM) e l'Organizzazione Mondiale del commercio (WTO) ha sposato soluzioni e interventi neoliberisti che stanno creando profondi scompensi tra paesi e ceti sempre più ricchi e paesi e ceti sempre più poveri. La nuova impostazione strategica della nato sancisce definitivamente le caratteristiche aggressive dell'alleanza, che ha esteso il suo teatro di operazione a tutto il mondo.
Il processo di globalizzazione diretto nel mondo dai paesi più potenti ha visto in questi ultimi 20 anni l'affermarsi di un modello dominante di convivenza tra le nazioni e nelle nazioni basato sulla competitività che ha consentito il consolidarsi di una società diseguale e squilibrata sia nei confini interni dei vari paesi che su scala planetaria, profondamente autoritaria e aggressiva.
Il pensiero unico dominante, cui fa riferimento il consesso dei G8 sfrutta tre motori principali: la liberalizzazione dei movimenti dei capitali in ambito internazionale; la privatizzazione totale o parziale di importanti settori dell'economia che sta portando allo smantellando del welfare state; una deregolamentazione che punta alla riduzione e all'eliminazione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori sul piano sindacale, previdenziale e salariale.
In questo quadro le esigenze di una società globale sostenibile, equa, solidale, pacifica e democratica sono state poste con urgenza e determinazione dalla rete delle organizzazioni formali e informali di rappresentanza dei diritti dei cittadini e delle cittadine del Mondo in alcuni importanti appuntamenti: la Conferenza di Rio De Janeiro del 1992 sullo Stato dell'Ambiente, la contestazione di Seattle nel 1999 del vertice dell'Organizzazione Mondiale dl Commercio (WTO), per giungere infine agli appuntamenti del 2000 con le manifestazioni al club dei potenti di Davos, alla mostra delle biotecnologie a Genova, a Firenze, a Bologna e Praga.
Esiste un filo che unisce questi appuntamenti della società civile con quelli organizzati dai movimenti femministi e femminili; registriamo però che in queste reti di movimento mancano le analisi che, partendo dal genere, guardano ai fenomeni della globalizzazione dal punto di vista delle donne.
Dall'assise del 1995 del forum di Huairou in occasione della Conferenza Mondiale delle donne per terminare con la grande recente mobilitazione della Marcia Mondiale delle donne contro la guerra e la povertà, la cui tappa italiana ha visto la partecipazione di circa 4000 donne a Roma e di più di 30 mila partecipanti a Bruxelles alla tappa europea e la cui piattaforma abbiamo abbracciato e condiviso il vasto e variegato movimento delle donne mondiale ha espresso i contenuti che ora si pongono all'attenzione dell'agenda dei grandi del mondo che si riuniranno a Genova.
Come donne in primo luogo ci sentiamo chiamate a scelte chiare e radicali che implicano il ripudio della competizione e degli squilibri economico-sociali, dello sfruttamento incontrollato delle risorse ambientali, delle politiche neoimperiali, neocoloniali e eopatriarcali, (ben evidenti nella realtà delle donne in Afganistan e Sudan), della guerra come strumento per risolvere le controversie tra le nazioni, come da anni testimoniano il lavoro delle Donne in nero e della Convenzione permanente delle donne contro le guerre.
Da decenni molte eminenti studiose, prima tra tutte Vandana Shiva, stanno guardando e analizzando l'economia planetaria smascherando la trappola degli aggiustamenti strutturali con occhi di donna, rileggendo dunque ogni fenomeno e scelta dei governi che, abbracciando la politica della globalizzazione mettono in primo luogo a repentaglio la vita e la libertà di milioni di donne nel pianeta, sia quelle che vivono nei paesi d'origine sia quelle costrette a migrare per trovare migliori condizioni spesso disattese.
E' per questo che ci pare fondamentale, anche considerando i ripetuti e pericolosissimi attacchi delle gerarchie vaticane all'autodeterminazione delle donne, all'aborto, alla libertà di scelta in materia di sessualità e famiglia, (materie al centro del lavoro del Tavolo di donne sulla bioetica), che nel 2001 il movimento delle donne si dia appuntamenti importanti a partire dall''8 marzo, per ridare a questa data la sua iniziale caratteristica di impegno politico e antagonista alle logiche istituzionali e del mercato. E' per questo che proponiamo di contestare i lavori dei G8 dando vita ad un appuntamento di donne a fine marzo 2001, in accordo e collaborazione con le reti miste locali e nazionali (Retecontrog8 e Rete Lilliput) trasformando Genova nella capitale globale del movimento dei diritti civili e politici delle donne, che chiede il rispetto della democrazia, degli interessi collettivi diffusi e della giustizia sociale, contro le logiche di potenza.
Noi rendiamo disponibile questa elaborazione a tutti e a tutte coloro che vorranno aderire liberamente alla nostra rete portando il loro contributo di elaborazione e organizzazione.

Rete di donne contro i G8

 

Per adesioni e comunicazioni:

donnecontrog8-subscribe@egroups.com
Marea e-mail mochena@village.it lauguide@tin.it
Monica Lanfranco 010543684
Laura Guidetti 010 822572
Monica Lanfranco
www.marea.it
www.village.it/lanfranco/